Il mito normanno nella cultura artistica della sicilia degli Asburgo: costruzione identitaria e rappresentazione del potere

During the 19th century Sicilian architecture saw a return to a neo-Norman style, with that glorious moment in the island’s history offering legitimation for the calls for autonomous rule that envisaged the recovery of the kingdom of Sicily, freedom from the Bourbonic yoke and an end to the subordination to Naples. However, a similar phenomenon had already occurred during the 16th century. Sicilian Renaissance drew inspiration not only from classicism, but also from the legacy of its Norman Middleage, perhaps as an attempt to build an identity for an island, like Hapsburgs’ Sicily, not free and a melting pot of cultures. But the Norman mith shows a surpriding contradiction: on one hand it lent support to the construction of a “national” Sicilian identity, on the other it became a powerful tool for the Spanish Crown to strenghten its monarchical power and its control on the island.

In Sicilia, nell’Ottocento, si assistette in architettura a un revival neonormanno che trovava in quel momento glorioso della storia isolana la legittimazione per rivendicazioni autonomiste mirate alla ricostituzione di un regno di Sicilia finalmente libero dal giogo borbonico e da Napoli. Tuttavia un fenomeno culturale analogo si era già registrato nel corso del XVI secolo. Nel rinascimento siciliano, infatti, si guardò non soltanto al classicismo e alla Roma dei Cesari, ma anche all’eredità del medioevo normanno, nel tentativo forse di costruire un’identità per un’isola, come la Sicilia asburgica, non libera e melting pot di culture diverse. Il caso del mito normanno presenta però in sé una sorprendente contraddizione: da un lato questo supporta la costruzione di una identità “nazionale” siciliana, dall’altro diviene strumento formidabile per la Corona spagnola, ugualmente in prima linea contro il nemico musulmano, di corroborazione del potere monarchico e di controllo dell’isola.