Lo scopo di questo contributo è di individuare alcuni tasselli di una possibile comparazione all’interno dell’Italia del tardomedioevo finalizzata a verificare se c’è un nesso fra il mutamento generale, non limitato al vertice della società, che le pratiche e i rituali della morte subirono soprattutto dalla metà del Trecento - che è un mutamento innanzitutto culturale (ad esempio la progressiva marginalizzazione o comunque forte specificazione della presenza femminile, la mascolinizzazione di una gran parte del rituale, specie nel caso del funerale degli uomini) - e la formazione di identità aristocratiche in gran parte nuove, specificamente radicate nei diversi contesti politico-istituzionali della penisola, ma dotate di qualche non effimero elemento di convergenza e di affinità – fenomeno quest’ultimo, invece, essenzialmente politico. Per rispondere alla domanda relativa al ruolo delle pratiche della morte nei processi di definizione aristocratica, si prova a incrociare due diversi piani tematici: quello delle strategie provenienti direttamente dagli attori o dall’interno di uno spazio familiare e quello delle immagini più formalizzate della collocazione sociale degli attori medesimi, immagini che proveremo a ricostruire soprattutto attraverso le norme suntuarie. I piani tenderanno tuttavia a sovrapporsi, specie in quel particolare punto di contatto fra «privato» e «pubblico» costituito dalle pratiche di sepoltura.
Mineo, E. (2007). Morte e aristocrazia in Italia nel tardo medioevo. Alcuni problemi. In F. SALVESTRINI - G.M.VARANINI - A.ZANGARINI A CURA (a cura di), La morte e i suoi riti in Italia tra Medioevo e prima età moderna (pp. 153-180). FIRENZE : Firenze University Press.
Morte e aristocrazia in Italia nel tardo medioevo. Alcuni problemi
MINEO, Ennio
2007-01-01
Abstract
Lo scopo di questo contributo è di individuare alcuni tasselli di una possibile comparazione all’interno dell’Italia del tardomedioevo finalizzata a verificare se c’è un nesso fra il mutamento generale, non limitato al vertice della società, che le pratiche e i rituali della morte subirono soprattutto dalla metà del Trecento - che è un mutamento innanzitutto culturale (ad esempio la progressiva marginalizzazione o comunque forte specificazione della presenza femminile, la mascolinizzazione di una gran parte del rituale, specie nel caso del funerale degli uomini) - e la formazione di identità aristocratiche in gran parte nuove, specificamente radicate nei diversi contesti politico-istituzionali della penisola, ma dotate di qualche non effimero elemento di convergenza e di affinità – fenomeno quest’ultimo, invece, essenzialmente politico. Per rispondere alla domanda relativa al ruolo delle pratiche della morte nei processi di definizione aristocratica, si prova a incrociare due diversi piani tematici: quello delle strategie provenienti direttamente dagli attori o dall’interno di uno spazio familiare e quello delle immagini più formalizzate della collocazione sociale degli attori medesimi, immagini che proveremo a ricostruire soprattutto attraverso le norme suntuarie. I piani tenderanno tuttavia a sovrapporsi, specie in quel particolare punto di contatto fra «privato» e «pubblico» costituito dalle pratiche di sepoltura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.