Nella cultura urbana contemporanea non è più praticabile l’idea della città come sistema autonomo localizzato e omogeneo, le cui crescita e trasformazione siano controllabili attraverso modelli formali specifici, definiti e generali. La città contemporanea – dispersa e che si modifica per enclaves – prevede, invece, gerarchie determinate (quasi esclusivamente) dai sistemi infrastrutturali i quali, per loro natura, sarebbero indifferenti al contesto; e, dunque, dovrebbero prevedere tipologie di intervento aspeci- fiche rispetto ai luoghi coinvolti. Quindi, il passaggio dalla città dispersa alla città intelligente potrebbe non presupporre una conoscenza accurata dei caratteri locali della dispersione e una sperimentazione ad hoc delle trasformazioni possibili. In più, i processi economici locali – esclusi da forme di sviluppo ascrivibili alle grandi concentrazioni di capitali e strategie planetarie – sono spes- so supportati da interventi relativamente circoscritti, che si pensa non richiedano riflessioni e ipotesi generali, come dimostra, almeno in Italia, la pratica di una diffusa deregulation territoriale e sociale da parte delle amministrazioni pubbliche, in particolare, laddove esista una condizione di marginalità. Invece, si stanno manifestando nuove forme di consapevolezza e riflessione sulla città proprio in quelle aree e quartieri marginali, dove compaiono fenomeni come il co-housing, gli orti urbani e le produzioni artigianali e agricole a Km zero o l’autocostruzione di nuovi habitat ad alta sostenibilità o il riciclo di strutture e aree andate in obsolescenza.
Aprile, M. (2015). RIFLESSIONI A MARGINE DEL LUNGOMARE DI PALERMO. In M. Carta, B. Lino (a cura di), URBAN HYPER-METABOLISM (pp. 121-124). Ariccia (RM) : Aracne Editrice.
RIFLESSIONI A MARGINE DEL LUNGOMARE DI PALERMO
APRILE, Marcella
2015-01-01
Abstract
Nella cultura urbana contemporanea non è più praticabile l’idea della città come sistema autonomo localizzato e omogeneo, le cui crescita e trasformazione siano controllabili attraverso modelli formali specifici, definiti e generali. La città contemporanea – dispersa e che si modifica per enclaves – prevede, invece, gerarchie determinate (quasi esclusivamente) dai sistemi infrastrutturali i quali, per loro natura, sarebbero indifferenti al contesto; e, dunque, dovrebbero prevedere tipologie di intervento aspeci- fiche rispetto ai luoghi coinvolti. Quindi, il passaggio dalla città dispersa alla città intelligente potrebbe non presupporre una conoscenza accurata dei caratteri locali della dispersione e una sperimentazione ad hoc delle trasformazioni possibili. In più, i processi economici locali – esclusi da forme di sviluppo ascrivibili alle grandi concentrazioni di capitali e strategie planetarie – sono spes- so supportati da interventi relativamente circoscritti, che si pensa non richiedano riflessioni e ipotesi generali, come dimostra, almeno in Italia, la pratica di una diffusa deregulation territoriale e sociale da parte delle amministrazioni pubbliche, in particolare, laddove esista una condizione di marginalità. Invece, si stanno manifestando nuove forme di consapevolezza e riflessione sulla città proprio in quelle aree e quartieri marginali, dove compaiono fenomeni come il co-housing, gli orti urbani e le produzioni artigianali e agricole a Km zero o l’autocostruzione di nuovi habitat ad alta sostenibilità o il riciclo di strutture e aree andate in obsolescenza.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
00_copertina.pdf
Solo gestori archvio
Dimensione
116.16 kB
Formato
Adobe PDF
|
116.16 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
01_Indice-profili.pdf
Solo gestori archvio
Dimensione
92.84 kB
Formato
Adobe PDF
|
92.84 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
Aprile.pdf
Solo gestori archvio
Dimensione
162.55 kB
Formato
Adobe PDF
|
162.55 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.