Il contributo esplora il concetto di arte popolare e lo contrappone a quello di arte borghese e di arte colta, alla luce di quanto teorizzato negli studi di Alberto M. Cirese e Antonino Buttitta a partire dagli anni Settanta del Novecento. Nell’arte popolare a essere significativo non è il segno individuante ma la condivisione di un codice sociale, tanto a livello di espressione, quanto di contenuto. Se determinati manufatti presentano un’invariabilità di schemi che sembrano sfuggire alla dinamica dei mutamenti e delle trasformazioni indotte dai processi storici, essi tuttavia partecipano della dinamica di cambiamento, declinando un universo figurativo ancorato al presente storico. Se la funzione e la tecnica sono le caratteristiche fondamentali dei manufatti cosiddetti popolari, il processo di selezione del repertorio figurativo disponibile resta coerente con un immaginario condiviso e si colloca all’interno di più ampi processi comunicativi, i cui segni possono essere codificati e decodificati secondo i tratti formali e le strutture ideologiche che li supportano. Il saggio riprende, infine, le teorie di Néstor Garcia Canclini, sul ruolo della modernizzazione in relazione alle culture cosiddette tradizionali e la rete di connessioni più ampia cui queste sono in ogni caso riconducibili.
D'Agostino, G. (2015). Frammenti di un immaginario figurativo. In D. Porporato, G. Fassino (a cura di), Sentieri della memoria (pp. 281-298). Slow Food Editore.
Frammenti di un immaginario figurativo
D'AGOSTINO, Gabriella
2015-01-01
Abstract
Il contributo esplora il concetto di arte popolare e lo contrappone a quello di arte borghese e di arte colta, alla luce di quanto teorizzato negli studi di Alberto M. Cirese e Antonino Buttitta a partire dagli anni Settanta del Novecento. Nell’arte popolare a essere significativo non è il segno individuante ma la condivisione di un codice sociale, tanto a livello di espressione, quanto di contenuto. Se determinati manufatti presentano un’invariabilità di schemi che sembrano sfuggire alla dinamica dei mutamenti e delle trasformazioni indotte dai processi storici, essi tuttavia partecipano della dinamica di cambiamento, declinando un universo figurativo ancorato al presente storico. Se la funzione e la tecnica sono le caratteristiche fondamentali dei manufatti cosiddetti popolari, il processo di selezione del repertorio figurativo disponibile resta coerente con un immaginario condiviso e si colloca all’interno di più ampi processi comunicativi, i cui segni possono essere codificati e decodificati secondo i tratti formali e le strutture ideologiche che li supportano. Il saggio riprende, infine, le teorie di Néstor Garcia Canclini, sul ruolo della modernizzazione in relazione alle culture cosiddette tradizionali e la rete di connessioni più ampia cui queste sono in ogni caso riconducibili.File | Dimensione | Formato | |
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