Le città nascondono agli occhi di chi le ha sempre guardate come concentrato della rendita fondiaria o come generatrici di plusvalenze finanziarie le loro preziose “riserve di resilienza”, indispensabili per chi invece le voglia guardare e progettare come organismi vitali in evoluzione. Le cellule resilienti al mutamento (frammenti di paesaggio, lacerti infrastrutturali, quartieri un riciclo funzionale, etc.) permettono alla città di assumere forme più elastiche, meno resistenti all'innovazione e più adattative, le consentono di attivare processi capaci di gestire un numero maggiore di problemi interagenti, di coinvolgere la pluralità degli attori e i variegati arcipelaghi sociali nelle decisioni, e di attuare forme di governance in grado di equilibrare la competizione tra le città entro i sistemi metropolitani e di temperare un sempre più ampio e aspro conflitto tra visioni, soggetti, priorità e risorse. E le riserve di resilienza da cui riattivare un metabolismo urbano più creativo, intelligente ed ecologico si concentrano spesso nelle aree marginali sottratte alla retorica del turbo-sviluppo: nelle periferie in transizione, nei quartieri industriali in ristrutturazione, nelle aree portuali e ferroviarie in fase di riciclo infrastrutturale. Luoghi dove – lontano dai centri propulsori del modello urbano compulsivo, consumatore di suolo e di risorse – sono stati preservati valori comunitari, paesaggistici e identitari.

Carta, M. (2014). Re-imagining the city. Progettare il nuovo metabolismo urbano. In E. Zazzero (a cura di), EcoQuartieri. Temi per il progetto urbano sostenibile. Maggioli Editore.

Re-imagining the city. Progettare il nuovo metabolismo urbano

CARTA, Maurizio
2014-01-01

Abstract

Le città nascondono agli occhi di chi le ha sempre guardate come concentrato della rendita fondiaria o come generatrici di plusvalenze finanziarie le loro preziose “riserve di resilienza”, indispensabili per chi invece le voglia guardare e progettare come organismi vitali in evoluzione. Le cellule resilienti al mutamento (frammenti di paesaggio, lacerti infrastrutturali, quartieri un riciclo funzionale, etc.) permettono alla città di assumere forme più elastiche, meno resistenti all'innovazione e più adattative, le consentono di attivare processi capaci di gestire un numero maggiore di problemi interagenti, di coinvolgere la pluralità degli attori e i variegati arcipelaghi sociali nelle decisioni, e di attuare forme di governance in grado di equilibrare la competizione tra le città entro i sistemi metropolitani e di temperare un sempre più ampio e aspro conflitto tra visioni, soggetti, priorità e risorse. E le riserve di resilienza da cui riattivare un metabolismo urbano più creativo, intelligente ed ecologico si concentrano spesso nelle aree marginali sottratte alla retorica del turbo-sviluppo: nelle periferie in transizione, nei quartieri industriali in ristrutturazione, nelle aree portuali e ferroviarie in fase di riciclo infrastrutturale. Luoghi dove – lontano dai centri propulsori del modello urbano compulsivo, consumatore di suolo e di risorse – sono stati preservati valori comunitari, paesaggistici e identitari.
2014
Settore ICAR/21 - Urbanistica
Carta, M. (2014). Re-imagining the city. Progettare il nuovo metabolismo urbano. In E. Zazzero (a cura di), EcoQuartieri. Temi per il progetto urbano sostenibile. Maggioli Editore.
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