"Ut omnes unus sint" Nel maggio del 1087, l’evento della traslazione delle reliquie di San Nicola conferma per la città di Bari una vocazione di luogo di frontiera, di corrispondenze e di continuità con le realtà non più solo politico-economiche, ma soprattutto spirituali e di pensiero popolare con i territori oltremare. Bari si costruisce nei secoli su una successione di dominazioni straniere e su una rete di relazioni di lunga distanza, e lo stesso aspetto morfologico della forma urbis sembra esserne manifesto edificato, con l’arroccato nucleo originario proteso nel mare e le lunghe strade che dal territorio retrostante lo agganciano (la romana via Traiana stessa è il naturale attestamento a mare di una vasta regione). Il programma progettuale proposto intende declinare il tema dell’ecumenismo nicolaiano nella configurazione di un luogo urbano interpretato in relazione, nel contempo, alle forme della città storicamente sedimentata, alla dimensione territoriale e ai caratteri naturali del contesto. In questo senso, i tre fondamenti del progetto, corrispondenti ai tre nuclei funzionali della preghiera, dello studio e dell’incontro, sono concepiti autonomi fra loro e riconoscibili nell’articolazione planimetrica ma al tempo stesso relazionati da un unico sistema di corrispondenze con l’insediamento barese e con il resto del territorio.Questo complesso, con la previsione di una adeguata quota di parcheggi, si propone come importante luogo di approdo dalla città o dal territorio all’area di progetto; per questo, l’edificio definisce un disassamento rispetto all’andamento del complesso dell’accoglienza e dello scambio (di cui costituisce il terminale opposto rispetto alla facoltà), seguendo la giacitura propria della città più recente che sul sedime della ferrovia si attesta. Oltre questo limite e verso gli ultimi episodi della città storica, il progetto costruito si ferma, a voler ribadire la necessità di una cesura, di un momento di riflessione in cui invece è il GIARDINO insieme al disegno della costa, che qui si insinua nel costruito, a voler rivendicare il necessario ruolo negli equilibri del disegno della città contemporanea.
APRILE M, TORRICELLI A, COLLABORATORI TCALVO, VCOSTANTINO, LFERRO, LGRECO, et al. (2006). BARI - PUNTA PEROTTI. In C. D'Amato Guerrieri (a cura di), Città di pietrà (pp. 64-65). VENEZIA : MARSILIO.
BARI - PUNTA PEROTTI
APRILE, Marcella;
2006-01-01
Abstract
"Ut omnes unus sint" Nel maggio del 1087, l’evento della traslazione delle reliquie di San Nicola conferma per la città di Bari una vocazione di luogo di frontiera, di corrispondenze e di continuità con le realtà non più solo politico-economiche, ma soprattutto spirituali e di pensiero popolare con i territori oltremare. Bari si costruisce nei secoli su una successione di dominazioni straniere e su una rete di relazioni di lunga distanza, e lo stesso aspetto morfologico della forma urbis sembra esserne manifesto edificato, con l’arroccato nucleo originario proteso nel mare e le lunghe strade che dal territorio retrostante lo agganciano (la romana via Traiana stessa è il naturale attestamento a mare di una vasta regione). Il programma progettuale proposto intende declinare il tema dell’ecumenismo nicolaiano nella configurazione di un luogo urbano interpretato in relazione, nel contempo, alle forme della città storicamente sedimentata, alla dimensione territoriale e ai caratteri naturali del contesto. In questo senso, i tre fondamenti del progetto, corrispondenti ai tre nuclei funzionali della preghiera, dello studio e dell’incontro, sono concepiti autonomi fra loro e riconoscibili nell’articolazione planimetrica ma al tempo stesso relazionati da un unico sistema di corrispondenze con l’insediamento barese e con il resto del territorio.Questo complesso, con la previsione di una adeguata quota di parcheggi, si propone come importante luogo di approdo dalla città o dal territorio all’area di progetto; per questo, l’edificio definisce un disassamento rispetto all’andamento del complesso dell’accoglienza e dello scambio (di cui costituisce il terminale opposto rispetto alla facoltà), seguendo la giacitura propria della città più recente che sul sedime della ferrovia si attesta. Oltre questo limite e verso gli ultimi episodi della città storica, il progetto costruito si ferma, a voler ribadire la necessità di una cesura, di un momento di riflessione in cui invece è il GIARDINO insieme al disegno della costa, che qui si insinua nel costruito, a voler rivendicare il necessario ruolo negli equilibri del disegno della città contemporanea.File | Dimensione | Formato | |
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