Le grandi opere di ingegneria spesso suscitano interesse ed attenzione per il rapporto che instaurano con i luoghi, una qualche competizione tra la grandiosità dell’ambiente naturale e la monumentalità dell’opera stessa. Talvolta avviene una vera e propria riconfigurazione del paesaggio dove l’elemento artificiale arriva e reinterpreta in chiave moderna lo stato dei luoghi. Lo Stretto di Messina, con i due poderosi piloni che si guardano gemelli dalle rispettive sponde, ci racconta proprio una di queste storie. Lì, dove nei secoli mito e poesia si sono fusi, si formano immagini forti e suggestive, si percepisce appieno cosa accade quando i due elementi, naturale e artificiale, dialogano in modo potente e diretto.
Melluso, V. (2014). “Risalire” sui luoghi del mito. Il Pilone di Capo Peloro nel territorio dello Stretto di Messina. In C. Cozza, I. Valente (a cura di), La freccia del tempo. Ricerche e progetti di architettura delle infrastrutture (pp. 205-207). Milano-torino : pearson-italia.
“Risalire” sui luoghi del mito. Il Pilone di Capo Peloro nel territorio dello Stretto di Messina
MELLUSO, Vincenzo
2014-01-01
Abstract
Le grandi opere di ingegneria spesso suscitano interesse ed attenzione per il rapporto che instaurano con i luoghi, una qualche competizione tra la grandiosità dell’ambiente naturale e la monumentalità dell’opera stessa. Talvolta avviene una vera e propria riconfigurazione del paesaggio dove l’elemento artificiale arriva e reinterpreta in chiave moderna lo stato dei luoghi. Lo Stretto di Messina, con i due poderosi piloni che si guardano gemelli dalle rispettive sponde, ci racconta proprio una di queste storie. Lì, dove nei secoli mito e poesia si sono fusi, si formano immagini forti e suggestive, si percepisce appieno cosa accade quando i due elementi, naturale e artificiale, dialogano in modo potente e diretto.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
la freccia del tempo-Melluso.pdf
accesso aperto
Descrizione: abstract dell'articolo con immagini
Dimensione
591.34 kB
Formato
Adobe PDF
|
591.34 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.