Progetti di città del futuro nel passato e ipotesi di possibilità di vita su Marte. Si fa cenno alle due principali emergenze naturali di Marte, il Mons Olympus e le Valles Marineris. Nella trattazione, a proposito delle questioni connesse con la eventuale terraformazionedel pianeta, l’autrice introduce la necessità di considerare tali emergenze quali elementi da sottoporre a salvaguardia. È chiaro che un processo di terraformazione, per quanto arduo, una volta che superasse le difficoltà maggiori, che sono quelle dell’avvio, del primo mantenimento e della complessiva indirizzabilità, non potrebbe evitare di coinvolgere questi e altri siti che, tuttavia, già adesso e nella prospettiva di un pianeta passibile di terraformazione, potrebbero o dovrebbero essere considerati come delle specie di santuari. La questione, pur non essendo attuale, non è comunque peregrina, e ha un fondo in cui l’etica e alcune più semplici ragioni di salvaguardia ai fini della conoscenza scientifica, certamente si trovano fin d’ora a convergere, essendosi già riconosciuta la necessità di proteggere dalla contaminazione biologica terrestre i corpi celesti fin adesso toccati da manufatti umani, e allo stesso tempo quella di proteggere la Terra dai materiali estranei riportati dalla Luna. Riconosciuta tale necessità, e d’altra parte considerata la pervasività di un processo di terraformazione, la questione, in atto, non può andar molto oltre la semplice sua enunciazione. Tuttavia, pur non essendo la questione adeguatamente trattabile al momento, non si può non porre in termini più praticabili una sorta di suo corollario –o, forse, di precedente: vale a dire la necessità di cominciare a formare un elenco di siti, almeno tra quelli fin adesso documentati sulla Luna e su Marte, da costituire dopo uno screening adeguato e sulla base di protocolli ancora tutti da discutere e da individuare –nel quale figurino quelli che, con termine anglosassone, potrebbero definirsi degli sceneries, oambienti extraterrestri rilevanti per la qualità estetica posseduta; e ancora dei siti di interesse storico-culturale, per esempio quelli che serbano le tracce delle prime esplorazioni umane, automatiche o con missioni umane.

Sciortino, L. (2012). Back (and forth) to the future. E.Journal [on line], 9(9), 185-193. E.JOURNAL, 9, 185-193.

Back (and forth) to the future. E.Journal [on line], 9(9), 185-193.

SCIORTINO, Laura
2012-01-01

Abstract

Progetti di città del futuro nel passato e ipotesi di possibilità di vita su Marte. Si fa cenno alle due principali emergenze naturali di Marte, il Mons Olympus e le Valles Marineris. Nella trattazione, a proposito delle questioni connesse con la eventuale terraformazionedel pianeta, l’autrice introduce la necessità di considerare tali emergenze quali elementi da sottoporre a salvaguardia. È chiaro che un processo di terraformazione, per quanto arduo, una volta che superasse le difficoltà maggiori, che sono quelle dell’avvio, del primo mantenimento e della complessiva indirizzabilità, non potrebbe evitare di coinvolgere questi e altri siti che, tuttavia, già adesso e nella prospettiva di un pianeta passibile di terraformazione, potrebbero o dovrebbero essere considerati come delle specie di santuari. La questione, pur non essendo attuale, non è comunque peregrina, e ha un fondo in cui l’etica e alcune più semplici ragioni di salvaguardia ai fini della conoscenza scientifica, certamente si trovano fin d’ora a convergere, essendosi già riconosciuta la necessità di proteggere dalla contaminazione biologica terrestre i corpi celesti fin adesso toccati da manufatti umani, e allo stesso tempo quella di proteggere la Terra dai materiali estranei riportati dalla Luna. Riconosciuta tale necessità, e d’altra parte considerata la pervasività di un processo di terraformazione, la questione, in atto, non può andar molto oltre la semplice sua enunciazione. Tuttavia, pur non essendo la questione adeguatamente trattabile al momento, non si può non porre in termini più praticabili una sorta di suo corollario –o, forse, di precedente: vale a dire la necessità di cominciare a formare un elenco di siti, almeno tra quelli fin adesso documentati sulla Luna e su Marte, da costituire dopo uno screening adeguato e sulla base di protocolli ancora tutti da discutere e da individuare –nel quale figurino quelli che, con termine anglosassone, potrebbero definirsi degli sceneries, oambienti extraterrestri rilevanti per la qualità estetica posseduta; e ancora dei siti di interesse storico-culturale, per esempio quelli che serbano le tracce delle prime esplorazioni umane, automatiche o con missioni umane.
2012
Sciortino, L. (2012). Back (and forth) to the future. E.Journal [on line], 9(9), 185-193. E.JOURNAL, 9, 185-193.
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