Il saggio offre una disamina critica dei contenuti della Direttiva 2011/83/UE, anche in rapporto agli obiettivi annunciati nella Proposta ( e poi abbandonati), soffermandosi particolarmente sulle regole in tema di obblighi di informazione al consumatore.Alla luce di queste regole, la nuova Direttiva si rivela quale ulteriore significativa conferma della scelta che affida l'obiettivo della trasparenza contrattuale a rigide prescrizioni di forma e contenuto dell'informazione, lungo un processo che qui viene definito di "standardizzazione" delle condotte del professionista. L'obiettivo di disclosure viene affidato non a tecniche di controllo e verifica del concreto livello di informazione offerto al contraente "debole" ,bensì a standard predeterminati di trasparenza ritenuti "tollerabili" dai professionisti e per questo imposti in modo generalizzato. Gli obblighi di informazione, ora estesi ai contratti "diversi" da quelli a distanza o negoziati fuori dai locali commerciali, vedono accentuarsi il loro "polimorfismo", presentandosi solo in alcuni casi nella veste "forte" di informazione i cui contenuti costituiscono già parte integrante del contratto. Ciò malgrado, nel solco dei precedenti, la Direttiva non risolve la questione, centrale, dei rimedi alla violazione degli obblighi di informazione, delegandola ancora una volta alle scelte degli Stati membri. Il significato della persistente "neutralità" del legislatore comunitario sul punto viene qui indagato alla luce dell'attuale processo di revisione dell'acquis comunitario e segnatamente con riguardo alle scelte emerse nel Draft Common Frame of Reference e nella Proposta di regolamento per un diritto ccmune della vendita, entrambi significativi nel senso di restituire il regime degli obblighi di informazione al terreno, tradizionale, della responsabilità precontrattuale, lasciando sullo sfondo, irrisolta, la questione posta dalla evidente contiguità tra violazione degli obblighi di informazione e casi di "defect of consent", pure segnalata dalla migliore dottrina europea. Il ritorno all'alveo rassicurante della responsabilità precontrattuale si compie a costo - evidenzia il saggio - di aprire la via ad un forte ridimensionamento della "specialità" del diritto dei contratti di consumo, di cui l'Autore individua quale indice significativo l'estensione della regola di responsabilità a tutti gli obblighi di informazione anche nei contratti tra professionisti(art.29 diritto comune dell vendita). La riflessione critica consente di prospettare la conclusione che la Direttiva segni il livello massimo (pur deludente) di un diritto "di protezione" verosimilmente destinato a perdere la sua specialità e con essa la sua "intensità".

ALESSI, R. (2013). I diritti dei consumatori dopo la Direttiva 2011/83/UE. In R. ALESSI, S. MAZZAMUTO, S. MAZZARESE (a cura di), Persona e diritto (pp. 315-374). Milano : Giuffré.

I diritti dei consumatori dopo la Direttiva 2011/83/UE

ALESSI, Rosalba
2013-01-01

Abstract

Il saggio offre una disamina critica dei contenuti della Direttiva 2011/83/UE, anche in rapporto agli obiettivi annunciati nella Proposta ( e poi abbandonati), soffermandosi particolarmente sulle regole in tema di obblighi di informazione al consumatore.Alla luce di queste regole, la nuova Direttiva si rivela quale ulteriore significativa conferma della scelta che affida l'obiettivo della trasparenza contrattuale a rigide prescrizioni di forma e contenuto dell'informazione, lungo un processo che qui viene definito di "standardizzazione" delle condotte del professionista. L'obiettivo di disclosure viene affidato non a tecniche di controllo e verifica del concreto livello di informazione offerto al contraente "debole" ,bensì a standard predeterminati di trasparenza ritenuti "tollerabili" dai professionisti e per questo imposti in modo generalizzato. Gli obblighi di informazione, ora estesi ai contratti "diversi" da quelli a distanza o negoziati fuori dai locali commerciali, vedono accentuarsi il loro "polimorfismo", presentandosi solo in alcuni casi nella veste "forte" di informazione i cui contenuti costituiscono già parte integrante del contratto. Ciò malgrado, nel solco dei precedenti, la Direttiva non risolve la questione, centrale, dei rimedi alla violazione degli obblighi di informazione, delegandola ancora una volta alle scelte degli Stati membri. Il significato della persistente "neutralità" del legislatore comunitario sul punto viene qui indagato alla luce dell'attuale processo di revisione dell'acquis comunitario e segnatamente con riguardo alle scelte emerse nel Draft Common Frame of Reference e nella Proposta di regolamento per un diritto ccmune della vendita, entrambi significativi nel senso di restituire il regime degli obblighi di informazione al terreno, tradizionale, della responsabilità precontrattuale, lasciando sullo sfondo, irrisolta, la questione posta dalla evidente contiguità tra violazione degli obblighi di informazione e casi di "defect of consent", pure segnalata dalla migliore dottrina europea. Il ritorno all'alveo rassicurante della responsabilità precontrattuale si compie a costo - evidenzia il saggio - di aprire la via ad un forte ridimensionamento della "specialità" del diritto dei contratti di consumo, di cui l'Autore individua quale indice significativo l'estensione della regola di responsabilità a tutti gli obblighi di informazione anche nei contratti tra professionisti(art.29 diritto comune dell vendita). La riflessione critica consente di prospettare la conclusione che la Direttiva segni il livello massimo (pur deludente) di un diritto "di protezione" verosimilmente destinato a perdere la sua specialità e con essa la sua "intensità".
2013
Settore IUS/01 - Diritto Privato
ALESSI, R. (2013). I diritti dei consumatori dopo la Direttiva 2011/83/UE. In R. ALESSI, S. MAZZAMUTO, S. MAZZARESE (a cura di), Persona e diritto (pp. 315-374). Milano : Giuffré.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/104466
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact