Il presente saggio intende mettere a fuoco il fenomeno del cloud computing, tentando di setacciare i frammenti normativi dispersi in un fiume di norme difficilmente componibili a sistema, al fine di ricostruire il quadro giuridico vigente in materia. La certezza e la conoscibilità del diritto sono esigenze che si fanno viepiù pressanti in un terreno, come quello in esame, ancora tutto da dissodare e l’ignoranza del quale può a ragione far temere, con la prozia Léonie nella Recherche, che « la journée ne se passera pas sans pluie ». Ed è alla luce dell’attuale incertezza che si spiega il singolare fenomeno per cui, secondo una ricerca del 2014, gran parte delle imprese italiane hanno familiarità con la nuvola informatica, laddove solo una sparuta minoranza ha già iscritto in bilancio una posta per la transizione verso il nuovo paradigma. Non ci si limiterà a porre nel buratto il diritto positivo tradizionalmente inteso (sovrastatale, nazionale e regionale), ma, altresì, strumenti di soft law interni ed europei, nonché i contributi di autorità amministrative indipendenti e le riflessioni della più attenta dottrina anche extra-giuridica. Ciò nella convinzione che l’interdisciplinarità in questo campo non sia una scelta rimessa alla discrezionalità del singolo, ma un imperativo epistemologico. Chiudendo quante alle premesse metodologiche, si precisa che, dopo aver descritto il funzionamento della nuvola informatica e aver dato conto di alcuni documenti normativi a carattere generale, si procederà a una ricostruzione di tipo tematico, in modo tale da fornire, tanto al teorico, quanto al pratico, un agile strumento di lavoro, che allevî dalla faticosa lettura della congerie di atti riguardanti il cloud, potendosi concentrare anche solo sugli aspetti di contingente interesse.

Noto La Diega, G. (2014). Il cloud computing. Alla ricerca del diritto perduto nel web 3.0. EUROPA E DIRITTO PRIVATO, XVII(II), 577-658.

Il cloud computing. Alla ricerca del diritto perduto nel web 3.0

NOTO LA DIEGA, Guido
2014-01-01

Abstract

Il presente saggio intende mettere a fuoco il fenomeno del cloud computing, tentando di setacciare i frammenti normativi dispersi in un fiume di norme difficilmente componibili a sistema, al fine di ricostruire il quadro giuridico vigente in materia. La certezza e la conoscibilità del diritto sono esigenze che si fanno viepiù pressanti in un terreno, come quello in esame, ancora tutto da dissodare e l’ignoranza del quale può a ragione far temere, con la prozia Léonie nella Recherche, che « la journée ne se passera pas sans pluie ». Ed è alla luce dell’attuale incertezza che si spiega il singolare fenomeno per cui, secondo una ricerca del 2014, gran parte delle imprese italiane hanno familiarità con la nuvola informatica, laddove solo una sparuta minoranza ha già iscritto in bilancio una posta per la transizione verso il nuovo paradigma. Non ci si limiterà a porre nel buratto il diritto positivo tradizionalmente inteso (sovrastatale, nazionale e regionale), ma, altresì, strumenti di soft law interni ed europei, nonché i contributi di autorità amministrative indipendenti e le riflessioni della più attenta dottrina anche extra-giuridica. Ciò nella convinzione che l’interdisciplinarità in questo campo non sia una scelta rimessa alla discrezionalità del singolo, ma un imperativo epistemologico. Chiudendo quante alle premesse metodologiche, si precisa che, dopo aver descritto il funzionamento della nuvola informatica e aver dato conto di alcuni documenti normativi a carattere generale, si procederà a una ricostruzione di tipo tematico, in modo tale da fornire, tanto al teorico, quanto al pratico, un agile strumento di lavoro, che allevî dalla faticosa lettura della congerie di atti riguardanti il cloud, potendosi concentrare anche solo sugli aspetti di contingente interesse.
2014
Noto La Diega, G. (2014). Il cloud computing. Alla ricerca del diritto perduto nel web 3.0. EUROPA E DIRITTO PRIVATO, XVII(II), 577-658.
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