Presentazione
Nel tardo pomeriggio, dopo un giorno passato nella sala settoria al 6o piano dell�Istituto di Anatomia della Universit� Ren� Descartes di Parigi la meta abituale era il Caf� Beaubourg. Uscendo dall�Istituto si scendeva a destra lungo la Rue de Saints-P�res fino alla rive gauche della Senna e la si percorreva fino alla �le de la Cit� attraversando il ponte sulla Senna all�altezza di Notre-Dame. La cattedrale di Notre-Dame appariva all�improvviso sulla destra, mentre di fronte si stagliava l�imponente struttura dell�H�tel-Dieu, il pi� antico ospedale di Parigi, dove nella prima met� dell�Ottocento esercitava l�attivit� di chirurgo e di docente il barone Guillaume Dupuytren.
Per raggiungere il Beaubourg dall��le de la Cit� obbligatoriamente si doveva passare vicino al perimetro secolare dell�H�tel-Dieu, percorrendo a piedi Rue de la Cit�, per poi attraversare il ponte di Notre-Dame sulla riva destra della Senna, e quindi attraverso vicoli e vicoletti del IV arrondissement si raggiungeva il Caf� Beaubourg, davanti il Centre Pompidou, gloria e vanto dell�architettura italiana. Cos� per quindici anni consecutivi i pomeriggi diventavano sera durante le mie incursioni parigine, e le ore passavano, sorseggiando calvados d�annata, discutendo coi colleghi sui nostri studi anatomici in sala settoria. In quel contesto per me era impossibile non allontanarmi con il pensiero per vagare, curioso, nei luoghi dove era vissuto Dupuytren.
L�H�tel-Dieu non poteva lasciarmi indifferente. Proprio l�, il 5 dicembre del 1831, in una delle sue pi� famose lezioni di Clinica Chirurgica, il barone Guillaume Dupuytren descrisse la Malattia che oggi porta il suo nome. E per ricordare questo episodio nel lontano 1974 lo avevo citato nella mia tesi di laurea; ma allora era solo una citazione con la valenza di un indirizzo. Trovarmelo di fronte anni dopo e poterne scrutare la facciata aveva la concretezza del mio progredire nella professione, e mi portava emotivamente a compiere un tuffo nel passato, che si estrinsecava in una carezzevole sensazione di �tempo ritrovato�, come nell�omonimo romanzo di Marcel Proust. La vicinanza di quei luoghi si traduceva in una vicinanza di intenti. Quelle sere, fra calvados e discussioni anatomiche nei luoghi di Dupuytren, diventavano un affiorare di ricordi che si erano depositati nel tempo: il giorno della mia laurea, la discussione della tesi ed una passione perpetrata nel tempo sullo studio di questa malattia che non ho mai tralasciato.
Le ultime opere complete in lingua italiana sull�argomento risalgono a poco pi� di 50 anni addietro; la monografia di Pezzuoli, Radici e Gulienetti del 1960 e la monografia di Vigliani e Rodighiero del 1965, e nello stesso anno, la relazione di Parrini e Brunelli al 3o Congresso Nazionale della Societ� Italiana di Chirurgia della Mano, tenutosi a Modena, da cui � stata tratta una piccola monografia riccamente illustrata. In tutto questo tempo ho sempre curato l�aggiornamento scientifico sulla malattia di Dupuytren con continuit� e passione, sia con lo studio della fascia palmo-digitale su cadavere, sia nella evoluzione delle tecniche chirurgiche e non, fino ai pi� recenti aspetti biologici e molecolari.
Ho sempre coltivato il desiderio di scrivere una monografia sull�argomento ma, inseguendo il tempo, in un vortice di impegni via via pi� crescente, l�idea per un lungo periodo non si � mai materializzata. Il progetto ha cominciato a concretizzarsi quando nel corso del 46o Congresso Nazionale della Societ� Italiana di Chirurgia della Mano svoltosi a Trapani, mi � stato affidato il compito di tenere un Corso d�Istruzione sulla Malattia di Dupuytren. Per preparare adeguatamente il corso ci sono voluti sei mesi di lavoro e di aggiornamento, in modo da poterlo sintetizzare in una brochure di circa cinquanta pagine che ho distribuito a tutti i partecipanti. Quella � stata la base di partenza per la stesura dell�attuale lavoro, coadiuvato fin dall�inizio dal mio carissimo allievo dott. Massimiliano Tripoli, a cui in seguito si � aggiunto l�amico Giorgio Pajardi.
Questa fatica editoriale vede la stampa in un momento particolare, in quanto, grazie ad un decreto legge del Ministro della Salute On. Prof. Ferruccio Fazio, la Chirurgia Plastica � diventata equipollente alla Chirurgia della Mano, come da tanti anni lo era gi� l�Ortopedia. In un certo senso mi sembra lecito affermare che � stato sancito il principio che la Chirurgia della Mano non � pi� appannaggio di una singola Specialit�, ma appartiene a tutti i cultori di questo affascinante capitolo della Chirurgia.
Questo manuale, lungi dalla pretesa di avere esaudito tutti i dubbi che riguardano la genesi della malattia, vuole essere una sintesi sullo stato dell�arte riguardo l�evoluzione e la terapia della contrattura di Dupuytren, ed � rivolta sia agli specialisti del settore, sia a quanti sono desiderosi di approfondire l�argomento �fibromatosi� che, come � noto, � comune ad altre malattie. Sono ancora necessari ulteriori studi ed approfondimenti su questa malattia dagli aspetti �misteriosi� (come l�ha definita Marc Iselin) che richiedono contributi e collaborazioni tra i diversi �campi del sapere�, e a parte i chirurghi della mano, mi riferisco ai patologi e ai biologi molecolari.
In questi ultimi decenni sono stati fatti molti passi in avanti sulla terapia chirurgica della malattia di Dupuytren mediante un approccio pi� conservativo, pi� rispettoso dell�anatomia, e quindi complessivamente meno aggressivo, consentendo nella stragrande maggioranza dei casi un recupero morfofunzionale della mano in tempi pi� brevi. Ci� � stato reso possibile dalla creativit� e dall�esperienza che hanno sempre profuso nello studio di questa malattia tutti gli specialisti del settore, e in modo particolare nell�evoluzione delle tecniche chirurgiche adattate agli stadi avanzati della malattia. Infatti, nel capitolo riguardante la terapia chirurgica sono state coniugate esperienze e contributi da parte di vari specialisti, sia plastici, sia ortopedici. Per quello che mi riguarda personalmente, essendo specialista sia in Chirurgia Plastica sia in Ortopedia, mi sono impegnato in questo manuale per �coniugare e sintetizzare� progressi e contributi scaturiti da entrambe le Specialit�. E per rimanere emotivamente ancora all�ombra dell�imponente facciata dell�H�tel-Dieu.