Incapacità di acquisire nuovi ricordi, difficoltà nel ricordare eventi osservati recentemente, mancata identificazione delle cose, dei luoghi e delle persone, disorientamento visivo-spaziale, sono questi e molti altri i disturbi con cui devono imparare a convivere i malati di demenza senile o di Alzheimer. In una società in continua evoluzione, dove la diminuzione della natalità e l’innalzamento della soglia di mortalità divengono costanti, il compito dell’Architettura è proprio quello d’interpretare le esigenze e i bisogni di persone che hanno perso il rapporto canonico con il mondo e offrire loro le possibilità di recuperarlo o di mantenerlo attraverso canali di comunicazione che sfruttino le loro residue capacità di comprensione. Lo spazio assume una “funzione protesica”, contenendo ed esprimendo in sé le conoscenze necessarie per la sua corretta fruizione, riducendo il senso di frustrazione attraverso la sensazione di sicurezza e di benessere che il malato deve percepire vivendolo. In qualità di curatore, è necessario precisare che il volume non vuole essere esaustivo fornendo risposte progettuali sulle problematiche che gravitano intorno all’invecchiamento, alla demenza e alla Malattia di Alzheimer (oltretutto in Architettura molti altri studiosi hanno prodotto letteratura sull’argomento). L’interesse si è concentrato su esempi di minore complessità e grandezza, ma con una grande attenzione a quanto le procedure, i protocolli, le linee guida, i contributi di esperti hanno individuato per una progettazione mirata e adeguata. Gli interventi di Social Housing degli ultimi anni, presenti nei piani urbanistici, mostrano una previsione di alloggi adeguati per la cosiddetta “fascia grigia”, che è considerata quella classe sociale cui appartengono, oltre le famiglie disagiate, i giovani, gli studenti e anche gli anziani. In Europa si è già provveduto all’integrazione nei piani urbanistici di tali pratiche, mentre in Italia, purtroppo, non è stata ancora varata una legge ben precisa ma solo provvedimenti che prevedono agevolazioni per l’acquisto di alloggi sociali, senza entrare nel merito delle tematiche legate ad uno spazio adeguato alle esigenze di una utenza diversa e particolare.

De Giovanni, G. (2014). UP3_Social Housing per la terza età [10.4399/97888548672083].

UP3_Social Housing per la terza età

DE GIOVANNI, Giuseppe
2014-01-01

Abstract

Incapacità di acquisire nuovi ricordi, difficoltà nel ricordare eventi osservati recentemente, mancata identificazione delle cose, dei luoghi e delle persone, disorientamento visivo-spaziale, sono questi e molti altri i disturbi con cui devono imparare a convivere i malati di demenza senile o di Alzheimer. In una società in continua evoluzione, dove la diminuzione della natalità e l’innalzamento della soglia di mortalità divengono costanti, il compito dell’Architettura è proprio quello d’interpretare le esigenze e i bisogni di persone che hanno perso il rapporto canonico con il mondo e offrire loro le possibilità di recuperarlo o di mantenerlo attraverso canali di comunicazione che sfruttino le loro residue capacità di comprensione. Lo spazio assume una “funzione protesica”, contenendo ed esprimendo in sé le conoscenze necessarie per la sua corretta fruizione, riducendo il senso di frustrazione attraverso la sensazione di sicurezza e di benessere che il malato deve percepire vivendolo. In qualità di curatore, è necessario precisare che il volume non vuole essere esaustivo fornendo risposte progettuali sulle problematiche che gravitano intorno all’invecchiamento, alla demenza e alla Malattia di Alzheimer (oltretutto in Architettura molti altri studiosi hanno prodotto letteratura sull’argomento). L’interesse si è concentrato su esempi di minore complessità e grandezza, ma con una grande attenzione a quanto le procedure, i protocolli, le linee guida, i contributi di esperti hanno individuato per una progettazione mirata e adeguata. Gli interventi di Social Housing degli ultimi anni, presenti nei piani urbanistici, mostrano una previsione di alloggi adeguati per la cosiddetta “fascia grigia”, che è considerata quella classe sociale cui appartengono, oltre le famiglie disagiate, i giovani, gli studenti e anche gli anziani. In Europa si è già provveduto all’integrazione nei piani urbanistici di tali pratiche, mentre in Italia, purtroppo, non è stata ancora varata una legge ben precisa ma solo provvedimenti che prevedono agevolazioni per l’acquisto di alloggi sociali, senza entrare nel merito delle tematiche legate ad uno spazio adeguato alle esigenze di una utenza diversa e particolare.
2014
SOCIAL HOUSING, RESIDENZA, ANZIANO
978-88-548-6720-8
De Giovanni, G. (2014). UP3_Social Housing per la terza età [10.4399/97888548672083].
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