La visione politico-religiosa di Nicola Cusano è imperniata su un approfondimento speculativo del concetto di ‘unità’. Nel terzo libro del De docta ignorantia, nel quale si tratta specificamente di “quel massimo che è ad un tempo assoluto e contratto”, ossia di Gesù Cristo, il tema della Chiesa viene affrontato proprio nell’ultimo capitolo, a chiusura dell’intera trattazione. Si parte dalla constatazione dell’ineguaglianza di grado nella fede all’interno della diversità umana: dal momento che essa si caratterizza per il più e il meno, non esiste la possibilità tra gli uomini di potere giungere ad una fede massima, cioè assoluta, tale da non permettere l’eventualità di una fede ancora più alta. Per Cusano esiste, però, un testimone e latore della fede e della carità in senso assoluto: questi è Gesù Cristo “il quale fu ad un tempo viatore e possessore di Dio, uomo amante e Dio amato”. Gesù Cristo compendia ogni grado di fede e ogni grado di carità che rimangono, invece, distinti, diversificati ed articolati nella molteplicità umana e nella specificità di ogni creatura. In altre parole, l’apice assoluto della fede e dell’amore, rappresentato dalla figura di Cristo, dà ragione di tutta l’estrema varietà e differenzialità di fede e amore presenti nel contesto umano. Cusano ha una visione estremamente aperta e non certo rigida o riduttiva della totalità ecclesiale. In sostanza, la Chiesa è per lui l’intera stirpe umana, infinitamente diversa nei suoi gradi (e dunque nei suoi modi) di fede e amore in Dio. Il lavoro si pone l’obiettivo di analizzare l’uso, da parte di Nicola Cusano, del concetto di concordanza tra ecclesiologia e teoria politica. L’idea di concordantia è applicata da Cusano alla concreta prassi politico-ecclesiologica, in un tentativo di superamento delle divergenti interpretazioni delle fonti (coniugando processo canonistico di armonizzazione e metodo storico-critico) e di sperimentazione dell’analisi storica. La prima sezione della tesi discute il conciliarismo e, quindi, il Movimento conciliare, mettendoli in riferimento al contesto delle idee sviluppate da Cusano nel De concordantia catholica. Sono stati affrontati alcuni nodi tematici della storia europea della prima metà del secolo XV in modo da permettere al lettore una migliore comprensione dell’elaborato: a) Movimento conciliare di Basilea, b) Grande Scisma, c) auto-dissoluzione del Concilio di Basilea. Il conciliarismo è stato trattato, 3 inoltre, da un punto di vista canonistico, ecclesiologico, politico e filosofico. Se lo si intende come una teoria politica, è stato proprio il conciliarismo ad avere la facoltà di mettere in dubbio l’idea della plenitudo potestatis papale. Si è cercato di riflettere perciò sull’importanza della teoria conciliare nel diritto canonico tardomedievale, oltre che in un quadro più completo del pensiero politico medievale. In questa seconda sezione, è stato messo in luce il quadro teorico del conciliarismo del De concordantia catholica. Nell’articolazione del lavoro, è stato determinante, in primo luogo, indagare l’impianto metafisico del discorso di Cusano, che comprende l’idea di emanazione (intesa come l’esigenza generale di superare l’isolamento del particolare), la visione trinitaria del mondo, e la metafisica della concordanza. Su questa linea, è stato mostrato come la concordantia, intesa come l’unità di parti diverse e diseguali (“ogni concordanza è concordanza di differenze”), è anche il principio – presente nel De concordantia catholica – su cui si sostiene una posizione di mediazione all’interno del dibattito politico-teologico conciliare. In secondo luogo, sono stati individuati i cardini del ragionamento di Cusano orientato a corroborare la sua posizione politico-filosofica all’interno del Concilio. La terza sezione del lavoro indaga la metafisica dell’unità nei tre grandi trattati filosofici della maturità di Cusano, il De docta ignorantia, il De coniecturis e il De pace fidei, con l’obiettivo di centrare gli aspetti peculiari delle argomentazioni cusaniane che riconducono alla problematizzazione del concetto di “armonia ecclesiale” e alla considerazione di un “metodo della concordantia”. La quarta parte della tesi è dedicata ad un riepilogo del percorso intellettuale e umano del cardinale filosofo. La sezione propone una presentazione organica dell’antropologia filosofica cusaniana, inquadrata attorno alla distinzione tra l’intuitus dell’intelletto (a-relazionale, non predicativo) e il “discorrere” della ratio (governata ancora dal principio di non contraddizione), ossia tra conoscenza intuitiva e conoscenza discorsiva. In chiusura, per una più opportuna contestualizzazione tematica all’interno dell’argomentazione d’insieme proposta, si è cercato di mettere questa distinzione concettuale in relazione alla concezione generale dell’ontologia cusaniana nell’economia del discorso filosofico-politico presentato da Cusano nei suoi principali scritti.
Corseri, . (2014). CAPUT-CORPUS: IL LINGUAGGIO DELLA concordantia NELLA RIFLESSIONE POLITICO-RELIGIOSA DI NICOLA CUSANO.
CAPUT-CORPUS: IL LINGUAGGIO DELLA concordantia NELLA RIFLESSIONE POLITICO-RELIGIOSA DI NICOLA CUSANO
CORSERI, Vincenzo Maria
2014-04-14
Abstract
La visione politico-religiosa di Nicola Cusano è imperniata su un approfondimento speculativo del concetto di ‘unità’. Nel terzo libro del De docta ignorantia, nel quale si tratta specificamente di “quel massimo che è ad un tempo assoluto e contratto”, ossia di Gesù Cristo, il tema della Chiesa viene affrontato proprio nell’ultimo capitolo, a chiusura dell’intera trattazione. Si parte dalla constatazione dell’ineguaglianza di grado nella fede all’interno della diversità umana: dal momento che essa si caratterizza per il più e il meno, non esiste la possibilità tra gli uomini di potere giungere ad una fede massima, cioè assoluta, tale da non permettere l’eventualità di una fede ancora più alta. Per Cusano esiste, però, un testimone e latore della fede e della carità in senso assoluto: questi è Gesù Cristo “il quale fu ad un tempo viatore e possessore di Dio, uomo amante e Dio amato”. Gesù Cristo compendia ogni grado di fede e ogni grado di carità che rimangono, invece, distinti, diversificati ed articolati nella molteplicità umana e nella specificità di ogni creatura. In altre parole, l’apice assoluto della fede e dell’amore, rappresentato dalla figura di Cristo, dà ragione di tutta l’estrema varietà e differenzialità di fede e amore presenti nel contesto umano. Cusano ha una visione estremamente aperta e non certo rigida o riduttiva della totalità ecclesiale. In sostanza, la Chiesa è per lui l’intera stirpe umana, infinitamente diversa nei suoi gradi (e dunque nei suoi modi) di fede e amore in Dio. Il lavoro si pone l’obiettivo di analizzare l’uso, da parte di Nicola Cusano, del concetto di concordanza tra ecclesiologia e teoria politica. L’idea di concordantia è applicata da Cusano alla concreta prassi politico-ecclesiologica, in un tentativo di superamento delle divergenti interpretazioni delle fonti (coniugando processo canonistico di armonizzazione e metodo storico-critico) e di sperimentazione dell’analisi storica. La prima sezione della tesi discute il conciliarismo e, quindi, il Movimento conciliare, mettendoli in riferimento al contesto delle idee sviluppate da Cusano nel De concordantia catholica. Sono stati affrontati alcuni nodi tematici della storia europea della prima metà del secolo XV in modo da permettere al lettore una migliore comprensione dell’elaborato: a) Movimento conciliare di Basilea, b) Grande Scisma, c) auto-dissoluzione del Concilio di Basilea. Il conciliarismo è stato trattato, 3 inoltre, da un punto di vista canonistico, ecclesiologico, politico e filosofico. Se lo si intende come una teoria politica, è stato proprio il conciliarismo ad avere la facoltà di mettere in dubbio l’idea della plenitudo potestatis papale. Si è cercato di riflettere perciò sull’importanza della teoria conciliare nel diritto canonico tardomedievale, oltre che in un quadro più completo del pensiero politico medievale. In questa seconda sezione, è stato messo in luce il quadro teorico del conciliarismo del De concordantia catholica. Nell’articolazione del lavoro, è stato determinante, in primo luogo, indagare l’impianto metafisico del discorso di Cusano, che comprende l’idea di emanazione (intesa come l’esigenza generale di superare l’isolamento del particolare), la visione trinitaria del mondo, e la metafisica della concordanza. Su questa linea, è stato mostrato come la concordantia, intesa come l’unità di parti diverse e diseguali (“ogni concordanza è concordanza di differenze”), è anche il principio – presente nel De concordantia catholica – su cui si sostiene una posizione di mediazione all’interno del dibattito politico-teologico conciliare. In secondo luogo, sono stati individuati i cardini del ragionamento di Cusano orientato a corroborare la sua posizione politico-filosofica all’interno del Concilio. La terza sezione del lavoro indaga la metafisica dell’unità nei tre grandi trattati filosofici della maturità di Cusano, il De docta ignorantia, il De coniecturis e il De pace fidei, con l’obiettivo di centrare gli aspetti peculiari delle argomentazioni cusaniane che riconducono alla problematizzazione del concetto di “armonia ecclesiale” e alla considerazione di un “metodo della concordantia”. La quarta parte della tesi è dedicata ad un riepilogo del percorso intellettuale e umano del cardinale filosofo. La sezione propone una presentazione organica dell’antropologia filosofica cusaniana, inquadrata attorno alla distinzione tra l’intuitus dell’intelletto (a-relazionale, non predicativo) e il “discorrere” della ratio (governata ancora dal principio di non contraddizione), ossia tra conoscenza intuitiva e conoscenza discorsiva. In chiusura, per una più opportuna contestualizzazione tematica all’interno dell’argomentazione d’insieme proposta, si è cercato di mettere questa distinzione concettuale in relazione alla concezione generale dell’ontologia cusaniana nell’economia del discorso filosofico-politico presentato da Cusano nei suoi principali scritti.File | Dimensione | Formato | |
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