Obiettivo degli studi condotti in questa tesi è stato quello di valutare l’efficacia del Partenolide in vivo in xenotrapianti ottenuti da cellule di carcinoma mammario triplo negativo MDA-MB231 in topi immunodeficienti. Lo studio è stato condotto impiegando il dimetilamino-partenolide (DMAPT), un analogo del partenolide più solubile. I risultati delle ricerche hanno dimostrato che la somministrazione di DMAPT a topi immunodeficienti portatori di xenotrapianti di cellule MDA-MB231 determina una significativa inibizione della crescita dei tumori e un incremento della sopravvivenza degli animali. Analisi immunoistochimiche condotte su preparati istologici ottenuti dai tumori hanno anche dimostrato che il trattamento con DMAPT determina una marcata riduzione delle metastasi polmonari, nonché una riduzione dei livelli di fattori angiogenetici, quali il VEGF, e invasivi, quali le metalloproteasi 2 e 9. Il DMAPT, inoltre, determina una riduzione dei livelli di p65, una componente del fattore di trascrizione NF-kB, responsabile dell’attivazione trascrizionale di VEGF e delle metalloproteasi, ed un incremento dei livelli di JNK fosforilato, un fattore correlato con l’induzione di stress ossidativo. Complessivamente i dati prodotti in questo studio costituiscono un’incoraggiante evidenza del possibile impiego del DMAPT nel prossimo futuro nella terapia del carcinoma mammario triplo negativo.

DI BELLA, . (2014). Valutazione degli effetti del dimetilamino-partenolide (DMAPT) in vivo in xenotrapianti di cellule di carcinoma mammario MDA-MB231.

Valutazione degli effetti del dimetilamino-partenolide (DMAPT) in vivo in xenotrapianti di cellule di carcinoma mammario MDA-MB231

DI BELLA, Santina
2014-02-19

Abstract

Obiettivo degli studi condotti in questa tesi è stato quello di valutare l’efficacia del Partenolide in vivo in xenotrapianti ottenuti da cellule di carcinoma mammario triplo negativo MDA-MB231 in topi immunodeficienti. Lo studio è stato condotto impiegando il dimetilamino-partenolide (DMAPT), un analogo del partenolide più solubile. I risultati delle ricerche hanno dimostrato che la somministrazione di DMAPT a topi immunodeficienti portatori di xenotrapianti di cellule MDA-MB231 determina una significativa inibizione della crescita dei tumori e un incremento della sopravvivenza degli animali. Analisi immunoistochimiche condotte su preparati istologici ottenuti dai tumori hanno anche dimostrato che il trattamento con DMAPT determina una marcata riduzione delle metastasi polmonari, nonché una riduzione dei livelli di fattori angiogenetici, quali il VEGF, e invasivi, quali le metalloproteasi 2 e 9. Il DMAPT, inoltre, determina una riduzione dei livelli di p65, una componente del fattore di trascrizione NF-kB, responsabile dell’attivazione trascrizionale di VEGF e delle metalloproteasi, ed un incremento dei livelli di JNK fosforilato, un fattore correlato con l’induzione di stress ossidativo. Complessivamente i dati prodotti in questo studio costituiscono un’incoraggiante evidenza del possibile impiego del DMAPT nel prossimo futuro nella terapia del carcinoma mammario triplo negativo.
19-feb-2014
carcinoma mammario; dimetilamino-partenolide (DMAPT); xenotrapianti
DI BELLA, . (2014). Valutazione degli effetti del dimetilamino-partenolide (DMAPT) in vivo in xenotrapianti di cellule di carcinoma mammario MDA-MB231.
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