Il libro tesse un elogio dell’amore dell’uomo e della donna e della vita di famiglia. S’alimenta dell’intuizione che quest’amore possa diventare generativo in modo eminente: fa amare d’essere, può rivelare che essere è per amare, tal che se ne possa dire come di un trascendentale. Un assunto entusiastico, cui l’autore perviene scegliendo il linguaggio asciutto di un’analisi fenomenologica delle intenzionalità che li costituiscono, ai loro diversi livelli di realtà e di senso. In avvio si prende atto che nelle società della tarda-modernità esistono forme differenziate di coppia, ognuna sembra dar luogo ad una coppia mista; che non c’è la famiglia, ma una vera e propria polinesia di famiglie. Dall’analisi emerge subito però che l’aspetto sintomatico è forse dato dall’affermazione crescente del single come ideale di vita: dominanza di una Weltanschauung estetizzante, di un tipo umano da ultimo autoreferenziale, agognato a tratti anche da quanti scelgono di sposarsi. La prospettiva complessiva della riflessione è l’antropologia pedagogica, scienza di confine tra una pedagogia fondamentale e una filosofia della persona. Intende il piano del poter essere, del dover essere dell’amore e del ‘famigliare’, segnato dal principio-generosità. In ogni grado, la relazione erotica, il legame coniugale e l’alleanza sponsale - grado il più alto, ché consente l’ingresso nell’universo del sacro – si tratta ogni volta d’un modo d’essere che appare possibilità ulteriore offerta alla libertà, permette nuove conquiste nel viaggio alla scoperta di sé e dell’altro. In questo orizzonte si può comprendere come l’amore di coppia possa diventare cifra dell’esistenza personale; e in che senso la comunità familiare possa custodire la genealogia della persona. Dona ad ogni soggetto una mente, un desiderio; ma soprattutto – quando è definita dalla disponibilità ad accogliere «chi viene sempre da altrove» - apre una chiara intuizione della logica del dono, ritmo originario dell’essere e dell’esistenza. Si configura, complessivamente, la proposta di un’antropologia pedagogica, per la quale tutte le relazioni famigliari s’implicano reciprocamente, articolazioni differenti di un’identica struttura dell’esistenza, nel testo denominata relazionalità riconoscente. È un’antropologia di segno sponsale, vede ed intende l’amore sponsale e la vita di famiglia come grandiosi operatori di felicità e di senso; permette di poter oggi «scorgere il sacro insediarsi stabilmente nei cuori», profezia di un inedito umanesimo dell’intimità.
BELLINGRERI, A. (2014). LA FAMIGLIA COME ESISTENZIALE. SAGGIO DI ANTROPOLOGIA PEDAGOGICA. BRESCIA : LA SCUOLA.
LA FAMIGLIA COME ESISTENZIALE. SAGGIO DI ANTROPOLOGIA PEDAGOGICA
BELLINGRERI, Antonio
2014-01-01
Abstract
Il libro tesse un elogio dell’amore dell’uomo e della donna e della vita di famiglia. S’alimenta dell’intuizione che quest’amore possa diventare generativo in modo eminente: fa amare d’essere, può rivelare che essere è per amare, tal che se ne possa dire come di un trascendentale. Un assunto entusiastico, cui l’autore perviene scegliendo il linguaggio asciutto di un’analisi fenomenologica delle intenzionalità che li costituiscono, ai loro diversi livelli di realtà e di senso. In avvio si prende atto che nelle società della tarda-modernità esistono forme differenziate di coppia, ognuna sembra dar luogo ad una coppia mista; che non c’è la famiglia, ma una vera e propria polinesia di famiglie. Dall’analisi emerge subito però che l’aspetto sintomatico è forse dato dall’affermazione crescente del single come ideale di vita: dominanza di una Weltanschauung estetizzante, di un tipo umano da ultimo autoreferenziale, agognato a tratti anche da quanti scelgono di sposarsi. La prospettiva complessiva della riflessione è l’antropologia pedagogica, scienza di confine tra una pedagogia fondamentale e una filosofia della persona. Intende il piano del poter essere, del dover essere dell’amore e del ‘famigliare’, segnato dal principio-generosità. In ogni grado, la relazione erotica, il legame coniugale e l’alleanza sponsale - grado il più alto, ché consente l’ingresso nell’universo del sacro – si tratta ogni volta d’un modo d’essere che appare possibilità ulteriore offerta alla libertà, permette nuove conquiste nel viaggio alla scoperta di sé e dell’altro. In questo orizzonte si può comprendere come l’amore di coppia possa diventare cifra dell’esistenza personale; e in che senso la comunità familiare possa custodire la genealogia della persona. Dona ad ogni soggetto una mente, un desiderio; ma soprattutto – quando è definita dalla disponibilità ad accogliere «chi viene sempre da altrove» - apre una chiara intuizione della logica del dono, ritmo originario dell’essere e dell’esistenza. Si configura, complessivamente, la proposta di un’antropologia pedagogica, per la quale tutte le relazioni famigliari s’implicano reciprocamente, articolazioni differenti di un’identica struttura dell’esistenza, nel testo denominata relazionalità riconoscente. È un’antropologia di segno sponsale, vede ed intende l’amore sponsale e la vita di famiglia come grandiosi operatori di felicità e di senso; permette di poter oggi «scorgere il sacro insediarsi stabilmente nei cuori», profezia di un inedito umanesimo dell’intimità.File | Dimensione | Formato | |
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