Un allenamento regolare di grado moderato, e di tipo prevalentemente aerobico ha effetti positivi sul benessere generale ed in particolare sulla performance cardiovascolare, apportando un contributo significativo nella prevenzione primaria delle cardiopatie, in quanto elemento essenziale del trattamento di malattie metaboliche quali obesità, diabete mellito, dislipidemia, o dell’aterosclerosi, condizioni riconosciute come fattori di rischio di eventi cardiovascolari. L’esercizio moderato è inoltre essenziale nella prevenzione secondaria e nella fase riabilitativa della cardiopatia ischemica o dell’insufficienza cardiaca. Gli effetti benefici non sono però così chiari quando l’attività fisica diventa estremamente intensa, o strenua: negli atleti spesso si evidenziano modificazioni cardiache, elettriche e strutturali, indicate genericamente con il termine di “cuore d’atleta”, che rappresentano una risposta adattativa all’aumentato lavoro cardiaco, e che sono influenzate da fattori quali l’allenamento ad una specifica disciplina sportiva, il sesso e la razza. Sebbene questi adattamenti siano generalmente valutati come fisiologici e reversibili, alcune recenti osservazioni indicano che un esercizio strenuo (come l’ultra-maratona) danneggia il tessuto miocardio e riduce la performance sistolica sia del ventricolo sinistro che del ventricolo destro ed il rimodellamento atriale e ventricolare destro potrebbero rappresentare adattamenti patologici, predisponenti ad aritmie e morte cardiaca improvvisa.
Traina, M., Cataldo, A., Cerasola, D., Zangla, D., Russo, G. (2013). IL RUOLO DELLA CARDIOLOGIA NELLA VALUTAZIONE DELL'ATTIVITA' SPORTIVA. In Atti Congressuali (pp.38-39).
IL RUOLO DELLA CARDIOLOGIA NELLA VALUTAZIONE DELL'ATTIVITA' SPORTIVA
TRAINA, Marcello;CATALDO, Angelo;ZANGLA, Daniele;RUSSO, Giuseppe
2013-01-01
Abstract
Un allenamento regolare di grado moderato, e di tipo prevalentemente aerobico ha effetti positivi sul benessere generale ed in particolare sulla performance cardiovascolare, apportando un contributo significativo nella prevenzione primaria delle cardiopatie, in quanto elemento essenziale del trattamento di malattie metaboliche quali obesità, diabete mellito, dislipidemia, o dell’aterosclerosi, condizioni riconosciute come fattori di rischio di eventi cardiovascolari. L’esercizio moderato è inoltre essenziale nella prevenzione secondaria e nella fase riabilitativa della cardiopatia ischemica o dell’insufficienza cardiaca. Gli effetti benefici non sono però così chiari quando l’attività fisica diventa estremamente intensa, o strenua: negli atleti spesso si evidenziano modificazioni cardiache, elettriche e strutturali, indicate genericamente con il termine di “cuore d’atleta”, che rappresentano una risposta adattativa all’aumentato lavoro cardiaco, e che sono influenzate da fattori quali l’allenamento ad una specifica disciplina sportiva, il sesso e la razza. Sebbene questi adattamenti siano generalmente valutati come fisiologici e reversibili, alcune recenti osservazioni indicano che un esercizio strenuo (come l’ultra-maratona) danneggia il tessuto miocardio e riduce la performance sistolica sia del ventricolo sinistro che del ventricolo destro ed il rimodellamento atriale e ventricolare destro potrebbero rappresentare adattamenti patologici, predisponenti ad aritmie e morte cardiaca improvvisa.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Atti Congressuali.pdf
accesso aperto
Descrizione: Abstract Traina Marcello et al.
Dimensione
723.99 kB
Formato
Adobe PDF
|
723.99 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.