Il lavoro monografico è dedicato alle fonti e agli istituti che riguardano la configurabilità nell’esperienza romana di fenomeni di «rappresentanza», riconducibili proprio al caso delle actiones adiecticiae qualitatis, del procurator, del mandato. Infatti, anche se il diritto romano non elaborò mai un concetto tecnico ed unitario di rappresentanza - anche dal punto di vista terminologico - tuttavia nelle sue fonti vi sono soluzioni che riguardano certamente casi di sostituzione negoziale, che sono stati oggetto di studio nelle epoche successive, e che hanno sicuramente condizionato la formazione del moderno istituto della rappresentanza. Infatti è indiscussa l’importanza - per la successiva, difficile sistematizzazione in un «modernes Recht der Stelllvertretung” - della regolazione normativa romana, pur così settorializzata in una serie di campi problematici, e del suo sottofondo sociale, dato che la scienza del diritto comune si concepirà, almeno formalmente, come interpretatio di (quei) testi preesistenti, sottoponendosi già solo per questo ad un lento, assai poco lineare e soprattutto non unitario processo di emancipazione. Infatti, sebbene il diritto romano abbia espresso e disciplinato un sistema della sostituzione negoziale per certi versi profondamente diverso da quella odierna, la teoria moderna della rappresentanza è stata costruita certamente sulle fonti romane e sulla tradizione romanistica. Ebbene, la coscienza di questo ‘articolato processo di sviluppo storico’ dell’istituto, può contribuire anche a chiarire alcuni importanti aspetti relativi all’assetto moderno della rappresentanza. Non basta dire, infatti, che l’esperienza moderna ha creato un concetto di rappresentanza in opposizione o in discontinuità con il diritto romano. Le vicende che riguardano la formazione dell’istituto moderno della rappresentanza sono molto più complesse di quanto sembri, e sono certamente legate alla tradizione storica precedente. Di conseguenza, un’indagine volta ad acquisire consapevolezza di tale complessità potrebbe risultare utile per chiarire certe intricate ed incongruenti soluzioni moderne ed alcune anomalie presenti addirittura nelle nostre codificazioni, e, al tempo stesso, potrebbe contribuire anche ad una corretta interpretazione delle fonti romane, scevra per quanto possibile, da ‘autorevoli incrostazioni’ interpretative.

MICELI M (2008). Studi sulla "rappresentanza" nel diritto romano. MILANO : Dott. A Giuffrè editore.

Studi sulla "rappresentanza" nel diritto romano

MICELI, Maria
2008-01-01

Abstract

Il lavoro monografico è dedicato alle fonti e agli istituti che riguardano la configurabilità nell’esperienza romana di fenomeni di «rappresentanza», riconducibili proprio al caso delle actiones adiecticiae qualitatis, del procurator, del mandato. Infatti, anche se il diritto romano non elaborò mai un concetto tecnico ed unitario di rappresentanza - anche dal punto di vista terminologico - tuttavia nelle sue fonti vi sono soluzioni che riguardano certamente casi di sostituzione negoziale, che sono stati oggetto di studio nelle epoche successive, e che hanno sicuramente condizionato la formazione del moderno istituto della rappresentanza. Infatti è indiscussa l’importanza - per la successiva, difficile sistematizzazione in un «modernes Recht der Stelllvertretung” - della regolazione normativa romana, pur così settorializzata in una serie di campi problematici, e del suo sottofondo sociale, dato che la scienza del diritto comune si concepirà, almeno formalmente, come interpretatio di (quei) testi preesistenti, sottoponendosi già solo per questo ad un lento, assai poco lineare e soprattutto non unitario processo di emancipazione. Infatti, sebbene il diritto romano abbia espresso e disciplinato un sistema della sostituzione negoziale per certi versi profondamente diverso da quella odierna, la teoria moderna della rappresentanza è stata costruita certamente sulle fonti romane e sulla tradizione romanistica. Ebbene, la coscienza di questo ‘articolato processo di sviluppo storico’ dell’istituto, può contribuire anche a chiarire alcuni importanti aspetti relativi all’assetto moderno della rappresentanza. Non basta dire, infatti, che l’esperienza moderna ha creato un concetto di rappresentanza in opposizione o in discontinuità con il diritto romano. Le vicende che riguardano la formazione dell’istituto moderno della rappresentanza sono molto più complesse di quanto sembri, e sono certamente legate alla tradizione storica precedente. Di conseguenza, un’indagine volta ad acquisire consapevolezza di tale complessità potrebbe risultare utile per chiarire certe intricate ed incongruenti soluzioni moderne ed alcune anomalie presenti addirittura nelle nostre codificazioni, e, al tempo stesso, potrebbe contribuire anche ad una corretta interpretazione delle fonti romane, scevra per quanto possibile, da ‘autorevoli incrostazioni’ interpretative.
2008
88-14-14173-8
MICELI M (2008). Studi sulla "rappresentanza" nel diritto romano. MILANO : Dott. A Giuffrè editore.
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