Il contributo di S. Bonanzinga esamina quel particolare aspetto del “cibo per via” che investe l’uso della voce da parte dei venditori. Le formule cadenzate che invitano all’acquisto degli alimenti non solo confermano il ruolo centrale degli uomini come gestori della dimensione pubblica, in opposizione a quello privato delle donne, ma perpetuano anche l’arcaica connessione fra suono e cibo come espressioni dell’energia naturale. Un potere della voce di modellare il reale che implode quello degli alimenti, messi in scena entro quelle cornici sonore di antica e più recente fattura che i siciliani chiamiano abbanniati, vanniati, bbanniati o bbanniatini. Le grida di réclame continuano a proporre una retorica dell’arte verbale sorprendentemente affine alla pubblicità dei mass media. Il loro linguaggio appare infatti tanto tradizionale quanto moderno nella messa in forma del messaggio, efficace proprio perché breve, ridondante, stilisticamente marcato e in grado di catturare gli acquirenti in una rete di interazioni giocata su un piano di reciproca complicità con chi offre la merce. Questi richiami “cantati”, capaci di evocare mitici quanto funzionali paesaggi della memoria, invitano a un consumo aurale prima che gustativo dei cibi: ne prefigurano sapori e fragranze, colori e profumi. Voci narranti che riattualizzano anche l’immagine dei ritmi di crescita e maturazione, il senso gratificante dell’abbondanza che si offre al consumo.
Bonanzinga, S., Giallombardo, F. (2011). Il cibo per via. Paesaggi alimentari in Sicilia. Palermo : Centro di studi filologici e linguistici siciliani.
Il cibo per via. Paesaggi alimentari in Sicilia
BONANZINGA, Sergio;
2011-01-01
Abstract
Il contributo di S. Bonanzinga esamina quel particolare aspetto del “cibo per via” che investe l’uso della voce da parte dei venditori. Le formule cadenzate che invitano all’acquisto degli alimenti non solo confermano il ruolo centrale degli uomini come gestori della dimensione pubblica, in opposizione a quello privato delle donne, ma perpetuano anche l’arcaica connessione fra suono e cibo come espressioni dell’energia naturale. Un potere della voce di modellare il reale che implode quello degli alimenti, messi in scena entro quelle cornici sonore di antica e più recente fattura che i siciliani chiamiano abbanniati, vanniati, bbanniati o bbanniatini. Le grida di réclame continuano a proporre una retorica dell’arte verbale sorprendentemente affine alla pubblicità dei mass media. Il loro linguaggio appare infatti tanto tradizionale quanto moderno nella messa in forma del messaggio, efficace proprio perché breve, ridondante, stilisticamente marcato e in grado di catturare gli acquirenti in una rete di interazioni giocata su un piano di reciproca complicità con chi offre la merce. Questi richiami “cantati”, capaci di evocare mitici quanto funzionali paesaggi della memoria, invitano a un consumo aurale prima che gustativo dei cibi: ne prefigurano sapori e fragranze, colori e profumi. Voci narranti che riattualizzano anche l’immagine dei ritmi di crescita e maturazione, il senso gratificante dell’abbondanza che si offre al consumo.File | Dimensione | Formato | |
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