INTRODUZIONE Questo lavoro di ricerca affronta un tema centrale nella qualità e nelle prospettive di vita di ognuno di noi. I reati dei colletti bianchi sono complessi, difficili da definire, eppure particolarmente gravi perché, lentamente e inesorabilmente, distruggono il tessuto dei nostri rapporti sociali, dell’economia, della finanza, del risparmio, del lavoro. La ricerca prende in analisi un fenomeno, relativamente recente, che investe l’organizzazione criminale mafiosa, il fenomeno dei colletti bianchi. Il loro accesso ha dato un volto nuovo all’organizzazione criminale, permettendole di sottrarsi ai vecchi pregiudizi ed entrare nei salotti buoni della società. Il volto di Cosa Nostra oggi, è fatto da medici, infermieri, giudici, impiegati, addetti alle forze dell’ordine, ecc., questi, con la loro presenza-assenza, garantiscono l’esistenza e lo sviluppo della stessa, permettendole una capillare ascesa verso il potere. Per quanto ingente sia il danno economico prodotto dai reati dei colletti bianchi, ancora più grave è il danno che essi arrecano ai rapporti sociali: sono abusi della fiducia e quindi creano sfiducia, deprimendo la morale pubblica e disorganizzazione sociale su larga scala. Il lavoro si inserisce nel filone di studi psicologico-clinici sul fenomeno mafioso e si propone di approfondire l’intreccio tra criminalità organizzata e crimine dei colletti bianchi. OBIETTIVI Gli obiettivi di questa ricerca sono essenzialmente esplorativi e conoscitivi, mettendo in luce quelli che sono i costi psichici ed economici della collusione tra colletti bianchi e mafia, si intende svelare anche miti legati al potere che ancora oggi dominano, ridando alla cittadinanza un potere legato alla possibilità e alla responsabilità di cambiare lo stato delle cose. Lo studio verterà, altresì, sull’analisi delle ricadute psichiche, che il sistema clientelare-mafioso ha sull’identità dei professionisti che operano belle istituzioni pubbliche oggetto di indagini giudiziarie. I risultati di questo studio costituiscono la base per formulare ipotesi d’intervento sul territorio al fine di sostenere lo sviluppo di una “mente” fortemente legata all’autonomia, alla crescita delle proprie risorse personali, sociali, educative, economiche, potenziando in tal senso le risorse della comunità. METODOLOGIA Lo specifico dell'interesse clinico è rivolto non tanto allo studio dell'organizzazione criminale, quanto piuttosto alla comprensione dell'organizzazione del pensiero, delle modalità relazionali che caratterizzano “camicia bianca” per eccellenza, Giuseppe Guttadauro, chirurgo e capomafia dell’importante mandamento di Brancaccio, al fine di comprendere quali sono le caratteristiche psichiche di quei professionisti “rispettabili e di alto status sociale” (Sutherland, 1983) che appartengono o colludono con l’organizzazione criminale Cosa Nostra. La metodologia che sostiene la presente ricerca si rifà essenzialmente alla psicologia clinica. Lo strumento scelto per l’analisi delle intercettazioni ambientali è il T-LAB. Questo appartiene alla famiglia dei software, orientati a produrre mappe, che rappresentano i contenuti dei testi, sia presi singolarmente che confrontati tra loro. SOGGETTI COINVOLTI Tutto ha inizio nel salotto di via De Cosmi 15, a Palermo, in casa di Giuseppe Guttadauro, chirurgo e capomafia dell'importante mandamento di Brancaccio. Nella casa sono state piazzate numerose microspie dal Ros dei carabinieri. Guttadauro viene da dieci anni di carcere per associazione mafiosa e, una volta tornato in libertà, il salotto diventa un crocevia di professionisti, politici, faccendieri, una sorta di finestra sulla scienza 'politico-mafiosa'. Uno dei più assidui frequentatori del salotto è Domenico Miceli dell'Udc, anche lui medico, che siederà nella poltrona di assessore comunale alla Sanità nella prima giunta Cammarata. Miceli è il pupillo di Guttadauro che decide di lanciarlo per le elezioni regionali del 2001 in cui sarà il primo dei non eletti nella lista del Cdu (poi Udc). Una delle coppie più significative risulta essere Cuffaro-Miceli. I lemmi che co-occorrono maggiormente risultano essere: diventare, lavorare, bisogno, campagna elettorale, portare. Emerge un chiaro intento in termini di progettualità e costruzione dell’affare illecito. Si evidenzia una reciprocità dei lemmi campagna_elettorale e lavoro, l’uno infatti diviene strumento per il raggiungimento dell’altro in un gioco di reciproco scambio. Una reciprocità che converge in un territorio comune, ovvero la politica. Guttadauro dice di volere lavorar a capodanno perché quello spazio tempo è una riserva di voti. È chiara in questa affermazione una perversione psicologica del lavoro. Laddove l’attività lavorativa, specialmente quella sanitaria, dovrebbe essere animata da una forte tensione etica verso il sociale. L’obiettivo dovrebbe infatti essere quello della cura e del benessere dell’altro, nelle parole di Guttadauro c’è una strumentalizzazione del contesto lavorativo e della sua funzione di ruolo per ottenere consensi elettorali che confluiranno nelle casse dell’organizzazione. Un risultato interessante si ottiene attraverso l’analisi delle corrispondenze. Abbiamo deciso di nominare il terzo ed ultimo fattore Conservazione del familiare – Contaminazione del sociale. Questi due fattori non risultano in antitesi, sono piuttosto, reciproci e di sostegno. Abbiamo scelto di definire per questo la polarità negativa del terzo fattore conservazione del sociale, sottolineando il forte interessa che Cosa Nostra palesa nei confronti dei tipici valori siciliani. La polarità positiva è invece stata definita Contaminazione nel sociale, questa è infatti costituita dai lemmi: portare, dire, uscire, nome, impegni, conoscere (vedi tab. 3). Dall’analisi dei lemmi costitutivi emerge l’interesse per il territorio e la sfera del visibile. La scelta di “portare” e sostenere Mimmo Miceli per le elezioni regionali del 2001 diviene il tentativo di trovare un volto pulito ed incensurato per portare avanti il progetto della Commissione. Il volto pulito diviene strumento di conservazione per l’organizzazione, mediante l’interfaccia pulita l’illegale tesse legami con il sociale in un gioco di contaminazioni reciproche. CONSIDERAZIONI STATISTICHE Abbiamo deciso di dar voce allo stesso Guttadauro, riportando quelle frasi che alla luce di quanto emerso risultavano più significative. Questa scelta si è rivelata vincente, ci ha permesso infatti, di essere maggiormente esplicativi, andando oltre dati e percentuali statistiche. G: “Noi dobbiamo portare un consigliere regionale, così se abbiamo necessità di una cosa, e poi i tuoi figli dove devono crescere. G: “Per cui tu lo devi dire a tutti quelli che conosci, a tutti i dottori, a tutti gli infermieri, a tutti i cornuti, a tutte le buttane, a tutti quelli che conosci, devi insistere, mi spiego. Intanto ti do dei facsimile, li cominci a dare a qualcuno proprio intimo, poi ti faccio avere gli altri e ci organizziamo e ci muoviamo a livello dire di partito nostro. RILFESSIONI CLINICHE Da quanto emerso è possibile afferma che Cosa Nostra si serve di volti puliti, incensurati e al di fuori di ogni sospetto per arrivare alle maglie sociali, la sua capacità di estroflettersi nel territorio è indice del fatto che l’organizzazione ha un vero e proprio potere di vita o di morte sui suoi abitanti. Emerge la volontà da parte del boss di creare un network con il mondo esterno mediante il candidato. La scelta non è casuale, ma come tutte le manovre di Cosa Nostra è strategica e persegue gli obiettivi dell’organizzazione, Mimmo Miceli è prima di tutto un medico e da lui non ci si aspettano raffinate competenze diplomatico-strategiche, per questo motivo è l’uomo perfetto, insospettabile, beneficiario di stima e riconoscimento sociale. La sua inesperienza politica abbinata alla sua visibilità e influenza sociale ne fanno una pedina perfetta collocata nella planimetria del mercato elettore, particolarmente suscettibile ai consigli e ai direzionamenti da parte chi è più esperto o più potente di lui. Se psicologicamente la forza di Cosa Nostra risiede nel potere di vita e di morte sugli affiliati e sui nemici, la gestione mafiosa del lavoro, dell’imprenditoria, del commercio, della finanza che dovrebbero essere determinati di vita del territorio consentono alla consorteria di ampliare il raggio del potere psicologico, esercitando un veto di vita e di morte anche nel territorio. CONCLUSIONI La mafia, com’è noto, è da tempo un fenomeno internazionale. Essa, tuttavia, sembra mantenere salde radici nel suo territorio di nascita ed adattarsi, con abilità, nel tempo e negli altri luoghi geografici alle nuove situazioni senza però modificare sostanzialmente la sua natura. Il crimine dei colletti bianchi, per la sua fenomenologia invisibile e mimetizzata, presta il fianco per la nuova strategia criminale di Cosa Nostra che si serve di canali legali, manipola le biforcazioni del potere legittimo, sfrutta la macchinosità burocratica del sistema per produrre illegalità. Non è solo la violenza reale che legittima la mafia nell’esercizio del suo controllo criminale, è soprattutto la violenza simbolica che fa largo allo strapotere dell’organizzazione. La possibilità di manipolare le psicologie collettive, orientando le rappresentazioni di paura, istigando paranoia e impotenza, facendo leva sulla consapevolezza storica dell’oppressione e sulla necessità sempre più incombente del lavoro, sono queste le credenziali che conferiscono a Cosa Nostra, quasi per un diritto storicamente acquisito, la licenza al dominio prepotente. BIBLIOGRAFIA Di Maria F., Lavanco G. (1995), A un passo dall’inferno. Sentire mafioso e obbedienza criminale. Giunti, Firenze. Fiore I. (1997), Le radici inconsce dello psichismo mafioso. FrancoAngeli, Milano. Giorgi A., Giunta S., Coppola E., Lo Verso G. (2009), Territori in controluce. FrancoAngeli, Milano. Lancia F. (2004), Strumenti per l’analisi dei testi. Introduzione all’uso di T-Lab. Milano: Franco Angeli. Lo Verso G. (a cura di) (1998), La mafia dentro. Psicologia e psicopatologia di un fondamentalismo. FrancoAngeli, Milano. Lo Verso G., Lo Coco G. (a cura di) (2003), La psiche mafiosa. Storie di casi clinici e collaboratori di giustizia. FrancoAngeli, Milano. Lo Verso G., Lo Coco G. Mistretta S., Zizzo G. (a cura di) (1999), Come cambia la mafia. FrancoAngeli, Milano. Pinotti F., Tescaroli F., (2008), Colletti Sporchi. Edizione BUR. Shuterland E. (1987), Il crimine dei colletti bianchi, ( a cura di Forti G.), Giuffrè edizione.

D’Agati, A., Giunta, S., Coppola, E., Giordano, C. (2010). Psicologia clinica e crimine intercettato, la ricerca psicologico-clinica sulle intercettazioni ambientali. [Altro].

Psicologia clinica e crimine intercettato, la ricerca psicologico-clinica sulle intercettazioni ambientali.

D'AGATI, Adriana;GIUNTA, Serena;GIORDANO, Cecilia
2010-01-01

Abstract

INTRODUZIONE Questo lavoro di ricerca affronta un tema centrale nella qualità e nelle prospettive di vita di ognuno di noi. I reati dei colletti bianchi sono complessi, difficili da definire, eppure particolarmente gravi perché, lentamente e inesorabilmente, distruggono il tessuto dei nostri rapporti sociali, dell’economia, della finanza, del risparmio, del lavoro. La ricerca prende in analisi un fenomeno, relativamente recente, che investe l’organizzazione criminale mafiosa, il fenomeno dei colletti bianchi. Il loro accesso ha dato un volto nuovo all’organizzazione criminale, permettendole di sottrarsi ai vecchi pregiudizi ed entrare nei salotti buoni della società. Il volto di Cosa Nostra oggi, è fatto da medici, infermieri, giudici, impiegati, addetti alle forze dell’ordine, ecc., questi, con la loro presenza-assenza, garantiscono l’esistenza e lo sviluppo della stessa, permettendole una capillare ascesa verso il potere. Per quanto ingente sia il danno economico prodotto dai reati dei colletti bianchi, ancora più grave è il danno che essi arrecano ai rapporti sociali: sono abusi della fiducia e quindi creano sfiducia, deprimendo la morale pubblica e disorganizzazione sociale su larga scala. Il lavoro si inserisce nel filone di studi psicologico-clinici sul fenomeno mafioso e si propone di approfondire l’intreccio tra criminalità organizzata e crimine dei colletti bianchi. OBIETTIVI Gli obiettivi di questa ricerca sono essenzialmente esplorativi e conoscitivi, mettendo in luce quelli che sono i costi psichici ed economici della collusione tra colletti bianchi e mafia, si intende svelare anche miti legati al potere che ancora oggi dominano, ridando alla cittadinanza un potere legato alla possibilità e alla responsabilità di cambiare lo stato delle cose. Lo studio verterà, altresì, sull’analisi delle ricadute psichiche, che il sistema clientelare-mafioso ha sull’identità dei professionisti che operano belle istituzioni pubbliche oggetto di indagini giudiziarie. I risultati di questo studio costituiscono la base per formulare ipotesi d’intervento sul territorio al fine di sostenere lo sviluppo di una “mente” fortemente legata all’autonomia, alla crescita delle proprie risorse personali, sociali, educative, economiche, potenziando in tal senso le risorse della comunità. METODOLOGIA Lo specifico dell'interesse clinico è rivolto non tanto allo studio dell'organizzazione criminale, quanto piuttosto alla comprensione dell'organizzazione del pensiero, delle modalità relazionali che caratterizzano “camicia bianca” per eccellenza, Giuseppe Guttadauro, chirurgo e capomafia dell’importante mandamento di Brancaccio, al fine di comprendere quali sono le caratteristiche psichiche di quei professionisti “rispettabili e di alto status sociale” (Sutherland, 1983) che appartengono o colludono con l’organizzazione criminale Cosa Nostra. La metodologia che sostiene la presente ricerca si rifà essenzialmente alla psicologia clinica. Lo strumento scelto per l’analisi delle intercettazioni ambientali è il T-LAB. Questo appartiene alla famiglia dei software, orientati a produrre mappe, che rappresentano i contenuti dei testi, sia presi singolarmente che confrontati tra loro. SOGGETTI COINVOLTI Tutto ha inizio nel salotto di via De Cosmi 15, a Palermo, in casa di Giuseppe Guttadauro, chirurgo e capomafia dell'importante mandamento di Brancaccio. Nella casa sono state piazzate numerose microspie dal Ros dei carabinieri. Guttadauro viene da dieci anni di carcere per associazione mafiosa e, una volta tornato in libertà, il salotto diventa un crocevia di professionisti, politici, faccendieri, una sorta di finestra sulla scienza 'politico-mafiosa'. Uno dei più assidui frequentatori del salotto è Domenico Miceli dell'Udc, anche lui medico, che siederà nella poltrona di assessore comunale alla Sanità nella prima giunta Cammarata. Miceli è il pupillo di Guttadauro che decide di lanciarlo per le elezioni regionali del 2001 in cui sarà il primo dei non eletti nella lista del Cdu (poi Udc). Una delle coppie più significative risulta essere Cuffaro-Miceli. I lemmi che co-occorrono maggiormente risultano essere: diventare, lavorare, bisogno, campagna elettorale, portare. Emerge un chiaro intento in termini di progettualità e costruzione dell’affare illecito. Si evidenzia una reciprocità dei lemmi campagna_elettorale e lavoro, l’uno infatti diviene strumento per il raggiungimento dell’altro in un gioco di reciproco scambio. Una reciprocità che converge in un territorio comune, ovvero la politica. Guttadauro dice di volere lavorar a capodanno perché quello spazio tempo è una riserva di voti. È chiara in questa affermazione una perversione psicologica del lavoro. Laddove l’attività lavorativa, specialmente quella sanitaria, dovrebbe essere animata da una forte tensione etica verso il sociale. L’obiettivo dovrebbe infatti essere quello della cura e del benessere dell’altro, nelle parole di Guttadauro c’è una strumentalizzazione del contesto lavorativo e della sua funzione di ruolo per ottenere consensi elettorali che confluiranno nelle casse dell’organizzazione. Un risultato interessante si ottiene attraverso l’analisi delle corrispondenze. Abbiamo deciso di nominare il terzo ed ultimo fattore Conservazione del familiare – Contaminazione del sociale. Questi due fattori non risultano in antitesi, sono piuttosto, reciproci e di sostegno. Abbiamo scelto di definire per questo la polarità negativa del terzo fattore conservazione del sociale, sottolineando il forte interessa che Cosa Nostra palesa nei confronti dei tipici valori siciliani. La polarità positiva è invece stata definita Contaminazione nel sociale, questa è infatti costituita dai lemmi: portare, dire, uscire, nome, impegni, conoscere (vedi tab. 3). Dall’analisi dei lemmi costitutivi emerge l’interesse per il territorio e la sfera del visibile. La scelta di “portare” e sostenere Mimmo Miceli per le elezioni regionali del 2001 diviene il tentativo di trovare un volto pulito ed incensurato per portare avanti il progetto della Commissione. Il volto pulito diviene strumento di conservazione per l’organizzazione, mediante l’interfaccia pulita l’illegale tesse legami con il sociale in un gioco di contaminazioni reciproche. CONSIDERAZIONI STATISTICHE Abbiamo deciso di dar voce allo stesso Guttadauro, riportando quelle frasi che alla luce di quanto emerso risultavano più significative. Questa scelta si è rivelata vincente, ci ha permesso infatti, di essere maggiormente esplicativi, andando oltre dati e percentuali statistiche. G: “Noi dobbiamo portare un consigliere regionale, così se abbiamo necessità di una cosa, e poi i tuoi figli dove devono crescere. G: “Per cui tu lo devi dire a tutti quelli che conosci, a tutti i dottori, a tutti gli infermieri, a tutti i cornuti, a tutte le buttane, a tutti quelli che conosci, devi insistere, mi spiego. Intanto ti do dei facsimile, li cominci a dare a qualcuno proprio intimo, poi ti faccio avere gli altri e ci organizziamo e ci muoviamo a livello dire di partito nostro. RILFESSIONI CLINICHE Da quanto emerso è possibile afferma che Cosa Nostra si serve di volti puliti, incensurati e al di fuori di ogni sospetto per arrivare alle maglie sociali, la sua capacità di estroflettersi nel territorio è indice del fatto che l’organizzazione ha un vero e proprio potere di vita o di morte sui suoi abitanti. Emerge la volontà da parte del boss di creare un network con il mondo esterno mediante il candidato. La scelta non è casuale, ma come tutte le manovre di Cosa Nostra è strategica e persegue gli obiettivi dell’organizzazione, Mimmo Miceli è prima di tutto un medico e da lui non ci si aspettano raffinate competenze diplomatico-strategiche, per questo motivo è l’uomo perfetto, insospettabile, beneficiario di stima e riconoscimento sociale. La sua inesperienza politica abbinata alla sua visibilità e influenza sociale ne fanno una pedina perfetta collocata nella planimetria del mercato elettore, particolarmente suscettibile ai consigli e ai direzionamenti da parte chi è più esperto o più potente di lui. Se psicologicamente la forza di Cosa Nostra risiede nel potere di vita e di morte sugli affiliati e sui nemici, la gestione mafiosa del lavoro, dell’imprenditoria, del commercio, della finanza che dovrebbero essere determinati di vita del territorio consentono alla consorteria di ampliare il raggio del potere psicologico, esercitando un veto di vita e di morte anche nel territorio. CONCLUSIONI La mafia, com’è noto, è da tempo un fenomeno internazionale. Essa, tuttavia, sembra mantenere salde radici nel suo territorio di nascita ed adattarsi, con abilità, nel tempo e negli altri luoghi geografici alle nuove situazioni senza però modificare sostanzialmente la sua natura. Il crimine dei colletti bianchi, per la sua fenomenologia invisibile e mimetizzata, presta il fianco per la nuova strategia criminale di Cosa Nostra che si serve di canali legali, manipola le biforcazioni del potere legittimo, sfrutta la macchinosità burocratica del sistema per produrre illegalità. Non è solo la violenza reale che legittima la mafia nell’esercizio del suo controllo criminale, è soprattutto la violenza simbolica che fa largo allo strapotere dell’organizzazione. La possibilità di manipolare le psicologie collettive, orientando le rappresentazioni di paura, istigando paranoia e impotenza, facendo leva sulla consapevolezza storica dell’oppressione e sulla necessità sempre più incombente del lavoro, sono queste le credenziali che conferiscono a Cosa Nostra, quasi per un diritto storicamente acquisito, la licenza al dominio prepotente. BIBLIOGRAFIA Di Maria F., Lavanco G. (1995), A un passo dall’inferno. Sentire mafioso e obbedienza criminale. Giunti, Firenze. Fiore I. (1997), Le radici inconsce dello psichismo mafioso. FrancoAngeli, Milano. Giorgi A., Giunta S., Coppola E., Lo Verso G. (2009), Territori in controluce. FrancoAngeli, Milano. Lancia F. (2004), Strumenti per l’analisi dei testi. Introduzione all’uso di T-Lab. Milano: Franco Angeli. Lo Verso G. (a cura di) (1998), La mafia dentro. Psicologia e psicopatologia di un fondamentalismo. FrancoAngeli, Milano. Lo Verso G., Lo Coco G. (a cura di) (2003), La psiche mafiosa. Storie di casi clinici e collaboratori di giustizia. FrancoAngeli, Milano. Lo Verso G., Lo Coco G. Mistretta S., Zizzo G. (a cura di) (1999), Come cambia la mafia. FrancoAngeli, Milano. Pinotti F., Tescaroli F., (2008), Colletti Sporchi. Edizione BUR. Shuterland E. (1987), Il crimine dei colletti bianchi, ( a cura di Forti G.), Giuffrè edizione.
2010
Il lavoro si inserisce nel filone di studi psicologico-clinici sul fenomeno mafioso e si propone di approfondire l’intreccio tra criminalità organizzata e crimine dei colletti bianchi. Sono state analizzate, attraverso il T-LAB, le intercettazioni ambientali registrate a casa di Guttadauro, boss mafioso e colletto bianco. Dai primi risultati, Cosa Nostra pare servirsi di volti puliti per infiltrare le maglie sociali ed esercitare un potere psichico di vita o di morte sulle comunità limitrofe.
D’Agati, A., Giunta, S., Coppola, E., Giordano, C. (2010). Psicologia clinica e crimine intercettato, la ricerca psicologico-clinica sulle intercettazioni ambientali. [Altro].
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