Il soddisfacimento di particolari esigenze si traduce spesso in situazioni di degrado ambientale, con tutte le conseguenze relative. Nel caso specifico, l’esigenza di poter fruire delle coste siciliane, considerate patrimonio turistico e fonte di ricchezza per il territorio isolano, ha condotto nel passato a politiche speculative di forte impatto ambientale che hanno deturpato le spiagge ed i litorali anche nei mesi invernali. Questo si manifesta oggi con tutta la sua incisività, definendo scenari tristi e preoccupanti per il futuro del nostro patrimonio naturale. La situazione attuale delle coste siciliane è un chiaro esempio di quanto poco sia stato ancora determinato: profonde alterazioni del paesaggio costiero, con stravolgimenti della morfologia del luogo, danneggiamento della macchia mediterranea, inquinamento ambientale. Lungo tutto la fascia costiera si evidenzia l’uso indiscriminato del calcestruzzo armato, impiegato nella frenetica attività edilizia volta allo sfruttamento intensivo delle coste, il più delle volte privatizzate, con la realizzazione di abitazioni per vacanze, impianti turistici e stabilimenti balneari attorno ai quali gravitano spesso strutture di supporto, alcune delle quali, sebbene sorte con carattere stagionale, col tempo hanno acquisito una connotazione fissa, contribuendo a rispondere alle sempre più pressanti esigenze di riqualificazione. Il contributo, attraverso il supporto di un’indagine storica della situazione delle aree costiere siciliane e l’analisi dello stato dell’arte delle medesime, intende porre in evidenza, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come e quanto l’uomo, nascosto dietro la maschera delle esigenze derivanti dallo sviluppo economico, abbia compromesso forse definitivamente uno dei beni più preziosi che gli sia stato donato. Tutto ciò al fine di operare nel futuro, scelte consapevoli e proporre soluzioni alternative anche attraverso l’attuazione di quei criteri legati al concetto di architettura temporanea che facendo proprie le risorse ambientali locali, tende alla valorizzazione del territorio senza determinare trasformazioni paesistiche irreversibili. Strutture leggerissime, facilmente smontabili, trasportabili e riconvertibili, realizzate con materiali locali, nel rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi.

Firrone, T., Bustinto, C. (2012). LA DEQUALIFICAZIONE AMBIENTALE NEL PROCESSO DI ANTROPIZZAZIONE E TRASFORMAZIONE DELLE AREE COSTIERE SICILIANE. In Villari A., Arena M.A. (a cura di), PAESAGGIO 150. Sguardi sul paesaggio italiano tra conservazione, trasformazione e progetto in 150 anni di storia (pp.567-571). Roma : Aracne Editrice.

LA DEQUALIFICAZIONE AMBIENTALE NEL PROCESSO DI ANTROPIZZAZIONE E TRASFORMAZIONE DELLE AREE COSTIERE SICILIANE

FIRRONE, Tiziana Rosa Luciana;
2012-01-01

Abstract

Il soddisfacimento di particolari esigenze si traduce spesso in situazioni di degrado ambientale, con tutte le conseguenze relative. Nel caso specifico, l’esigenza di poter fruire delle coste siciliane, considerate patrimonio turistico e fonte di ricchezza per il territorio isolano, ha condotto nel passato a politiche speculative di forte impatto ambientale che hanno deturpato le spiagge ed i litorali anche nei mesi invernali. Questo si manifesta oggi con tutta la sua incisività, definendo scenari tristi e preoccupanti per il futuro del nostro patrimonio naturale. La situazione attuale delle coste siciliane è un chiaro esempio di quanto poco sia stato ancora determinato: profonde alterazioni del paesaggio costiero, con stravolgimenti della morfologia del luogo, danneggiamento della macchia mediterranea, inquinamento ambientale. Lungo tutto la fascia costiera si evidenzia l’uso indiscriminato del calcestruzzo armato, impiegato nella frenetica attività edilizia volta allo sfruttamento intensivo delle coste, il più delle volte privatizzate, con la realizzazione di abitazioni per vacanze, impianti turistici e stabilimenti balneari attorno ai quali gravitano spesso strutture di supporto, alcune delle quali, sebbene sorte con carattere stagionale, col tempo hanno acquisito una connotazione fissa, contribuendo a rispondere alle sempre più pressanti esigenze di riqualificazione. Il contributo, attraverso il supporto di un’indagine storica della situazione delle aree costiere siciliane e l’analisi dello stato dell’arte delle medesime, intende porre in evidenza, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come e quanto l’uomo, nascosto dietro la maschera delle esigenze derivanti dallo sviluppo economico, abbia compromesso forse definitivamente uno dei beni più preziosi che gli sia stato donato. Tutto ciò al fine di operare nel futuro, scelte consapevoli e proporre soluzioni alternative anche attraverso l’attuazione di quei criteri legati al concetto di architettura temporanea che facendo proprie le risorse ambientali locali, tende alla valorizzazione del territorio senza determinare trasformazioni paesistiche irreversibili. Strutture leggerissime, facilmente smontabili, trasportabili e riconvertibili, realizzate con materiali locali, nel rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi.
Settore ICAR/12 - Tecnologia Dell'Architettura
PAESAGGIO 150. Sguardi sul paesaggio italiano tra conservazione, trasformazione e progetto in 150 anni di storia.
Reggio Calabria
5,6,7 ottobre 2011
2012
5
Firrone, T., Bustinto, C. (2012). LA DEQUALIFICAZIONE AMBIENTALE NEL PROCESSO DI ANTROPIZZAZIONE E TRASFORMAZIONE DELLE AREE COSTIERE SICILIANE. In Villari A., Arena M.A. (a cura di), PAESAGGIO 150. Sguardi sul paesaggio italiano tra conservazione, trasformazione e progetto in 150 anni di storia (pp.567-571). Roma : Aracne Editrice.
Proceedings (atti dei congressi)
Firrone, T; Bustinto, C
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