Dopo l’esordio all’Opéra-Comique l’11 febbraio 1840, La Fille du régiment conobbe un’intensa circolazione internazionale, a cui corrispose una ricca fioritura di traduzioni. In lingua italiana l’opera fu data per la prima volta alla Scala il 3 ottobre successivo: la versione confezionata in quella circostanza è la sola ad essere stata legittimata dagli studiosi come ‘autentica’, anche in chiave ecdotica (Toscani, 2021). Il rinvenimento di un libretto manoscritto dell’opera finora mai studiato mi permette invece di dimostrare che anche la versione ‘di tradizione’ della Figlia del reggimento, che surclassò precocemente nei favori del pubblico quella scaligera e circolò fino a pochi decenni fa, è di Donizetti, e non un ibrido spurio come finora creduto. Il fatto poi che tale Figlia, benché da alcuni precocemente riconosciuta più efficace sotto il profilo musicale-drammaturgico rispetto a quella della Scala (1840), sia stata di recente scartata a vantaggio di quest’ultima in chiave ecdotica, e di riflesso performativa, mi consente di porre l’accento su alcuni inconvenienti di quella ossessione per l’autenticità che tanto incide sul nostro modo di guardare l’opera italiana dell’Ottocento.
Vernazza, Ruben (22-24 novembre 2024).Un’altra ‘Figlia del reggimento’ (d’autore).
Un’altra ‘Figlia del reggimento’ (d’autore)
Vernazza, Ruben
Abstract
Dopo l’esordio all’Opéra-Comique l’11 febbraio 1840, La Fille du régiment conobbe un’intensa circolazione internazionale, a cui corrispose una ricca fioritura di traduzioni. In lingua italiana l’opera fu data per la prima volta alla Scala il 3 ottobre successivo: la versione confezionata in quella circostanza è la sola ad essere stata legittimata dagli studiosi come ‘autentica’, anche in chiave ecdotica (Toscani, 2021). Il rinvenimento di un libretto manoscritto dell’opera finora mai studiato mi permette invece di dimostrare che anche la versione ‘di tradizione’ della Figlia del reggimento, che surclassò precocemente nei favori del pubblico quella scaligera e circolò fino a pochi decenni fa, è di Donizetti, e non un ibrido spurio come finora creduto. Il fatto poi che tale Figlia, benché da alcuni precocemente riconosciuta più efficace sotto il profilo musicale-drammaturgico rispetto a quella della Scala (1840), sia stata di recente scartata a vantaggio di quest’ultima in chiave ecdotica, e di riflesso performativa, mi consente di porre l’accento su alcuni inconvenienti di quella ossessione per l’autenticità che tanto incide sul nostro modo di guardare l’opera italiana dell’Ottocento.File | Dimensione | Formato | |
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