Questo libro propone un’analisi del fenomeno dell’appartenenza politica nell’esperienza giuridica di Roma antica dalla nascita della città all’età del Principato. L’impiego della nozione di ‘appartenenza’, preferita alla nozione di ‘cittadinanza’, così come la scelta di non applicare in modo meccanico la contrapposizione fra ius publicum e ius privatum e la rinuncia ad adottare una prospettiva esclusivamente diacronica hanno permesso di ricostruire su nuove basi un processo storico lungo il quale la civitas Romana non assunse mai un carattere unicamente politico e un contenuto legato soltanto a un ambito che oggi chiameremmo pubblicistico. In tal modo è stato possibile dare rilievo agli strumenti di condivisione dell’appartenenza politica romana che si sono realizzati tanto attraverso la concessione della civitas Romana, quanto con l’attribuzione agli stranieri di singoli contenuti dello status di civis Romanus. Questo approccio metodologico e il quadro ricostruttivo emerso dall’indagine hanno consentito di guadagnare la necessaria distanza dalle attuali tendenze a ricercare nell’esperienza giuridica romana conferme autorevoli di paradigmi ideologici moderni o di rintracciare in essa modelli euristici da utilizzare anche nel dibattito politico. Ne è derivato il racconto di una complessa e travagliata storia di integrazione, nel corso della quale Roma non fu mai spinta da alcuna univoca istanza ideologica, ma seppe tenere insieme tutti gli uomini che intese considerare a vari livelli appartenenti alla propria comunità politica.
De Simone Monica (2024). Forme di appartenenza alla comunità politica romana. Dalla nascita di Roma alla fine del Principato. Palermo : Palermo University Press.
Forme di appartenenza alla comunità politica romana. Dalla nascita di Roma alla fine del Principato
De Simone Monica
2024-01-01
Abstract
Questo libro propone un’analisi del fenomeno dell’appartenenza politica nell’esperienza giuridica di Roma antica dalla nascita della città all’età del Principato. L’impiego della nozione di ‘appartenenza’, preferita alla nozione di ‘cittadinanza’, così come la scelta di non applicare in modo meccanico la contrapposizione fra ius publicum e ius privatum e la rinuncia ad adottare una prospettiva esclusivamente diacronica hanno permesso di ricostruire su nuove basi un processo storico lungo il quale la civitas Romana non assunse mai un carattere unicamente politico e un contenuto legato soltanto a un ambito che oggi chiameremmo pubblicistico. In tal modo è stato possibile dare rilievo agli strumenti di condivisione dell’appartenenza politica romana che si sono realizzati tanto attraverso la concessione della civitas Romana, quanto con l’attribuzione agli stranieri di singoli contenuti dello status di civis Romanus. Questo approccio metodologico e il quadro ricostruttivo emerso dall’indagine hanno consentito di guadagnare la necessaria distanza dalle attuali tendenze a ricercare nell’esperienza giuridica romana conferme autorevoli di paradigmi ideologici moderni o di rintracciare in essa modelli euristici da utilizzare anche nel dibattito politico. Ne è derivato il racconto di una complessa e travagliata storia di integrazione, nel corso della quale Roma non fu mai spinta da alcuna univoca istanza ideologica, ma seppe tenere insieme tutti gli uomini che intese considerare a vari livelli appartenenti alla propria comunità politica.File | Dimensione | Formato | |
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