Che da diversi decenni «Nessun dorma» detenga anche uno statuto di brano pop, in un rapporto volta a volta negoziato di indipendenza, talora relativa, talaltra totale, rispetto al contesto operistico d’origine, è un fatto sottolineato a più riprese da vari studiosi (Cook 1998, Carter 2018, Snelson 2023). Manca tuttavia, ad oggi, il tentativo d’interpretare questo fenomeno macroscopico, forse il più rilevante nella sfera della diffusione extraoperistica recente della musica pucciniana, nella sua dimensione storico-culturale. Questo intervento illustrerà come «Nessun dorma», per sue intrinseche caratteristiche musicali ma soprattutto perché afferente all’immaginario alt(r)o del teatro d’opera, attraverso processi di rifunzionalizzazione e risemantizzazione (che implicano operazioni di deautorializzazione, ridenominazione, riscrittura…), sia diventato in contesti pop diversificati (concerti, eventi sportivi, spettacoli televisivi, raduni politici) brano d’elezione per fatti performativi che, in una prospettiva antropologica, possono essere ricondotti alla categoria dei rituali contemporanei (Segalen 1998). Muovendo poi lo sguardo sul panorama operistico recente, ci si soffermerà sui discorsi vieppiù problematici su «Nessun dorma» a teatro, che si esprimono tanto nella sfera delle ritualità spettatoriali quanto nella vexata quaestio della scelta di un finale per Turandot: si tenterà così di dimostrare che l’ontologia pop “di secondo grado” di «Nessun dorma» influisce, conflittualmente e quindi creativamente, sull’ontologia operistica “di primo grado” non solo del brano, ma dell’ultima opera di Puccini tutta.
Vernazza, Ruben (2-4 ottobre 2024).Rituali contemporanei: «Nessun dorma» fuori/dentro l’opera.
Rituali contemporanei: «Nessun dorma» fuori/dentro l’opera
Vernazza, Ruben
Abstract
Che da diversi decenni «Nessun dorma» detenga anche uno statuto di brano pop, in un rapporto volta a volta negoziato di indipendenza, talora relativa, talaltra totale, rispetto al contesto operistico d’origine, è un fatto sottolineato a più riprese da vari studiosi (Cook 1998, Carter 2018, Snelson 2023). Manca tuttavia, ad oggi, il tentativo d’interpretare questo fenomeno macroscopico, forse il più rilevante nella sfera della diffusione extraoperistica recente della musica pucciniana, nella sua dimensione storico-culturale. Questo intervento illustrerà come «Nessun dorma», per sue intrinseche caratteristiche musicali ma soprattutto perché afferente all’immaginario alt(r)o del teatro d’opera, attraverso processi di rifunzionalizzazione e risemantizzazione (che implicano operazioni di deautorializzazione, ridenominazione, riscrittura…), sia diventato in contesti pop diversificati (concerti, eventi sportivi, spettacoli televisivi, raduni politici) brano d’elezione per fatti performativi che, in una prospettiva antropologica, possono essere ricondotti alla categoria dei rituali contemporanei (Segalen 1998). Muovendo poi lo sguardo sul panorama operistico recente, ci si soffermerà sui discorsi vieppiù problematici su «Nessun dorma» a teatro, che si esprimono tanto nella sfera delle ritualità spettatoriali quanto nella vexata quaestio della scelta di un finale per Turandot: si tenterà così di dimostrare che l’ontologia pop “di secondo grado” di «Nessun dorma» influisce, conflittualmente e quindi creativamente, sull’ontologia operistica “di primo grado” non solo del brano, ma dell’ultima opera di Puccini tutta.File | Dimensione | Formato | |
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