Questo quarto libro porta dentro la sofisticata e complessa piramide gerarchica feudale, nella quale non parlano più i contadini né i loro pari. Viene presentato un mondo coesistente al loro, solo, con un carattere elitario e basato su una fittissima rete di rapporti feudali e interfeudali. In questo sistema l’importanza dell’individuo è data esclusivamente dalla nicchia occupata, tra le numerosissime che reggono l’intera immensa struttura che, al fine di perdurare, ha dovuto appaiare una mole emanante solennità, affinché questa impedisse al popolo di pensare. Così, ogni gesto pubblico è ammantato di spiritualità, ogni azione è diventata un rito, che i sottoposti devono accettare come naturali. In tutta questa tempesta di regole e in tutto questo parlare di giustizia, qualche volta si perde di vista la Giustizia, così, alla fine, è difficile sapere cosa sia giusto e cosa non lo sia. Tuttavia una regola semplice per discernere il giusto dall’ingiusto ce la suggerisce proprio l’autore: “Sarebbe facile determinare ciò che è giusto, se non fosse così importante per coloro che agiscono illegalmente per il loro proprio tornaconto, e spacciano ciò (l’ingiustizia) come cosa giusta; se ciò (la stessa cosa) si facesse a loro, a loro sembrerebbe ciò (sicuramente) ingiusto. Perché non c’è nessuno così ingiusto, al quale non appaia ingiusto, ciò che si fa di ingiusto contro di lui.”
APPARI, E. (2012). LO SPECCHIO DEI SASSONI DI DRESDA: Diritto Feudale. Introduzione, TRADUZIONE, Glossario. Vol.IV. Palermo : Qanat-Editoria e Arti Visive.
LO SPECCHIO DEI SASSONI DI DRESDA: Diritto Feudale. Introduzione, TRADUZIONE, Glossario. Vol.IV
APPARI, Emanuele
2012-01-01
Abstract
Questo quarto libro porta dentro la sofisticata e complessa piramide gerarchica feudale, nella quale non parlano più i contadini né i loro pari. Viene presentato un mondo coesistente al loro, solo, con un carattere elitario e basato su una fittissima rete di rapporti feudali e interfeudali. In questo sistema l’importanza dell’individuo è data esclusivamente dalla nicchia occupata, tra le numerosissime che reggono l’intera immensa struttura che, al fine di perdurare, ha dovuto appaiare una mole emanante solennità, affinché questa impedisse al popolo di pensare. Così, ogni gesto pubblico è ammantato di spiritualità, ogni azione è diventata un rito, che i sottoposti devono accettare come naturali. In tutta questa tempesta di regole e in tutto questo parlare di giustizia, qualche volta si perde di vista la Giustizia, così, alla fine, è difficile sapere cosa sia giusto e cosa non lo sia. Tuttavia una regola semplice per discernere il giusto dall’ingiusto ce la suggerisce proprio l’autore: “Sarebbe facile determinare ciò che è giusto, se non fosse così importante per coloro che agiscono illegalmente per il loro proprio tornaconto, e spacciano ciò (l’ingiustizia) come cosa giusta; se ciò (la stessa cosa) si facesse a loro, a loro sembrerebbe ciò (sicuramente) ingiusto. Perché non c’è nessuno così ingiusto, al quale non appaia ingiusto, ciò che si fa di ingiusto contro di lui.”I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.