«Non ci sono apparenti e, forse, logiche ragioni perché continui ad esistere Gratteri, un luogo di emigrazione e di rassegnazione. I dati raccolti sono chiari e oggettivi: territorio abbandonato, incolto e reso improduttivo, case non abitate, uomini vecchi che «passano» il tempo nel risparmio della pensione, e pochi uomini giovani che si «consumano» nella tensione dell’isolamento con angoscia di sconfitta» . Questa triste analisi condotta nell’anno 1979 da alcuni studiosi dell’Università di Palermo, lasciava già presagire il punto di non ritorno di uno dei centri montani più caratteristici delle basse Madonie. Oggi, quella visione pessimistica preannunciata più di quarant’anni addietro, sembra essere sempre più vicina, poiché la popolazione di Gratteri è ormai ridotta a circa 900 anime, con una linea demografica al collasso. Eppure, grazie a un capillare lavoro di ricerca, sembra che attorno a questo centro si sia rianimato, soprattutto nelle giovani generazioni, un interesse di rilancio. Infatti, attraverso anni di inchieste sul campo è stato possibile portare alla luce un patrimonio culturale importantissimo costituito non soltanto da materiale onomastico ma anche da cunti, credenze e leggende locali ripescati dai meandri della tradizione orale. Da tali indagini è sorto un progetto scientifico che ha previsto uno studio sull’intero sistema onomastico ufficiale e popolare gratterese analizzato in diacronia, grazie a una certosina consultazione delle fonti d’archivio e a inchieste sul campo, che hanno permesso di riscrivere una storia assai lontana, quella degli stessi abitanti di Gratteri. Dallo spoglio dei Riveli di beni e anime della terra di Gratteri che si conservano all’Archivio di Stato di Palermo sono emersi, ad esempio, dati importanti per comprendere i processi di formazione dei cognomi oppure risalire all’esatta ubicazione dei quartieri medievali o realizzare una mappatura di tutti i microtoponimi individuati nelle fonti o emersi tramite interviste a pastori e contadini. Pertanto, al fine di valorizzare e promuovere un intero territorio oggi sempre più depauperato, si è cercato di far confluire parte del materiale raccolto in un unico portale web realizzato grazie alla collaborazione di un’agenzia di marketing e comunicazione. Nel progetto sono stati coinvolti più di cinquanta studenti dei corsi di lingue, comunicazione, graphic design e informatica dell’Università di Palermo che hanno avuto la possibilità di svolgere il loro tirocinio formativo presso tale agenzia e tradurre i testi in cinque lingue permettendo una indicizzazione più ampia e la diffusione, soprattutto all’estero, del sito Visit Gratteri, che risulta oggi visitato anche da chi decenni fa ne è emigrato e oggi vi torna, virtualmente, alla ricerca di voci, luoghi, storie.

marco fragale (01/12/2023).Dalle carte d’archivio al web: le fonti onomastiche e la ricerca sul campo in un portale turistico siciliano.

Dalle carte d’archivio al web: le fonti onomastiche e la ricerca sul campo in un portale turistico siciliano

marco fragale

Abstract

«Non ci sono apparenti e, forse, logiche ragioni perché continui ad esistere Gratteri, un luogo di emigrazione e di rassegnazione. I dati raccolti sono chiari e oggettivi: territorio abbandonato, incolto e reso improduttivo, case non abitate, uomini vecchi che «passano» il tempo nel risparmio della pensione, e pochi uomini giovani che si «consumano» nella tensione dell’isolamento con angoscia di sconfitta» . Questa triste analisi condotta nell’anno 1979 da alcuni studiosi dell’Università di Palermo, lasciava già presagire il punto di non ritorno di uno dei centri montani più caratteristici delle basse Madonie. Oggi, quella visione pessimistica preannunciata più di quarant’anni addietro, sembra essere sempre più vicina, poiché la popolazione di Gratteri è ormai ridotta a circa 900 anime, con una linea demografica al collasso. Eppure, grazie a un capillare lavoro di ricerca, sembra che attorno a questo centro si sia rianimato, soprattutto nelle giovani generazioni, un interesse di rilancio. Infatti, attraverso anni di inchieste sul campo è stato possibile portare alla luce un patrimonio culturale importantissimo costituito non soltanto da materiale onomastico ma anche da cunti, credenze e leggende locali ripescati dai meandri della tradizione orale. Da tali indagini è sorto un progetto scientifico che ha previsto uno studio sull’intero sistema onomastico ufficiale e popolare gratterese analizzato in diacronia, grazie a una certosina consultazione delle fonti d’archivio e a inchieste sul campo, che hanno permesso di riscrivere una storia assai lontana, quella degli stessi abitanti di Gratteri. Dallo spoglio dei Riveli di beni e anime della terra di Gratteri che si conservano all’Archivio di Stato di Palermo sono emersi, ad esempio, dati importanti per comprendere i processi di formazione dei cognomi oppure risalire all’esatta ubicazione dei quartieri medievali o realizzare una mappatura di tutti i microtoponimi individuati nelle fonti o emersi tramite interviste a pastori e contadini. Pertanto, al fine di valorizzare e promuovere un intero territorio oggi sempre più depauperato, si è cercato di far confluire parte del materiale raccolto in un unico portale web realizzato grazie alla collaborazione di un’agenzia di marketing e comunicazione. Nel progetto sono stati coinvolti più di cinquanta studenti dei corsi di lingue, comunicazione, graphic design e informatica dell’Università di Palermo che hanno avuto la possibilità di svolgere il loro tirocinio formativo presso tale agenzia e tradurre i testi in cinque lingue permettendo una indicizzazione più ampia e la diffusione, soprattutto all’estero, del sito Visit Gratteri, che risulta oggi visitato anche da chi decenni fa ne è emigrato e oggi vi torna, virtualmente, alla ricerca di voci, luoghi, storie.
gratteri, onomastica, turismo delle radici
marco fragale (01/12/2023).Dalle carte d’archivio al web: le fonti onomastiche e la ricerca sul campo in un portale turistico siciliano.
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