Un ambiente confinato è un rapporto continuo con il contesto bioclimatico esterno attraverso l'involucro edilizio, che notoriamente svolge una funzione di protezione e di filtro rispetto agli input esterni. Una corretta ottimizzazione della interfaccia edificio clima è legata, fra gli altri fattori, anche alla selezione di materiali le cui carayyeristiche termofisiche siano tali da agevolare il conseguimento della suddetta ottimizzazione. In particolare, la conoscenza del tempo di ritardo fra l'onda termica incidente e quella emergente all'interno dello spazio confinato, associata alla stima del fattore di attenuazione del flusso di calore, è presupposto di base per una corretta progettazione bioclimatica degli involucri. Il tempo di ritardo ed il fattore di attenuazione sono inoltre due caratteristiche fondamentali per la determinazione delle capacità di accumulo termico delle pareti multistrato. E' altresi noto che tale capacità è in grado di ottimizzare l'impiego degli apporti gratuiti modulandoli nell'arco delle 24 ore, e che la configurazione ottimale in termini di disposizione e spessore degli strati può agevolare il conseguimento delle condizioni di benessere termo-igrometrico. E' noto infatti che strutture murarie con elevato tempo di ritardo e modesto fattore di attenuazione generano delle buone condizioni di comfort termo-igrometrico negli spazi confinati in presenza di temperature esterne elevate. Alla luce delle superiori considerazioni appare evidente l'importanza di poter disporre di un repertorio sulle caratteristiche termofisiche di componenti edilizi, che costituisce prerequisito per l'individuazione del tempo di ritardo e dei fattori di attenuazione. La conoscenza del tempo di ritardo, inteso come misura dello sfasamento temporale tra il valore massimo del profilo di temperatura Aria-Sole ed il massimo valore della temperatura sulla superficie interna della parete multistrato, consente di perseguire, in parallelo al progetto dell'involucro edlizio, i seguenti obiettivi: - Miglioramento del benessere termoigrometrico all'interno dell'edificio; - Limitazione delle dispersioni termiche dell'edificio verso l'ambiente esterno; - Contenimento ed ottimizzazione dei consumi energetici; - Corretta utilizzazione degli apporti solari termici gratuiti. Tali Obiettivi fanno parte dei principi stabiliti nelle nuove disposizioni comunitarie, in particolare nella Direttiva 2002/91 EC del Parlamento Europeo sulle prestazioni energetiche degli edifici (Energy Perfomance of Buildings Directive, EPBD), pubblicata il 4 gennaio del 2003. Tale Direttiva richiede la definizione di metodologie di stima dei consumi energetici degli edifici differenziate stato per stato, ma comunque armonizzate all'interno di un quadro comune di linee guida. La Direttiva è stata concepita per indurre un sostanziale incremento degli investimenti mirati al miglioramento della efficienza energetica degli edifici e si prevede una conseguente accelerazione nell'avvio di interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici. Gli Interventi riguardano tutto il parco edilizio, di tipo residenziale e non residenziale, ed in questo nuovo quadro di riferimento il ruolo dell'architettura bioclimatica nella progettazione energeticamente orientata degli edifici appare fondamentale.

Ardente, F., Beccali, M., Cellura, M., Giaccone, A., Lo Brano, V., Mistretta, M. (2008). Le caratteristiche termofisiche del patrimonio edilizio della città di Palermo.

Le caratteristiche termofisiche del patrimonio edilizio della città di Palermo

BECCALI, Marco;CELLURA, Maurizio;LO BRANO, Valerio;
2008-01-01

Abstract

Un ambiente confinato è un rapporto continuo con il contesto bioclimatico esterno attraverso l'involucro edilizio, che notoriamente svolge una funzione di protezione e di filtro rispetto agli input esterni. Una corretta ottimizzazione della interfaccia edificio clima è legata, fra gli altri fattori, anche alla selezione di materiali le cui carayyeristiche termofisiche siano tali da agevolare il conseguimento della suddetta ottimizzazione. In particolare, la conoscenza del tempo di ritardo fra l'onda termica incidente e quella emergente all'interno dello spazio confinato, associata alla stima del fattore di attenuazione del flusso di calore, è presupposto di base per una corretta progettazione bioclimatica degli involucri. Il tempo di ritardo ed il fattore di attenuazione sono inoltre due caratteristiche fondamentali per la determinazione delle capacità di accumulo termico delle pareti multistrato. E' altresi noto che tale capacità è in grado di ottimizzare l'impiego degli apporti gratuiti modulandoli nell'arco delle 24 ore, e che la configurazione ottimale in termini di disposizione e spessore degli strati può agevolare il conseguimento delle condizioni di benessere termo-igrometrico. E' noto infatti che strutture murarie con elevato tempo di ritardo e modesto fattore di attenuazione generano delle buone condizioni di comfort termo-igrometrico negli spazi confinati in presenza di temperature esterne elevate. Alla luce delle superiori considerazioni appare evidente l'importanza di poter disporre di un repertorio sulle caratteristiche termofisiche di componenti edilizi, che costituisce prerequisito per l'individuazione del tempo di ritardo e dei fattori di attenuazione. La conoscenza del tempo di ritardo, inteso come misura dello sfasamento temporale tra il valore massimo del profilo di temperatura Aria-Sole ed il massimo valore della temperatura sulla superficie interna della parete multistrato, consente di perseguire, in parallelo al progetto dell'involucro edlizio, i seguenti obiettivi: - Miglioramento del benessere termoigrometrico all'interno dell'edificio; - Limitazione delle dispersioni termiche dell'edificio verso l'ambiente esterno; - Contenimento ed ottimizzazione dei consumi energetici; - Corretta utilizzazione degli apporti solari termici gratuiti. Tali Obiettivi fanno parte dei principi stabiliti nelle nuove disposizioni comunitarie, in particolare nella Direttiva 2002/91 EC del Parlamento Europeo sulle prestazioni energetiche degli edifici (Energy Perfomance of Buildings Directive, EPBD), pubblicata il 4 gennaio del 2003. Tale Direttiva richiede la definizione di metodologie di stima dei consumi energetici degli edifici differenziate stato per stato, ma comunque armonizzate all'interno di un quadro comune di linee guida. La Direttiva è stata concepita per indurre un sostanziale incremento degli investimenti mirati al miglioramento della efficienza energetica degli edifici e si prevede una conseguente accelerazione nell'avvio di interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici. Gli Interventi riguardano tutto il parco edilizio, di tipo residenziale e non residenziale, ed in questo nuovo quadro di riferimento il ruolo dell'architettura bioclimatica nella progettazione energeticamente orientata degli edifici appare fondamentale.
2008
Ardente, F., Beccali, M., Cellura, M., Giaccone, A., Lo Brano, V., Mistretta, M. (2008). Le caratteristiche termofisiche del patrimonio edilizio della città di Palermo.
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