La CECA (Childhood Experience of Care and Abuse: Bifulco et al. 1994) è un’intervista retrospettiva semistrutturata, utilizzabile con soggetti giovani e adulti, che esplora le esperienze di accudimento vissute con i genitori ed altre figure significative nell’infanzia e nell’adolescenza. L’intervista CECA, recentemente validata in Italia (Giannone, Schimmenti et al. 2011), permette di ottenere misurazioni affidabili e utili, in termini clinici e di ricerca, sui contesti di sviluppo, le cure affettive e materiali ricevute e le eventuali esperienze di maltrattamento e abuso. Si tratta di uno strumento behavioral oriented che risponde all’esigenza di andare oltre le percezioni soggettive dell’esperienza, avendo a disposizione un formato ampio di eventi reali su cui è possibile effettuare una valutazione (Bifulco, Moran, 1998). Questo contributo presenta i dati relativi al confronto tra due gruppi di soggetti, appartenenti a popolazioni cliniche (n= 28, reclutati presso strutture deputate alla cura e riabilitazione del disagio clinico e psicosociale) e non cliniche (n=100, reclutati nella popolazione normale mediante il criterio della convenience sampling), cui è stata somministrata l’intervista CECA. I risultati emersi hanno evidenziato differenze significative rispetto a qualità, intensità e frequenza delle esperienze di cura, maltrattamento ed abuso vissute nell’infanzia. I due gruppi, inoltre, si differenziano rispetto alle caratteristiche del contesto di accudimento primario, in cui elementi quali discordia e violenza intrafamiliare, esperienze di separazione dai caregivers, disturbi psichiatrici dei genitori o difficoltà economiche e sociali, rapprensentano potenziali fattori di rischio per lo sviluppo. La maggior parte dei soggetti appartenenti al campione clinico ha avuto un’infanzia caratterizzata dalla presenza di numerosi fattori di rischio, cui, in maniera significativa, si associano molteplici e pervasive esperienze di abuso e maltrattamento. Queste ultime sono in prevalenza messe in atto dalle figure d’accudimento primario e ripetute nel tempo fin dalla primissima infanzia. Nel campione non clinico si osservano, di contro, elementi di stabilità del contesto familiare (che possono diventare fattori di protezione rispetto ad eventuali episodi traumatici) associati ad episodi isolati di maltrattamento ed abuso, di bassa intensità e solitamente non a carico delle figure genitoriali. Sembrano quindi supportati empiricamente i dati di letteratura che rintracciano le radici del disagio psicosociale, non tanto nelle singole esperienze traumatiche, quanto piuttosto nei contesti familiari in cui in cui i caregivers non sono in grado di assolvere le funzioni di cura e protezione a loro normalmente deputate.
Infurna, M.R., Guarnaccia, C., Chiarenza, A., Giannone, F. (2011). Esperienze di accudimento ed abuso in campioni clinici e non clinici: rilevazioni attraverso l’intervista clinica CECA (Childhood Experience of Care and Abuse).. ??????? it.cilea.surplus.oa.citation.tipologie.CitationProceedings.prensentedAt ??????? III Convegno “La psicologia clinica nelle università meridionali: la ricerca, il sociale, la cura”, Brolo (ME).
Esperienze di accudimento ed abuso in campioni clinici e non clinici: rilevazioni attraverso l’intervista clinica CECA (Childhood Experience of Care and Abuse).
INFURNA, Maria Rita;GUARNACCIA, Cinzia;GIANNONE, Francesca
2011-01-01
Abstract
La CECA (Childhood Experience of Care and Abuse: Bifulco et al. 1994) è un’intervista retrospettiva semistrutturata, utilizzabile con soggetti giovani e adulti, che esplora le esperienze di accudimento vissute con i genitori ed altre figure significative nell’infanzia e nell’adolescenza. L’intervista CECA, recentemente validata in Italia (Giannone, Schimmenti et al. 2011), permette di ottenere misurazioni affidabili e utili, in termini clinici e di ricerca, sui contesti di sviluppo, le cure affettive e materiali ricevute e le eventuali esperienze di maltrattamento e abuso. Si tratta di uno strumento behavioral oriented che risponde all’esigenza di andare oltre le percezioni soggettive dell’esperienza, avendo a disposizione un formato ampio di eventi reali su cui è possibile effettuare una valutazione (Bifulco, Moran, 1998). Questo contributo presenta i dati relativi al confronto tra due gruppi di soggetti, appartenenti a popolazioni cliniche (n= 28, reclutati presso strutture deputate alla cura e riabilitazione del disagio clinico e psicosociale) e non cliniche (n=100, reclutati nella popolazione normale mediante il criterio della convenience sampling), cui è stata somministrata l’intervista CECA. I risultati emersi hanno evidenziato differenze significative rispetto a qualità, intensità e frequenza delle esperienze di cura, maltrattamento ed abuso vissute nell’infanzia. I due gruppi, inoltre, si differenziano rispetto alle caratteristiche del contesto di accudimento primario, in cui elementi quali discordia e violenza intrafamiliare, esperienze di separazione dai caregivers, disturbi psichiatrici dei genitori o difficoltà economiche e sociali, rapprensentano potenziali fattori di rischio per lo sviluppo. La maggior parte dei soggetti appartenenti al campione clinico ha avuto un’infanzia caratterizzata dalla presenza di numerosi fattori di rischio, cui, in maniera significativa, si associano molteplici e pervasive esperienze di abuso e maltrattamento. Queste ultime sono in prevalenza messe in atto dalle figure d’accudimento primario e ripetute nel tempo fin dalla primissima infanzia. Nel campione non clinico si osservano, di contro, elementi di stabilità del contesto familiare (che possono diventare fattori di protezione rispetto ad eventuali episodi traumatici) associati ad episodi isolati di maltrattamento ed abuso, di bassa intensità e solitamente non a carico delle figure genitoriali. Sembrano quindi supportati empiricamente i dati di letteratura che rintracciano le radici del disagio psicosociale, non tanto nelle singole esperienze traumatiche, quanto piuttosto nei contesti familiari in cui in cui i caregivers non sono in grado di assolvere le funzioni di cura e protezione a loro normalmente deputate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.