Le procedure selettive costituiscono, nei diversi paesi del mondo, un normale passaggio per coloro i quali intendono iscriversi ad un corso universitario. Ciò accade sia nei paesi di cultura anglosassone che in paesi come la Spagna o la Francia, dove tra l’altro le procedure di selezione si rifanno soltanto in parte ai programmi scolastici, richiamandosi piuttosto a test psicoattitudinali, strumenti volti cioè ad esplorare le abilità degli individui a manipolare simboli (verbali, spaziali, numerici), al fine di valutarne non solo la preparazione ma anche le potenzialità ancora inespresse. In Italia le procedure selettive sono quasi sempre differenti tra gli Atenei, e spesso lo sono all’interno degli stessi: ciò ha limitato molto il ricorso a procedure di monitoraggio e valutazione, che al contrario in altri paesi esiste ed è spesso fonte di importanti stimoli sia per le politiche di orientamento che di connessione con i livelli formativi che precedono la scelta universitaria. E’ possibile fare affidamento ad una imponente letteratura internazionale basata sulla valutazione degli strumenti utilizzati e soprattutto sulla loro predittività in termini di performance accademica (es. Kuncel, Hezlett, & Ones, 2001; Linn & Hastings, 1984), acquisizione di competenze (es. Ackerman, 1992; Kuncel, Hezlett & Ones, 2004) o successo lavorativo (es. Schmidt, 2002). Va segnalato che negli ultimissimi anni è aumentato l’interesse in ambito nazionale in merito alla possibilità di uniformare, almento dal punto di vista quantitativo, le procedure di valutazione dei risultati scolastici con quanto richiesto dalle prove selettive universitarie: il D.L. 14/1/2008 n.21, che ha tra le sue finalità quella di occuparsi della “valorizzazione della qualita' dei risultati scolastici degli studenti ai fini dell'ammissione ai corsi di laurea universitari ad accesso programmato”, stabilisce tra le altre cose che “I docenti della scuola secondaria superiore possono essere coinvolti nella predisposizione delle prove di selezione per l'accesso all'università, che devono comunque tener conto degli effettivi programmi svolti nei percorsi di studio dell'istruzione secondaria superiore”. L’obiettivo del presente contributo è presentare le prime risultanze di una ricerca, finanziata con fondi di Ateneo, volta ad ottenere indicazioni in merito alla efficacia delle procedure selettive. Verranno presentati i dati relativi alle procedure selettive dei corsi di laurea in Psicologia (classe 34) dell’A.A. 2004-2005. In considerazione del fatto che in tale anno la prova di accesso era composta, oltre che da domande di cultura generale e specifica a scelta multipla, anche da item che avevano lo scopo di valutare le abilità spaziali, numeriche e verbali dei candidati, verrà messa in relazione la performance accademica degli studenti con gli esiti individuali della prova di selezione, cercando di stabilire quale, tra le aree di valutazione previste, è stata in grado di predire il successo accademico dello studente. I risultati che saranno discussi potranno fornire utili indicazioni in merito alla organizzazione delle prove selettive, alla stesura dei contenuti delle prove ed alla utilità delle stesse quali indicatori del reale merito dei candidati, anche in virtù di quanto disposto dalle recenti normative ministeriali.
PACE, F., LO CASCIO, V., CIVILLERI, A., CATANIA, V. (2009). I possibili predittori della performance accademica: validità dei test selettivi ed implicazioni per le politiche di orientamento di atenei e scuole superiori. ??????? it.cilea.surplus.oa.citation.tipologie.CitationProceedings.prensentedAt ??????? Congresso Nazionale ORIENTAMENTO ALLA SCELTA: RICERCHE, FORMAZIONE, APPLICAZIONI, PADOVA.
I possibili predittori della performance accademica: validità dei test selettivi ed implicazioni per le politiche di orientamento di atenei e scuole superiori
PACE, Francesco;LO CASCIO, Valentina;CIVILLERI, Alba;CATANIA, Vincenzo
2009-01-01
Abstract
Le procedure selettive costituiscono, nei diversi paesi del mondo, un normale passaggio per coloro i quali intendono iscriversi ad un corso universitario. Ciò accade sia nei paesi di cultura anglosassone che in paesi come la Spagna o la Francia, dove tra l’altro le procedure di selezione si rifanno soltanto in parte ai programmi scolastici, richiamandosi piuttosto a test psicoattitudinali, strumenti volti cioè ad esplorare le abilità degli individui a manipolare simboli (verbali, spaziali, numerici), al fine di valutarne non solo la preparazione ma anche le potenzialità ancora inespresse. In Italia le procedure selettive sono quasi sempre differenti tra gli Atenei, e spesso lo sono all’interno degli stessi: ciò ha limitato molto il ricorso a procedure di monitoraggio e valutazione, che al contrario in altri paesi esiste ed è spesso fonte di importanti stimoli sia per le politiche di orientamento che di connessione con i livelli formativi che precedono la scelta universitaria. E’ possibile fare affidamento ad una imponente letteratura internazionale basata sulla valutazione degli strumenti utilizzati e soprattutto sulla loro predittività in termini di performance accademica (es. Kuncel, Hezlett, & Ones, 2001; Linn & Hastings, 1984), acquisizione di competenze (es. Ackerman, 1992; Kuncel, Hezlett & Ones, 2004) o successo lavorativo (es. Schmidt, 2002). Va segnalato che negli ultimissimi anni è aumentato l’interesse in ambito nazionale in merito alla possibilità di uniformare, almento dal punto di vista quantitativo, le procedure di valutazione dei risultati scolastici con quanto richiesto dalle prove selettive universitarie: il D.L. 14/1/2008 n.21, che ha tra le sue finalità quella di occuparsi della “valorizzazione della qualita' dei risultati scolastici degli studenti ai fini dell'ammissione ai corsi di laurea universitari ad accesso programmato”, stabilisce tra le altre cose che “I docenti della scuola secondaria superiore possono essere coinvolti nella predisposizione delle prove di selezione per l'accesso all'università, che devono comunque tener conto degli effettivi programmi svolti nei percorsi di studio dell'istruzione secondaria superiore”. L’obiettivo del presente contributo è presentare le prime risultanze di una ricerca, finanziata con fondi di Ateneo, volta ad ottenere indicazioni in merito alla efficacia delle procedure selettive. Verranno presentati i dati relativi alle procedure selettive dei corsi di laurea in Psicologia (classe 34) dell’A.A. 2004-2005. In considerazione del fatto che in tale anno la prova di accesso era composta, oltre che da domande di cultura generale e specifica a scelta multipla, anche da item che avevano lo scopo di valutare le abilità spaziali, numeriche e verbali dei candidati, verrà messa in relazione la performance accademica degli studenti con gli esiti individuali della prova di selezione, cercando di stabilire quale, tra le aree di valutazione previste, è stata in grado di predire il successo accademico dello studente. I risultati che saranno discussi potranno fornire utili indicazioni in merito alla organizzazione delle prove selettive, alla stesura dei contenuti delle prove ed alla utilità delle stesse quali indicatori del reale merito dei candidati, anche in virtù di quanto disposto dalle recenti normative ministeriali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.