Da diversi anni gli incendi nell’area del bacino del Mediterraneo tendono ad incrementare per numero e superficie interessata. Ad oggi, in Italia la superficie territoriale percorsa dal fuoco è pari a circa 100.000 ettari anno-1, metà dei quali boschivi. A livello nazionale, la Sicilia è tra le regioni più funestate dagli incendi boschivi. Gli effetti dell’incendio possono essere fondamentalmente distinti in due tipi: a) diretto, tramite la combustione, il cui impatto è proporzionale alla durata e al decorso dell’incendio ed b) indiretto, mediato dal riscaldamento indotto del suolo e che si ripercuote sull’entità e sulla velocità dei processi che in esso avvengono. La combustione è un processo chimico-fisico rapidissimo di decomposizione, che avviene solo in presenza del combustibile (materiale vegetale), dell'ossigeno e di una piccola quantità di calore ad alto potenziale (innesco), che determina lo sviluppo a catena del processo stesso. Le proprietà fisico-chimiche del suolo subiscono modificazioni a temperature superiori a 200°C, mentre la componente biologica si altera anche a temperature più basse. Temperature superiori a 50°C possono provocare la morte dei microrganismi del suolo, con i funghi più termo-labili dei batteri. Obiettivo del presente lavoro è stato quello di valutare, in laboratorio, gli effetti del riscaldamento per 30 minuti a 160 o 380°C (rispettivamente incendio di bassa e media intensità), e del successivo inumidimento con acqua dolce o marina, sulla stabilità della biomassa microbica di un suolo boschivo sotto diverse essenze (Eucalyptus camaldulensis, E. occidentalis, Cupressus sempervirens, Pinus halepensis). I tre fattori sperimentali investigati (specie boschiva, riscaldamento e tipo di acqua per l’inumidimento) hanno tutti significativamente influenzato la biomassa microbica del suolo, nonché la sua composizione. Il riscaldamento a 380°C è stato il fattore che ha indotto una maggiore riduzione del pool di biomassa microbica del suolo. I batteri, rispetto ai funghi e alle micorrize, hanno mostrato una maggiore resistenza al riscaldamento del suolo, in particolare alla temperatura più elevata (380°C). Il tipo di acqua utilizzata per l’inumidimento dopo il riscaldamento gioca un ruolo chiave nel condizionare, a parità di temperatura, la diversità e l’equitabilità della comunità microbica. Inoltre, la comunità microbica del suolo ha mostrato una diversa stabilità ai fattori sperimentali in funzione delle diverse essenze, confermando che la copertura boschiva gioca un ruolo chiave nello sviluppo e nell’evoluzione della microflora del suolo. La comunità microbica meno resistente ai fattori sperimentali investigati sembra quella che si è stabilita sotto Pinus halepensis.
Laudicina, V.A., Badalucco, L., Indorante, A., Palazzolo, E. (2011). Stabilità della comunità microbica di suoli boschivi dopo riscaldamento ed inumidimento controllati. In LA COMPLESSITA' DEL SUOLO (pp.27).
Stabilità della comunità microbica di suoli boschivi dopo riscaldamento ed inumidimento controllati
LAUDICINA, Vito Armando;BADALUCCO, Luigi;PALAZZOLO, Eristanna
2011-01-01
Abstract
Da diversi anni gli incendi nell’area del bacino del Mediterraneo tendono ad incrementare per numero e superficie interessata. Ad oggi, in Italia la superficie territoriale percorsa dal fuoco è pari a circa 100.000 ettari anno-1, metà dei quali boschivi. A livello nazionale, la Sicilia è tra le regioni più funestate dagli incendi boschivi. Gli effetti dell’incendio possono essere fondamentalmente distinti in due tipi: a) diretto, tramite la combustione, il cui impatto è proporzionale alla durata e al decorso dell’incendio ed b) indiretto, mediato dal riscaldamento indotto del suolo e che si ripercuote sull’entità e sulla velocità dei processi che in esso avvengono. La combustione è un processo chimico-fisico rapidissimo di decomposizione, che avviene solo in presenza del combustibile (materiale vegetale), dell'ossigeno e di una piccola quantità di calore ad alto potenziale (innesco), che determina lo sviluppo a catena del processo stesso. Le proprietà fisico-chimiche del suolo subiscono modificazioni a temperature superiori a 200°C, mentre la componente biologica si altera anche a temperature più basse. Temperature superiori a 50°C possono provocare la morte dei microrganismi del suolo, con i funghi più termo-labili dei batteri. Obiettivo del presente lavoro è stato quello di valutare, in laboratorio, gli effetti del riscaldamento per 30 minuti a 160 o 380°C (rispettivamente incendio di bassa e media intensità), e del successivo inumidimento con acqua dolce o marina, sulla stabilità della biomassa microbica di un suolo boschivo sotto diverse essenze (Eucalyptus camaldulensis, E. occidentalis, Cupressus sempervirens, Pinus halepensis). I tre fattori sperimentali investigati (specie boschiva, riscaldamento e tipo di acqua per l’inumidimento) hanno tutti significativamente influenzato la biomassa microbica del suolo, nonché la sua composizione. Il riscaldamento a 380°C è stato il fattore che ha indotto una maggiore riduzione del pool di biomassa microbica del suolo. I batteri, rispetto ai funghi e alle micorrize, hanno mostrato una maggiore resistenza al riscaldamento del suolo, in particolare alla temperatura più elevata (380°C). Il tipo di acqua utilizzata per l’inumidimento dopo il riscaldamento gioca un ruolo chiave nel condizionare, a parità di temperatura, la diversità e l’equitabilità della comunità microbica. Inoltre, la comunità microbica del suolo ha mostrato una diversa stabilità ai fattori sperimentali in funzione delle diverse essenze, confermando che la copertura boschiva gioca un ruolo chiave nello sviluppo e nell’evoluzione della microflora del suolo. La comunità microbica meno resistente ai fattori sperimentali investigati sembra quella che si è stabilita sotto Pinus halepensis.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.