Arte e gusto sulle pagine de "L'Arte Decorativa Illustrata" di Roberta Cinà Nel ricco e variegato panorama della stampa periodica siciliana del XIX secolo si segnala “L’Arte Decorativa Illustrata”, rivista pubblicata a Palermo dal 1888 al 1889, che costituisce un unicum per il taglio specialistico e la ricchezza delle illustrazioni. Accenno, in questa sede, ad alcune delle principali peculiarità del periodico, che è oggetto di un saggio attualmente in corso di pubblicazione. Il manifesto dell’“Arte Decorativa Illustrata” ben esprimeva la piena equiparazione delle arti applicate a quelle cosiddette maggiori, nonché il nuovo interesse per l’arte decorativa e industriale, che negli anni Ottanta del XIX secolo, a livello sia nazionale che europeo, iniziò a tradursi in riflessioni teoriche, portando, tra l’altro, alla pubblicazione di testate specialistiche. Sul primo numero della nostra rivista, infatti, si leggeva: «L’effemeride […] si occuperà esclusivamente dell’Arte decorativa applicata all’Industria nelle svariate sue forme cioè: plastica, intagli, ebanisterie, plafonds, dettagli architettonici, addobbi di palazzi, musaici, monumenti sepolcrali etc.». In realtà ebbe ampio spazio anche la storiografia artistica, isolana e non solo, con articoli su Giotto, Nicola Pisano, Giacomo Serpotta, che certo potevano interessare una fetta più ampia di pubblico, ma privarono la rivista di un orientamento deciso verso il settore delle arti applicate. Da sottolineare, comunque, l’interesse per Serpotta, indice della rinnovata fortuna critica dello scultore e dell’attenzione per la tecnica dello stucco; alle opere del geniale artista palermitano vennero dedicate ben sei tavole, due delle quali realizzate da un collaboratore di Basile, Nicolò Giannone, che negli stessi anni illustrava altri stucchi serpottiani per “La Sicilia Artistica e Archeologica”, importante periodico palermitano. Pur se edita in tiratura di soli 250 esemplari, “L’Arte Decorativa Illustrata” ebbe buona diffusione; giungeva infatti, tramite il libraio editore Luigi Mattirolo, anche a Torino, e non è certo un caso, visto il ruolo di primo piano del capoluogo piemontese nel campo delle arti decorative e dei relativi giornali specialistici. Inoltre, nonostante abbia avuto vita breve, questa rivista costituisce, anche per la ricchezza delle illustrazioni, un’importante fonte su alcuni artisti le cui opere non sono sempre copiosamente documentate, anche perché connotate dalla qualifica di arti minori. È il caso del direttore responsabile, l’artista e decoratore Giuseppe Pepe, che con buon intuito imprenditoriale affidò al suo giornale bozzetti per monumenti funebri e plafonds. Altri redattori della rivista (fra i cui nomi spiccano quelli di Gioacchino Di Marzo e Giovan Battista Filippo Basile), rimandano all’ambito delle arti decorative, come Antonino Caponetti, ornatista palermitano residente a Napoli; Tito Covoni, pittore fiorentino; Giuseppe La Manna; Salvatore Valenti. Quest’ultimo, che derivava dal padre Giuseppe l’abilità dell’intaglio, era stato maestro del piazzese Salvatore Giarrizzo, un cui stipo, premiato all’esposizione di Messina del 1882, viene pubblicato da Pepe nel primo numero della rivista in un disegno firmato dall’autore. L’immagine consente di cogliere, oltre che la valentia dell’artista, il gusto cinquecentista che informava le produzioni del tempo, ugualmente evidente nel letto in palissandro scolpito da Vincenzo Laparola e nel tavolo in noce realizzato da Salvatore Rainieri, così descritto: «La composizione di esso tavolo si può chiamare un’opera d’arte che fa onore all’autore signor Rainieri, il cui nome è abbastanza noto in fatto di mobilia artistica industriale a cui ha dato un grande impulso non solo, ma è riuscito a rendere i suoi mobiletti, mercé la modicità dei prezzi, di facile acquisto, mentre non viene trascurata la parte artistica, con belle trovate di linee e con giustezza di forme». Si tratta di una tipologia di arredo che avrebbe avuto fortuna ancora per qualche tempo, come testimoniano le cronache dell’Esposizione nazionale palermitana del 1891-1892, in cui il gusto neorinascimentale risultava ancora in voga, anche se stava per essere soppiantato dall’imminente avvento della felicissima stagione del liberty.

Cinà, R. (2010). Arte e gusto sulle pagine de "L'Arte Decorativa Illustrata", in "teCLa-effemeride", doi: 10.4413/EFFEMERIDE [Risorsa interattiva].

Arte e gusto sulle pagine de "L'Arte Decorativa Illustrata", in "teCLa-effemeride", doi: 10.4413/EFFEMERIDE

CINA', Roberta
2010-01-01

Abstract

Arte e gusto sulle pagine de "L'Arte Decorativa Illustrata" di Roberta Cinà Nel ricco e variegato panorama della stampa periodica siciliana del XIX secolo si segnala “L’Arte Decorativa Illustrata”, rivista pubblicata a Palermo dal 1888 al 1889, che costituisce un unicum per il taglio specialistico e la ricchezza delle illustrazioni. Accenno, in questa sede, ad alcune delle principali peculiarità del periodico, che è oggetto di un saggio attualmente in corso di pubblicazione. Il manifesto dell’“Arte Decorativa Illustrata” ben esprimeva la piena equiparazione delle arti applicate a quelle cosiddette maggiori, nonché il nuovo interesse per l’arte decorativa e industriale, che negli anni Ottanta del XIX secolo, a livello sia nazionale che europeo, iniziò a tradursi in riflessioni teoriche, portando, tra l’altro, alla pubblicazione di testate specialistiche. Sul primo numero della nostra rivista, infatti, si leggeva: «L’effemeride […] si occuperà esclusivamente dell’Arte decorativa applicata all’Industria nelle svariate sue forme cioè: plastica, intagli, ebanisterie, plafonds, dettagli architettonici, addobbi di palazzi, musaici, monumenti sepolcrali etc.». In realtà ebbe ampio spazio anche la storiografia artistica, isolana e non solo, con articoli su Giotto, Nicola Pisano, Giacomo Serpotta, che certo potevano interessare una fetta più ampia di pubblico, ma privarono la rivista di un orientamento deciso verso il settore delle arti applicate. Da sottolineare, comunque, l’interesse per Serpotta, indice della rinnovata fortuna critica dello scultore e dell’attenzione per la tecnica dello stucco; alle opere del geniale artista palermitano vennero dedicate ben sei tavole, due delle quali realizzate da un collaboratore di Basile, Nicolò Giannone, che negli stessi anni illustrava altri stucchi serpottiani per “La Sicilia Artistica e Archeologica”, importante periodico palermitano. Pur se edita in tiratura di soli 250 esemplari, “L’Arte Decorativa Illustrata” ebbe buona diffusione; giungeva infatti, tramite il libraio editore Luigi Mattirolo, anche a Torino, e non è certo un caso, visto il ruolo di primo piano del capoluogo piemontese nel campo delle arti decorative e dei relativi giornali specialistici. Inoltre, nonostante abbia avuto vita breve, questa rivista costituisce, anche per la ricchezza delle illustrazioni, un’importante fonte su alcuni artisti le cui opere non sono sempre copiosamente documentate, anche perché connotate dalla qualifica di arti minori. È il caso del direttore responsabile, l’artista e decoratore Giuseppe Pepe, che con buon intuito imprenditoriale affidò al suo giornale bozzetti per monumenti funebri e plafonds. Altri redattori della rivista (fra i cui nomi spiccano quelli di Gioacchino Di Marzo e Giovan Battista Filippo Basile), rimandano all’ambito delle arti decorative, come Antonino Caponetti, ornatista palermitano residente a Napoli; Tito Covoni, pittore fiorentino; Giuseppe La Manna; Salvatore Valenti. Quest’ultimo, che derivava dal padre Giuseppe l’abilità dell’intaglio, era stato maestro del piazzese Salvatore Giarrizzo, un cui stipo, premiato all’esposizione di Messina del 1882, viene pubblicato da Pepe nel primo numero della rivista in un disegno firmato dall’autore. L’immagine consente di cogliere, oltre che la valentia dell’artista, il gusto cinquecentista che informava le produzioni del tempo, ugualmente evidente nel letto in palissandro scolpito da Vincenzo Laparola e nel tavolo in noce realizzato da Salvatore Rainieri, così descritto: «La composizione di esso tavolo si può chiamare un’opera d’arte che fa onore all’autore signor Rainieri, il cui nome è abbastanza noto in fatto di mobilia artistica industriale a cui ha dato un grande impulso non solo, ma è riuscito a rendere i suoi mobiletti, mercé la modicità dei prezzi, di facile acquisto, mentre non viene trascurata la parte artistica, con belle trovate di linee e con giustezza di forme». Si tratta di una tipologia di arredo che avrebbe avuto fortuna ancora per qualche tempo, come testimoniano le cronache dell’Esposizione nazionale palermitana del 1891-1892, in cui il gusto neorinascimentale risultava ancora in voga, anche se stava per essere soppiantato dall’imminente avvento della felicissima stagione del liberty.
2010
Cinà, R. (2010). Arte e gusto sulle pagine de "L'Arte Decorativa Illustrata", in "teCLa-effemeride", doi: 10.4413/EFFEMERIDE [Risorsa interattiva].
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