«Siamo dinnanzi ad un capolavoro assoluto, ma di quelli che segnano davvero (per servirci del linguaggio dei velisti) un turning point della poesia moderna: là dove realtà e simbolo stupendamente coincidono, dove il verisimile è trasfigurato senza per questo cessare d'essere assolutamente credibile. Ma siamo anche dinnanzi ad uno dei vertici esemplari della tutta contemporanea disperazione, del tutto nostro fraterno dolore. La Ballata è davvero il Libro di Giobbe dell'era moderna: e il Vecchio Marinaio è realmente Job, "colui che è oppresso", il pastore seminomade della terra di Uz alle prese con (Dio) Shaddai, impietosamente trafitto dalla perenne domanda senza risposta: "Forse che Giobbe teme (Dio) Shaddai per nulla?"» (dalla Premessa di Guido Davico Bonino).
Leone, G., Davico Bonino, G. (2010). LA BALLATA DEL VECCHIO MARINAIO/THE RIME OF THE ANCIENT MARINER.
LA BALLATA DEL VECCHIO MARINAIO/THE RIME OF THE ANCIENT MARINER
LEONE, Giuseppe;
2010-01-01
Abstract
«Siamo dinnanzi ad un capolavoro assoluto, ma di quelli che segnano davvero (per servirci del linguaggio dei velisti) un turning point della poesia moderna: là dove realtà e simbolo stupendamente coincidono, dove il verisimile è trasfigurato senza per questo cessare d'essere assolutamente credibile. Ma siamo anche dinnanzi ad uno dei vertici esemplari della tutta contemporanea disperazione, del tutto nostro fraterno dolore. La Ballata è davvero il Libro di Giobbe dell'era moderna: e il Vecchio Marinaio è realmente Job, "colui che è oppresso", il pastore seminomade della terra di Uz alle prese con (Dio) Shaddai, impietosamente trafitto dalla perenne domanda senza risposta: "Forse che Giobbe teme (Dio) Shaddai per nulla?"» (dalla Premessa di Guido Davico Bonino).File | Dimensione | Formato | |
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