Le «Confabulationes» (più comunemente note come «Liber Facetiarum») di Poggio Bracciolini sono una raccolta di 273 “facezie” latine (aneddoti, apologhi, motti di spirito, battute salaci, barzellette, brevi novelle) redatte dall’umanista toscano nel corso di molti anni, attraverso una complessa opera di accrescimento, rielaborazione e riscrittura che fa sì che esse possano essere considerate alla stregua di un “work in progress”. Il libro offre notevoli spunti di indagine anche per ciò che riguarda i modelli, le suggestioni utilizzate e rifuse, insomma le “fonti”. Che i mille rivoli della novellistica medievale, latina e volgare, abbiano lasciato sedimenti nella raccolta, è cosa ben nota e già da tempo messa in risalto dagli studiosi. Per parecchi degli aneddoti proposti dal Bracciolini, infatti, è stato possibile individuare una fonte o un modello medievale, spesso da lui abilmente rielaborato. In questo volume si approfondiscono tali aspetti, vengono fornite parecchie considerazioni nuove, attraverso una serie di note di lettura su singole facezie, raggruppate per temi e argomenti, e si mettono in risalto la varietà e la molteplicità degli esempi, delle suggestioni, dei modelli, delle “fonti” cui Poggio ha attinto. In particolare, ci si sofferma su alcune tematiche specifiche, quali l’influsso che le tradizioni retoriche classiche e medievali hanno esercitato sulla raccolta, le suggestioni attinte alla favolistica e alla letteratura esemplare, la multiforme immagine della donna che emerge dagli aneddoti a lei dedicati (in particolare, la tipologia della vedova e quella della donna con due amanti), gli echi della produzione fabliolistica e novellistica tardo-medievale (soprattutto Boccaccio e Sacchetti), la fortuna della raccolta (in particolare nel «De sermone» del Pontano). In conclusione, dalle analisi esperite si rileva come la raccolta si configuri alla stregua di un amplissimo serbatoio di moduli, spunti, tematiche, situazioni, personaggi che, in vario modo, pervengono al Bracciolini da una tradizione retorica e novellistica enorme, cui egli ha saputo attingere spesso con indubbia bravura.
BISANTI, A. (2011). Tradizioni retoriche e letterarie nelle «Facezie» di Poggio Bracciolini. Cosenza : Falco.
Tradizioni retoriche e letterarie nelle «Facezie» di Poggio Bracciolini
BISANTI, Armando
2011-01-01
Abstract
Le «Confabulationes» (più comunemente note come «Liber Facetiarum») di Poggio Bracciolini sono una raccolta di 273 “facezie” latine (aneddoti, apologhi, motti di spirito, battute salaci, barzellette, brevi novelle) redatte dall’umanista toscano nel corso di molti anni, attraverso una complessa opera di accrescimento, rielaborazione e riscrittura che fa sì che esse possano essere considerate alla stregua di un “work in progress”. Il libro offre notevoli spunti di indagine anche per ciò che riguarda i modelli, le suggestioni utilizzate e rifuse, insomma le “fonti”. Che i mille rivoli della novellistica medievale, latina e volgare, abbiano lasciato sedimenti nella raccolta, è cosa ben nota e già da tempo messa in risalto dagli studiosi. Per parecchi degli aneddoti proposti dal Bracciolini, infatti, è stato possibile individuare una fonte o un modello medievale, spesso da lui abilmente rielaborato. In questo volume si approfondiscono tali aspetti, vengono fornite parecchie considerazioni nuove, attraverso una serie di note di lettura su singole facezie, raggruppate per temi e argomenti, e si mettono in risalto la varietà e la molteplicità degli esempi, delle suggestioni, dei modelli, delle “fonti” cui Poggio ha attinto. In particolare, ci si sofferma su alcune tematiche specifiche, quali l’influsso che le tradizioni retoriche classiche e medievali hanno esercitato sulla raccolta, le suggestioni attinte alla favolistica e alla letteratura esemplare, la multiforme immagine della donna che emerge dagli aneddoti a lei dedicati (in particolare, la tipologia della vedova e quella della donna con due amanti), gli echi della produzione fabliolistica e novellistica tardo-medievale (soprattutto Boccaccio e Sacchetti), la fortuna della raccolta (in particolare nel «De sermone» del Pontano). In conclusione, dalle analisi esperite si rileva come la raccolta si configuri alla stregua di un amplissimo serbatoio di moduli, spunti, tematiche, situazioni, personaggi che, in vario modo, pervengono al Bracciolini da una tradizione retorica e novellistica enorme, cui egli ha saputo attingere spesso con indubbia bravura.File | Dimensione | Formato | |
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