Cosa rende una fotografia espressiva? Quali caratteristiche peculiari riconosciamo alle fotografie? Per rispondere a queste domande bisogna evidenziare che la fotografia è innanzi tutto un modo di guardare la realtà, di concentrare l’attenzione su determinati particolari che nel fluire della percezione ordinaria andrebbero altrimenti persi. La fotogenia – la maggiorazione estetica che un oggetto assume nella rappresentazione fotografica – diviene l’elemento discriminante capace di dare un senso alla fotografia: un oggetto fotografato assume differenti caratteristiche da quelle che ha nella realtà; esse dipendono direttamente dalle logiche espressive del medium che lo rappresenta. Un soggetto o un oggetto fotografato sono fotogenici perché il fotografo è riuscito a mettere in evidenza una particolare e significativa caratteristica che solo la rappresentazione fotografica è capace di mostrare: avere piena padronanza della tecnica fotografica significa guardare la realtà con occhio fotografico, essere attenti a quei fugaci dettagli che, se ben resi nell’immagine, fanno sì che essa sia fotogenica. La fotogenia è quella caratteristica mediata dal fotografo di rendere esteticamente un soggetto o un oggetto fotografico, di sottolinearne alcuni aspetti che altrimenti rimarrebbero inespressi. Una fotografia che definiamo fotogenica deve far coincidere nella sua compiutezza verità e bellezza: ogni soggetto se ben fotografato è fotogenico, anche l’oggetto brutto è bello (cioè fotogenico) se ben fotografato. Per mettere alla prova dei fatti quanto detto, è utile un esempio concreto: Edward Weston trae ispirazione dall’osservazione delle forme del WC della propria casa messicana e ne fa soggetto di una fotografia (Excusado, 1925). Nel diario di quei giorni Weston riflette sulla forma e sul valore di (una fotografia di) un WC, sul significato della rappresentazione fotografica, sul senso e sul valore che un oggetto comune assume una volta che richiama l’attenzione del fotografo e cattura il suo sguardo sino a divenire una fotografia. Il fotografo è quindi capace di scoprire in un oggetto conosciuto, per mezzo di una migliore focalizzazione dello sguardo attirato dalla forma, che questo è visibile in un’altra prospettiva, in una maniera differente e, a partire da questa, è capace di rappresentarlo fotograficamente, in maniera che possiamo definire fotogenica.

Crescimanno, E. (2010). La fotogenia: logiche espressive dell’immagine fotografica.

La fotogenia: logiche espressive dell’immagine fotografica

CRESCIMANNO, Emanuele
2010-01-01

Abstract

Cosa rende una fotografia espressiva? Quali caratteristiche peculiari riconosciamo alle fotografie? Per rispondere a queste domande bisogna evidenziare che la fotografia è innanzi tutto un modo di guardare la realtà, di concentrare l’attenzione su determinati particolari che nel fluire della percezione ordinaria andrebbero altrimenti persi. La fotogenia – la maggiorazione estetica che un oggetto assume nella rappresentazione fotografica – diviene l’elemento discriminante capace di dare un senso alla fotografia: un oggetto fotografato assume differenti caratteristiche da quelle che ha nella realtà; esse dipendono direttamente dalle logiche espressive del medium che lo rappresenta. Un soggetto o un oggetto fotografato sono fotogenici perché il fotografo è riuscito a mettere in evidenza una particolare e significativa caratteristica che solo la rappresentazione fotografica è capace di mostrare: avere piena padronanza della tecnica fotografica significa guardare la realtà con occhio fotografico, essere attenti a quei fugaci dettagli che, se ben resi nell’immagine, fanno sì che essa sia fotogenica. La fotogenia è quella caratteristica mediata dal fotografo di rendere esteticamente un soggetto o un oggetto fotografico, di sottolinearne alcuni aspetti che altrimenti rimarrebbero inespressi. Una fotografia che definiamo fotogenica deve far coincidere nella sua compiutezza verità e bellezza: ogni soggetto se ben fotografato è fotogenico, anche l’oggetto brutto è bello (cioè fotogenico) se ben fotografato. Per mettere alla prova dei fatti quanto detto, è utile un esempio concreto: Edward Weston trae ispirazione dall’osservazione delle forme del WC della propria casa messicana e ne fa soggetto di una fotografia (Excusado, 1925). Nel diario di quei giorni Weston riflette sulla forma e sul valore di (una fotografia di) un WC, sul significato della rappresentazione fotografica, sul senso e sul valore che un oggetto comune assume una volta che richiama l’attenzione del fotografo e cattura il suo sguardo sino a divenire una fotografia. Il fotografo è quindi capace di scoprire in un oggetto conosciuto, per mezzo di una migliore focalizzazione dello sguardo attirato dalla forma, che questo è visibile in un’altra prospettiva, in una maniera differente e, a partire da questa, è capace di rappresentarlo fotograficamente, in maniera che possiamo definire fotogenica.
2010
Crescimanno, E. (2010). La fotogenia: logiche espressive dell’immagine fotografica.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/53272
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact