Il capitolo delle vertigini rappresenta una sintesi difficile di patologie di interesse multidisciplinare, ma al tempo stesso costituisce una parte della medicina pratica che non può essere misconosciuta dal medico di base e dallo specialista quale l’otorinolaringoiatra, il neurologo, lo psichiatra, il cardiologo e il geriatra. Molte sono le condizioni infatti che fanno riferire al medico la vertigine come primo ed unico sintomo da parte dei malati. La sua presenza spesso viene mal riferita ed il medico può non dare la giusta importanza a questo segno per la facilità con cui viene riportato anche da pazienti con una sintomatologia prettamente psichica o la frequenza con la quale di esso si abusa a scopo di risarcimento, indennizzo o richieste di invalidità. È quindi necessario approfondire sempre l’osservazione clinica e strumentale di questi malati prima di negare l’esistenza di una vertigine. La diversità delle manifestazioni tra soggetto e soggetto e la diversità delle eziologie (malattie organiche e/o psichiche) impone anche una diagnosi differenziale tra i vari tipi di vertigine e altre turbe del controllo motorio, quali l’atassia, l’incoordinazione motoria e i disturbi del tono muscolare ed anche con gli attacchi ischemici transitori. La vertigine può dipendere da una compromissione a vari livelli ed i suoi caratteri variare in funzione della sede della lesione. Si suole pertanto distinguere una vertigine di origine periferica comprendendo in questa tutte le lesioni dei recettori, del nervo e dei nuclei ed una vertigine centrale legata ad una sofferenza delle altre componenti propriamente centrali. La vertigine di origine periferica si manifesta generalmente con crisi vertiginose, spontanee ma più spesso favorite da movimenti del capo e accompagnate da disturbi di tipo vegetativo, vertigine labirintica, ed eventualmente da segni di compromissione della via cocleare quando la lesione è a partenza dal nervo vestibolare per le sue strette connessioni anatomiche con la via cocleare, vertigine vestibolare. Le principali cause di vertigine periferica sono rappresentate dalla malattia di Ménière, dalla cupololitiasi, dalla neuronite vestibolare, dai processi infettivi, da incidenti vascolari, da intossicazioni esogene e dall'otosclerosi. In genere quasi tutte le sopracitate forme di vertigine sono accompagnate da sintomi neurovegetativi (nausea, vomito, sudorazione, pallore e ipotensione). Molte malattie neurologiche possono accompagnarsi a vertigini (vertigine centrale). Le cause più frequenti sono: le sofferenze vascolari, degenerative, neoplastiche con conseguente disturbo funzionale delle aree corticali deputate al controllo dell’equilibrio.

Gallina, S., Costanzo, M., Messina, A., Chillura, M., Guidetti, G., Martines, F. (2011). Moderni approcci alle patologie periferiche e centrali del sistema dell'equilibrio: "Diagnosi differenziale dei disturbi periferici e centrali". [Altro].

Moderni approcci alle patologie periferiche e centrali del sistema dell'equilibrio: "Diagnosi differenziale dei disturbi periferici e centrali".

MARTINES, Francesco
2011-01-01

Abstract

Il capitolo delle vertigini rappresenta una sintesi difficile di patologie di interesse multidisciplinare, ma al tempo stesso costituisce una parte della medicina pratica che non può essere misconosciuta dal medico di base e dallo specialista quale l’otorinolaringoiatra, il neurologo, lo psichiatra, il cardiologo e il geriatra. Molte sono le condizioni infatti che fanno riferire al medico la vertigine come primo ed unico sintomo da parte dei malati. La sua presenza spesso viene mal riferita ed il medico può non dare la giusta importanza a questo segno per la facilità con cui viene riportato anche da pazienti con una sintomatologia prettamente psichica o la frequenza con la quale di esso si abusa a scopo di risarcimento, indennizzo o richieste di invalidità. È quindi necessario approfondire sempre l’osservazione clinica e strumentale di questi malati prima di negare l’esistenza di una vertigine. La diversità delle manifestazioni tra soggetto e soggetto e la diversità delle eziologie (malattie organiche e/o psichiche) impone anche una diagnosi differenziale tra i vari tipi di vertigine e altre turbe del controllo motorio, quali l’atassia, l’incoordinazione motoria e i disturbi del tono muscolare ed anche con gli attacchi ischemici transitori. La vertigine può dipendere da una compromissione a vari livelli ed i suoi caratteri variare in funzione della sede della lesione. Si suole pertanto distinguere una vertigine di origine periferica comprendendo in questa tutte le lesioni dei recettori, del nervo e dei nuclei ed una vertigine centrale legata ad una sofferenza delle altre componenti propriamente centrali. La vertigine di origine periferica si manifesta generalmente con crisi vertiginose, spontanee ma più spesso favorite da movimenti del capo e accompagnate da disturbi di tipo vegetativo, vertigine labirintica, ed eventualmente da segni di compromissione della via cocleare quando la lesione è a partenza dal nervo vestibolare per le sue strette connessioni anatomiche con la via cocleare, vertigine vestibolare. Le principali cause di vertigine periferica sono rappresentate dalla malattia di Ménière, dalla cupololitiasi, dalla neuronite vestibolare, dai processi infettivi, da incidenti vascolari, da intossicazioni esogene e dall'otosclerosi. In genere quasi tutte le sopracitate forme di vertigine sono accompagnate da sintomi neurovegetativi (nausea, vomito, sudorazione, pallore e ipotensione). Molte malattie neurologiche possono accompagnarsi a vertigini (vertigine centrale). Le cause più frequenti sono: le sofferenze vascolari, degenerative, neoplastiche con conseguente disturbo funzionale delle aree corticali deputate al controllo dell’equilibrio.
2011
Gallina, S., Costanzo, M., Messina, A., Chillura, M., Guidetti, G., Martines, F. (2011). Moderni approcci alle patologie periferiche e centrali del sistema dell'equilibrio: "Diagnosi differenziale dei disturbi periferici e centrali". [Altro].
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