Il volume dà conto di una lunga frequentazione dell’opera di Federigo Tozzi (1883-1920), letta alla luce di quella prospettiva d’indagine che, soprattutto dagli studi di Aldo Rossi e Marco Marchi in poi, ha privilegiato la ricostruzione della formazione culturale dello scrittore senese e l’individuazione della sua non superficiale cultura scientifica, avente come saldo riferimento il pensiero dello psicologo americano William James. Si è voluta seguire tale direttiva d’analisi per una migliore esegesi dei testi tozziani presi in considerazione, in particolare Con gli occhi chiusi, e dunque senza prescindere da essi o ad essi sovrapporsi. Il primo studio analizza le significative presenze di William James e di Henri Bergson nell’opera dello scrittore toscano; mentre il secondo lavoro indaga l’espressionismo percettivo e le innovazioni formali caratterizzanti la narrativa dell’autore di Siena e soprattutto Con gli occhi chiusi. Di questo romanzo, l’ultimo saggio propone una lettura tendente a rilevare come la dimensione di incomunicabilità e di incomprensione produca un’impasse relazionale che si manifesta nel progressivo e sempre più assoluto solipsismo dei personaggi della vicenda, con la conseguente ‘cecità’ dei soggetti nei confronti dei propri simili.
SAJA, G. (2010). Impasse relazionale e solipsismo in "Con gli occhi chiusi" e altri saggi tozziani. Caltanissetta-Roma : Salvatore Sciascia.
Impasse relazionale e solipsismo in "Con gli occhi chiusi" e altri saggi tozziani
SAJA, Giuseppe
2010-01-01
Abstract
Il volume dà conto di una lunga frequentazione dell’opera di Federigo Tozzi (1883-1920), letta alla luce di quella prospettiva d’indagine che, soprattutto dagli studi di Aldo Rossi e Marco Marchi in poi, ha privilegiato la ricostruzione della formazione culturale dello scrittore senese e l’individuazione della sua non superficiale cultura scientifica, avente come saldo riferimento il pensiero dello psicologo americano William James. Si è voluta seguire tale direttiva d’analisi per una migliore esegesi dei testi tozziani presi in considerazione, in particolare Con gli occhi chiusi, e dunque senza prescindere da essi o ad essi sovrapporsi. Il primo studio analizza le significative presenze di William James e di Henri Bergson nell’opera dello scrittore toscano; mentre il secondo lavoro indaga l’espressionismo percettivo e le innovazioni formali caratterizzanti la narrativa dell’autore di Siena e soprattutto Con gli occhi chiusi. Di questo romanzo, l’ultimo saggio propone una lettura tendente a rilevare come la dimensione di incomunicabilità e di incomprensione produca un’impasse relazionale che si manifesta nel progressivo e sempre più assoluto solipsismo dei personaggi della vicenda, con la conseguente ‘cecità’ dei soggetti nei confronti dei propri simili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.