Simbolo della produzione tessile italiana, l’immagine che maggiormente ha caratterizzato Prato per lungo tempo è quella della città-fabbrica, in cui residenza e industria hanno convissuto in maniera aggregata rappresentando il cosiddetto “mito pratese”. Con il tempo questa immagine è cambiata, è aumentato il benessere, sono cambiate le strutture sociali, è aumentata l’insofferenza nei confronti di situazioni e funzioni del passato non più contrapposte, in alcuni casi, da un senso identitario da parte degli abitanti. Questo ha portato, negli ultimi anni, ad un insediamento sempre maggiore del settore terziario e di ulteriori residenze nella città-fabbrica a discapito delle attività produttive. Inoltre, la città ha dovuto confrontarsi con un’enorme quantità di volumetrie dismesse, conseguenza del tracollo del tessile avvenuto alla fine degli anni ’90, e con una comunità cinese in continua ascesa. Il presente contributo si propone di analizzare in che modo la strumentazione urbanistica a livello comunale abbia contribuito negli assetti attuali, e quale sarà il suo peso negli assetti futuri, con l’obiettivo di valutare se, all’interno dell’attuale quadro urbanistico italiano, il piano concepito in componenti strutturali e programmatiche sia in grado di rispondere, in maniera più efficace rispetto al tradizionale prg, ai bisogni di una società dagli equilibri profondamente trasformati.
Rubino, S. (2010). Prato e la città-fabbrica: strategie possibili per una pianificazione maggiormente efficace.
Prato e la città-fabbrica: strategie possibili per una pianificazione maggiormente efficace
Rubino, Simona
2010-01-01
Abstract
Simbolo della produzione tessile italiana, l’immagine che maggiormente ha caratterizzato Prato per lungo tempo è quella della città-fabbrica, in cui residenza e industria hanno convissuto in maniera aggregata rappresentando il cosiddetto “mito pratese”. Con il tempo questa immagine è cambiata, è aumentato il benessere, sono cambiate le strutture sociali, è aumentata l’insofferenza nei confronti di situazioni e funzioni del passato non più contrapposte, in alcuni casi, da un senso identitario da parte degli abitanti. Questo ha portato, negli ultimi anni, ad un insediamento sempre maggiore del settore terziario e di ulteriori residenze nella città-fabbrica a discapito delle attività produttive. Inoltre, la città ha dovuto confrontarsi con un’enorme quantità di volumetrie dismesse, conseguenza del tracollo del tessile avvenuto alla fine degli anni ’90, e con una comunità cinese in continua ascesa. Il presente contributo si propone di analizzare in che modo la strumentazione urbanistica a livello comunale abbia contribuito negli assetti attuali, e quale sarà il suo peso negli assetti futuri, con l’obiettivo di valutare se, all’interno dell’attuale quadro urbanistico italiano, il piano concepito in componenti strutturali e programmatiche sia in grado di rispondere, in maniera più efficace rispetto al tradizionale prg, ai bisogni di una società dagli equilibri profondamente trasformati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.