Il gruppo, sin dalle prime fasi del progetto, ha lavorato con la volontà di cogliere, nella collaborazione e nel dialogo multidisciplinare e disciplinare, una opportunità di crescita culturale e scientifica per il raggiungimento di soluzioni condivise, operando in sinergia, mettendo a sistema le conoscenze, evitando la frammentazione e ottimizzando le diverse specificità nello sviluppo delle idee. La rigenerazione del comparto oggetto di questo studio ha assunto come enunciato quattro azioni elementari come strumenti operativi declinati alla scala urbana, a quella architettonica e a quella delle soluzioni tecnologiche per plasmare una nuova identità urbana: includere, sottrarre, aggiungere e connettere. A Tor Bella Monaca, un mancato senso di urbanità è la vera causa del disagio ambientale. La dimensione, l'impianto e la posizione delle grandi unità residenziali privano gli abitanti di un senso di appartenenza alla città che è stato riformulato riorganizzando il verde e portando le attrezzature comuni all'interno delle grandi corti per ridimensionare la misura del vuoto. L’obiettivo è stato quello di raggiungere un equilibrio tra pubblico e privato diverso da quello esistente. Alla scala residenziale, invece, è stato necessario restituire alla quotidianità degli abitanti una diversa qualità degli spazi domestici. Rimodellare la configurazione interna, restituendo in facciata un nuovo carattere all'edificio, permette agli edifici di mostrare all’esterno una nuova e più decorosa qualità domestica. Per riequilibrare il rapporto tra abitante e spazio, si è riscritto il rapporto tra privato e pubblico. Dietro i prospetti su Via dell’Archeologia vi sono cucine, soggiorni e stanza da letto: il piano terra perde il carattere residenziale e progressivamente, dal basso verso l’alto, il carattere pubblico si disperde a favore di una riconquistata intimità. Le misure dell’abitare alla scala urbana e quella domestica hanno trovano, dunque, un nuovo equilibrio grazie all’includere, al sottrarre, all’aggiungere e al connettere. Le trasformazioni si configurano, inoltre, come un sistema più ampio di connessioni, sia materiali che immateriali, in cui l’arte del comporre e la sapienza costruttiva espressi dalle soluzioni tecnologiche hanno trovato una sintesi congruente tra economia, riconfigurazione formale e nuova qualità del vivere quotidiano in periferia.
Pasquale Mei, Gianluigi Freda, Teresa Villani, Francesca Giglio, Raffaella Cavallaro, Fabio Santonicola, et al. (2020). Manipolazione tipologica. Upcycling degli edifici ERP di Tor Bella Monaca a Roma [Progetto architettonico].
Manipolazione tipologica. Upcycling degli edifici ERP di Tor Bella Monaca a Roma
Pasquale Mei
;
2020-01-01
Abstract
Il gruppo, sin dalle prime fasi del progetto, ha lavorato con la volontà di cogliere, nella collaborazione e nel dialogo multidisciplinare e disciplinare, una opportunità di crescita culturale e scientifica per il raggiungimento di soluzioni condivise, operando in sinergia, mettendo a sistema le conoscenze, evitando la frammentazione e ottimizzando le diverse specificità nello sviluppo delle idee. La rigenerazione del comparto oggetto di questo studio ha assunto come enunciato quattro azioni elementari come strumenti operativi declinati alla scala urbana, a quella architettonica e a quella delle soluzioni tecnologiche per plasmare una nuova identità urbana: includere, sottrarre, aggiungere e connettere. A Tor Bella Monaca, un mancato senso di urbanità è la vera causa del disagio ambientale. La dimensione, l'impianto e la posizione delle grandi unità residenziali privano gli abitanti di un senso di appartenenza alla città che è stato riformulato riorganizzando il verde e portando le attrezzature comuni all'interno delle grandi corti per ridimensionare la misura del vuoto. L’obiettivo è stato quello di raggiungere un equilibrio tra pubblico e privato diverso da quello esistente. Alla scala residenziale, invece, è stato necessario restituire alla quotidianità degli abitanti una diversa qualità degli spazi domestici. Rimodellare la configurazione interna, restituendo in facciata un nuovo carattere all'edificio, permette agli edifici di mostrare all’esterno una nuova e più decorosa qualità domestica. Per riequilibrare il rapporto tra abitante e spazio, si è riscritto il rapporto tra privato e pubblico. Dietro i prospetti su Via dell’Archeologia vi sono cucine, soggiorni e stanza da letto: il piano terra perde il carattere residenziale e progressivamente, dal basso verso l’alto, il carattere pubblico si disperde a favore di una riconquistata intimità. Le misure dell’abitare alla scala urbana e quella domestica hanno trovano, dunque, un nuovo equilibrio grazie all’includere, al sottrarre, all’aggiungere e al connettere. Le trasformazioni si configurano, inoltre, come un sistema più ampio di connessioni, sia materiali che immateriali, in cui l’arte del comporre e la sapienza costruttiva espressi dalle soluzioni tecnologiche hanno trovato una sintesi congruente tra economia, riconfigurazione formale e nuova qualità del vivere quotidiano in periferia.File | Dimensione | Formato | |
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