La tesi ha ad oggetto i vescovati di Sicilia nell’età normanna. La ricerca è condotta – oltre che con l’ausilio degli importantissimi risultati storiografici frutto degli studi ormai acquisiti al patrimonio conoscitivo – a partire da una rilettura delle fonti documentarie conservatesi, costituite essenzialmente da atti della Cancelleria comitale e regia, nonché da atti di matrice privatistica, la maggior parte dei quali provenienti dagli Archivi Diocesani. All’indagine su tale tipologia di fonti si accompagna, parallelamente, un’analisi dei dati offerti dalle fonti cronachistiche, utili alla ricostruzione di uno spaccato storico dell’età considerata quanto più completo e affidabile. Il quadro dei distretti diocesani (in particolare l’arcivescovato di Palermo, con le diocesi suffraganee di Agrigento, Mazara, Malta; e l’arcivescovato di Monreale, con le diocesi suffraganee di Catania e Siracusa) viene analizzato assumendo come centrali le potestà normative e le competenze giurisdizionali in capo ai titolari della carica episcopale. La peculiarità dell’insediamento normanno è caratterizzata dalla progressiva costruzione di un rinnovato apparato politico-istituzionale, ed il corrispondente ordinamento giuridico, in cui gli enti ecclesiastici assumono un ruolo cardine. Avvertita sin dai contemporanei come “riconquista” di un territorio caduto in mano agli “infedeli musulmani”, la penetrazione normanna si accompagnò, sin dal principio, alla ricostituzione delle gerarchie ecclesiastiche cristiane gravemente ridimensionate sotto il dominio arabo, o in molti casi quasi del tutto scomparse. Il principale artefice della conquista siciliana – Ruggero I – si fece personalmente promotore della reviviscenza dell’appassita struttura ecclesiastica, fondando diocesi o rifondandole, avendo cura di farle coincidere ai centri territoriali cruciali dal punto di vista politico e militare. Ciò fa sì che il ruolo dei vescovi appaia importante in un duplice senso. In primo luogo, per quanto riguarda i rapporti più strettamente concernenti l’alta gerarchia ecclesiastica e le autorità di vertice, sia in campo ecclesiastico (il Papato), che civile (il Conte di Sicilia, poi Re a partire dal 1130). In secondo luogo, il ruolo dei vescovi appare di assoluto rilievo anche per quanto concerne il tessuto sociale ed economico della diocesi di propria pertinenza. In un ambiente etnicamente eterogeneo come quello siciliano nei secoli del Basso Medioevo, si assiste alla convivenza in un medesimo ambito territoriale di greci, arabi, ebrei e latini. Questa diversità di lingue, usi sociali e confessioni religiose si riverberava sul complesso dei più diversi istituti giuridici, necessari per la regolamentazione delle svariate situazioni relazionali tra i soggetti coinvolti. I vescovati – dal punto di vista della struttura istituzionale dell’intero Regno, e della Sicilia in particolare – costituirono unità amministrative basilari, non solo per quanto concerne l’ordinamento ecclesiastico ma, in senso più ampio, anche con riguardo alla configurazione stessa dell’ordinamento secolare. I vescovi, dal canto loro, si trovarono a svolgere un ruolo – secondo modalità differenti a seconda dei tempi, ed in linea con i tratti delle personalità proprie di ciascuno di essi – che oltrepassava spesso gli officia connessi alla loro carica. Come pastori delle popolazioni loro affidate, ciascuno per la propria diocesi, li si trova occupati nelle consuete attività loro demandate. Come uomini di governo, li si trova spesso alla corte dei sovrani, coinvolti in delicate vicende di primo piano per la gestione del governo del Regno, nel suo proiettarsi all’esterno, verso realtà statuali od istituzionali; oppure, all’interno, per la gestione di eventi dalla valenza amministrativa e politica di rilevante – o di vitale – importanza per l’assetto dello stesso.

(2021). I vescovati nella Sicilia normanno-sveva (XI-XIII secolo). Potestà normative e competenze giurisdizionali in un territorio multiculturale.

I vescovati nella Sicilia normanno-sveva (XI-XIII secolo). Potestà normative e competenze giurisdizionali in un territorio multiculturale

IMPERIA, Vincenzo Roberto
2021-07-20

Abstract

La tesi ha ad oggetto i vescovati di Sicilia nell’età normanna. La ricerca è condotta – oltre che con l’ausilio degli importantissimi risultati storiografici frutto degli studi ormai acquisiti al patrimonio conoscitivo – a partire da una rilettura delle fonti documentarie conservatesi, costituite essenzialmente da atti della Cancelleria comitale e regia, nonché da atti di matrice privatistica, la maggior parte dei quali provenienti dagli Archivi Diocesani. All’indagine su tale tipologia di fonti si accompagna, parallelamente, un’analisi dei dati offerti dalle fonti cronachistiche, utili alla ricostruzione di uno spaccato storico dell’età considerata quanto più completo e affidabile. Il quadro dei distretti diocesani (in particolare l’arcivescovato di Palermo, con le diocesi suffraganee di Agrigento, Mazara, Malta; e l’arcivescovato di Monreale, con le diocesi suffraganee di Catania e Siracusa) viene analizzato assumendo come centrali le potestà normative e le competenze giurisdizionali in capo ai titolari della carica episcopale. La peculiarità dell’insediamento normanno è caratterizzata dalla progressiva costruzione di un rinnovato apparato politico-istituzionale, ed il corrispondente ordinamento giuridico, in cui gli enti ecclesiastici assumono un ruolo cardine. Avvertita sin dai contemporanei come “riconquista” di un territorio caduto in mano agli “infedeli musulmani”, la penetrazione normanna si accompagnò, sin dal principio, alla ricostituzione delle gerarchie ecclesiastiche cristiane gravemente ridimensionate sotto il dominio arabo, o in molti casi quasi del tutto scomparse. Il principale artefice della conquista siciliana – Ruggero I – si fece personalmente promotore della reviviscenza dell’appassita struttura ecclesiastica, fondando diocesi o rifondandole, avendo cura di farle coincidere ai centri territoriali cruciali dal punto di vista politico e militare. Ciò fa sì che il ruolo dei vescovi appaia importante in un duplice senso. In primo luogo, per quanto riguarda i rapporti più strettamente concernenti l’alta gerarchia ecclesiastica e le autorità di vertice, sia in campo ecclesiastico (il Papato), che civile (il Conte di Sicilia, poi Re a partire dal 1130). In secondo luogo, il ruolo dei vescovi appare di assoluto rilievo anche per quanto concerne il tessuto sociale ed economico della diocesi di propria pertinenza. In un ambiente etnicamente eterogeneo come quello siciliano nei secoli del Basso Medioevo, si assiste alla convivenza in un medesimo ambito territoriale di greci, arabi, ebrei e latini. Questa diversità di lingue, usi sociali e confessioni religiose si riverberava sul complesso dei più diversi istituti giuridici, necessari per la regolamentazione delle svariate situazioni relazionali tra i soggetti coinvolti. I vescovati – dal punto di vista della struttura istituzionale dell’intero Regno, e della Sicilia in particolare – costituirono unità amministrative basilari, non solo per quanto concerne l’ordinamento ecclesiastico ma, in senso più ampio, anche con riguardo alla configurazione stessa dell’ordinamento secolare. I vescovi, dal canto loro, si trovarono a svolgere un ruolo – secondo modalità differenti a seconda dei tempi, ed in linea con i tratti delle personalità proprie di ciascuno di essi – che oltrepassava spesso gli officia connessi alla loro carica. Come pastori delle popolazioni loro affidate, ciascuno per la propria diocesi, li si trova occupati nelle consuete attività loro demandate. Come uomini di governo, li si trova spesso alla corte dei sovrani, coinvolti in delicate vicende di primo piano per la gestione del governo del Regno, nel suo proiettarsi all’esterno, verso realtà statuali od istituzionali; oppure, all’interno, per la gestione di eventi dalla valenza amministrativa e politica di rilevante – o di vitale – importanza per l’assetto dello stesso.
Les évêchés en Sicile normande-souabe (XIe-XIIIe siècles). Pouvoir réglementaire et juridiction dans un territoire multiculturel
20-lug-2021
vescovati; Sicilia normanno-sveva; potestà normative; competenze giurisdizionali; multiculturalismo.
(2021). I vescovati nella Sicilia normanno-sveva (XI-XIII secolo). Potestà normative e competenze giurisdizionali in un territorio multiculturale.
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Descrizione: tesi di dottorato
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/513910
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