Lo stagno è il ventiquattresimo elemento più abbondante nella crosta terrestre ed ha il più elevato numero di isotopi stabili (dieci). Generalmente questo elemento non viene annoverato tra gli inquinanti più importanti, in quanto lo stagno inorganico non risulta particolarmente tossico. Tuttavia, molti dei suoi sali lo sono. Infatti, la corrosione di contenitori in stagno da parte di cibi e bevande acide ha causato in passato numerosi intossicazioni ad opera di composti solubili di questo metallo. Inoltre, la bioalchilazione dello stagno inorganico porta alla formazione di composti ancor più nocivi per l’ambiente. Per tali ragioni, per esempio, la Food Standards Agency del Regno Unito ha imposto dei limiti di 200 e 150 mg di stagno per kg di alimento solido e bevanda, rispettivamente. In virtù della diversa attività biologica delle differenti specie dello stagno, la conoscenza della sua speciazione nell’ambiente è di importanza fondamentale. Ciò nonostante, la conoscenza del comportamento chimico e della distribuzione delle specie dello stagno in sistemi naturali è praticamente inesistente, e i pochi dati di letteratura disponibili consentono soltanto una vaga predizione della sua speciazione in questi sistemi. In particolare, il comportamento in soluzione dello stagno(II) non è ben definito, e per tale motivo recentemente è stato intrapreso uno studio sistematico della sua speciazione in sistemi acquosi multicomponente. Dopo aver valutato le proprietà acido-base e le interazioni di Sn2+ con i principali leganti inorganici presenti nei fluidi naturali, in questo contributo sono presentati alcuni risultati preliminari sulla stabilità delle specie che questo catione forma con alcuni leganti organici a basso peso molecolare di interesse biologico e ambientale. In particolare, è stata studiata la speciazione di Sn2+ in presenza di acidi policarbossilici (acetico, malonico, malico, tartarico, citrico, lattico, gluconico), a t = 25°C a diverse forze ioniche in NaNO3aq e NaClaq. La capacità sequestrante di questi leganti nei confronti di Sn2+ è stata poi confrontata attraverso il calcolo di diversi valori di pL50, un parametro semiempirico proposto di recente che rappresenta la concentrazione totale (come antilogaritmo) di legante necessaria per sequestrare il 50% di catione presente (in tracce) in un sistema.

Cigala, R.M., Crea, F., De Stefano, C., Giacalone, A., Gianguzza, A., Lando, G., et al. (2010). Speciazione di Sn(II) in presenza di leganti O-donatori di interesse biologico. In XXII CONGRESSO NAZIONALE DELLA DIVISIONE DI CHIMICA ANALITICA DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI CHIMICA.

Speciazione di Sn(II) in presenza di leganti O-donatori di interesse biologico

GIACALONE, Alba;GIANGUZZA, Antonio;PETTIGNANO, Alberto;
2010-01-01

Abstract

Lo stagno è il ventiquattresimo elemento più abbondante nella crosta terrestre ed ha il più elevato numero di isotopi stabili (dieci). Generalmente questo elemento non viene annoverato tra gli inquinanti più importanti, in quanto lo stagno inorganico non risulta particolarmente tossico. Tuttavia, molti dei suoi sali lo sono. Infatti, la corrosione di contenitori in stagno da parte di cibi e bevande acide ha causato in passato numerosi intossicazioni ad opera di composti solubili di questo metallo. Inoltre, la bioalchilazione dello stagno inorganico porta alla formazione di composti ancor più nocivi per l’ambiente. Per tali ragioni, per esempio, la Food Standards Agency del Regno Unito ha imposto dei limiti di 200 e 150 mg di stagno per kg di alimento solido e bevanda, rispettivamente. In virtù della diversa attività biologica delle differenti specie dello stagno, la conoscenza della sua speciazione nell’ambiente è di importanza fondamentale. Ciò nonostante, la conoscenza del comportamento chimico e della distribuzione delle specie dello stagno in sistemi naturali è praticamente inesistente, e i pochi dati di letteratura disponibili consentono soltanto una vaga predizione della sua speciazione in questi sistemi. In particolare, il comportamento in soluzione dello stagno(II) non è ben definito, e per tale motivo recentemente è stato intrapreso uno studio sistematico della sua speciazione in sistemi acquosi multicomponente. Dopo aver valutato le proprietà acido-base e le interazioni di Sn2+ con i principali leganti inorganici presenti nei fluidi naturali, in questo contributo sono presentati alcuni risultati preliminari sulla stabilità delle specie che questo catione forma con alcuni leganti organici a basso peso molecolare di interesse biologico e ambientale. In particolare, è stata studiata la speciazione di Sn2+ in presenza di acidi policarbossilici (acetico, malonico, malico, tartarico, citrico, lattico, gluconico), a t = 25°C a diverse forze ioniche in NaNO3aq e NaClaq. La capacità sequestrante di questi leganti nei confronti di Sn2+ è stata poi confrontata attraverso il calcolo di diversi valori di pL50, un parametro semiempirico proposto di recente che rappresenta la concentrazione totale (come antilogaritmo) di legante necessaria per sequestrare il 50% di catione presente (in tracce) in un sistema.
Settore CHIM/01 - Chimica Analitica
set-2010
XXII congresso nazionale della divisione di chimica analitica
Como
12/09/2010
XXII
2010
1
Cigala, R.M., Crea, F., De Stefano, C., Giacalone, A., Gianguzza, A., Lando, G., et al. (2010). Speciazione di Sn(II) in presenza di leganti O-donatori di interesse biologico. In XXII CONGRESSO NAZIONALE DELLA DIVISIONE DI CHIMICA ANALITICA DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI CHIMICA.
Proceedings (atti dei congressi)
Cigala, RM; Crea, F; De Stefano, C; Giacalone, A; Gianguzza, A; Lando, G; Pettignano, A; Sammartano, S
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