Giuseppe Meli e la cultura dei conoscitori nell’Ottocento Interessante figura di conoscitore, Giuseppe Meli (1807-1892) occupa un posto di rilievo nella critica d’arte siciliana dell’Ottocento: pittore, ebbe un ruolo istituzionale nel campo della tutela delle opere d’arte, svolse un’intensa attività pubblicistica i cui temi spaziarono dalle teorie sull’arte a lui contemporanea ai dibattiti attributivi, dalla ricerca documentaria alle questioni metodologiche. I suoi scritti coprono gli anni dal 1846 al 1888; la sua attività pittorica è documentata dagli anni Trenta, periodo della sua formazione tra Napoli, Roma e la Toscana, al 1875. La monografia a lui dedicata, prendendo in considerazione, oltre alle sue pubblicazioni, anche i carteggi inediti di Meli e le fonti a lui coeve, ne mette in luce alcuni aspetti ancora poco noti, in particolare relativi agli anni fiorentini e ai suoi contatti con l’ambiente cosmopolita del capoluogo toscano. Ne emerge una figura straordinariamente vitale, in grado di recepire ma anche di elaborare con accenti personali le teorie sull’arte che, in quel periodo, venivano discusse da personalità oggi più note, una per tutte Pietro Selvatico. La tensione storiografica - della quale gli fu in parte debitore il giovanissimo Di Marzo - fu sempre presente nell’opera di Meli, che più volte sottolineò non solo l’importanza di scrivere una storia dell’arte siciliana, obiettivo questo condiviso nell’isola da numerosi studiosi dell’Ottocento, ma anche di porre in evidenza le peculiarità delle scuole locali, in una visione che tentava di coniugare orgoglio regionalistico e aspirazioni unitarie. Questo studio, valutando l’opera di Meli anche alla luce del suo rapporto col ricchissimo panorama della letteratura artistica palermitana dell’Ottocento, colloca in una nuova prospettiva non soltanto l’influenza che il suo pensiero esercitò su personalità oggi maggiormente note, quali Gioacchino Di Marzo e Francesco Paolo Perez, ma anche, più in generale, il suo contributo ai dibattiti storico-artistici e critici quali si configuravano nel contesto culturale del XIX secolo…
Cinà, R. (2010). Giuseppe Meli e la cultura dei conoscitori nell'Ottocento. Prefazione di Simonetta La Barbera. Palermo : Università degli Studi di Palermo.
Giuseppe Meli e la cultura dei conoscitori nell'Ottocento. Prefazione di Simonetta La Barbera
CINA', Roberta
2010-01-01
Abstract
Giuseppe Meli e la cultura dei conoscitori nell’Ottocento Interessante figura di conoscitore, Giuseppe Meli (1807-1892) occupa un posto di rilievo nella critica d’arte siciliana dell’Ottocento: pittore, ebbe un ruolo istituzionale nel campo della tutela delle opere d’arte, svolse un’intensa attività pubblicistica i cui temi spaziarono dalle teorie sull’arte a lui contemporanea ai dibattiti attributivi, dalla ricerca documentaria alle questioni metodologiche. I suoi scritti coprono gli anni dal 1846 al 1888; la sua attività pittorica è documentata dagli anni Trenta, periodo della sua formazione tra Napoli, Roma e la Toscana, al 1875. La monografia a lui dedicata, prendendo in considerazione, oltre alle sue pubblicazioni, anche i carteggi inediti di Meli e le fonti a lui coeve, ne mette in luce alcuni aspetti ancora poco noti, in particolare relativi agli anni fiorentini e ai suoi contatti con l’ambiente cosmopolita del capoluogo toscano. Ne emerge una figura straordinariamente vitale, in grado di recepire ma anche di elaborare con accenti personali le teorie sull’arte che, in quel periodo, venivano discusse da personalità oggi più note, una per tutte Pietro Selvatico. La tensione storiografica - della quale gli fu in parte debitore il giovanissimo Di Marzo - fu sempre presente nell’opera di Meli, che più volte sottolineò non solo l’importanza di scrivere una storia dell’arte siciliana, obiettivo questo condiviso nell’isola da numerosi studiosi dell’Ottocento, ma anche di porre in evidenza le peculiarità delle scuole locali, in una visione che tentava di coniugare orgoglio regionalistico e aspirazioni unitarie. Questo studio, valutando l’opera di Meli anche alla luce del suo rapporto col ricchissimo panorama della letteratura artistica palermitana dell’Ottocento, colloca in una nuova prospettiva non soltanto l’influenza che il suo pensiero esercitò su personalità oggi maggiormente note, quali Gioacchino Di Marzo e Francesco Paolo Perez, ma anche, più in generale, il suo contributo ai dibattiti storico-artistici e critici quali si configuravano nel contesto culturale del XIX secolo…I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.