estratto iniziale: Che cosa è il paesaggio? Come si percepisce il paesaggio? Dove inizia e dove finisce il paesaggio? Queste domande si pone la “passeggiatologia” o “promenadologia”, termini coniati dal “passeggiatologo” svizzero Lucius Burckhardt – recentemente scomparso e presso il quale ho avuto la fortuna di studiare negli anni `90 – per nominare la sua scienza relativa ad una singolare chiave di lettura e di comprensione del paesaggio. Una prima risposta è che un determinato paesaggio esiste nella mente di ognuno di noi e si forma come risultato di un processo mentale di accumulazione ed integrazione di immagini raccolte durante il suo attraversamento e la sua percezione, per l’appunto tramite la passeggiata. Una seconda risposta è che il paesaggio non è univoco e statico: ognuno di noi dopo una passeggiata descrive un altro paesaggio, e tutti i paesaggi descritti – più precisamente le immagini di essi – non corrispondono ad un’immagine concreta realmente vista durante la passeggiata stessa e da altri verificabile. Una risposta ancora è che il rapporto con il paesaggio deve essere coltivato sotto forma di educazione-insegnamento, così come lo si fa con l’arte o con una lingua straniera. Se il paesaggio non si sa riconoscere, perché non educati alla sua lettura, lo si può osservare ininterrottamente senza però riuscire a vederlo, così come può accadere nei confronti di un’opera d’arte o di una lingua sconosciuta.
LICATA, G. (2006). Il fiume Salso: da problema a risorsa. Un'inversione dell'attuale discussione sul P:A.I..
Il fiume Salso: da problema a risorsa. Un'inversione dell'attuale discussione sul P:A.I.
LICATA, Gaetano
2006-01-01
Abstract
estratto iniziale: Che cosa è il paesaggio? Come si percepisce il paesaggio? Dove inizia e dove finisce il paesaggio? Queste domande si pone la “passeggiatologia” o “promenadologia”, termini coniati dal “passeggiatologo” svizzero Lucius Burckhardt – recentemente scomparso e presso il quale ho avuto la fortuna di studiare negli anni `90 – per nominare la sua scienza relativa ad una singolare chiave di lettura e di comprensione del paesaggio. Una prima risposta è che un determinato paesaggio esiste nella mente di ognuno di noi e si forma come risultato di un processo mentale di accumulazione ed integrazione di immagini raccolte durante il suo attraversamento e la sua percezione, per l’appunto tramite la passeggiata. Una seconda risposta è che il paesaggio non è univoco e statico: ognuno di noi dopo una passeggiata descrive un altro paesaggio, e tutti i paesaggi descritti – più precisamente le immagini di essi – non corrispondono ad un’immagine concreta realmente vista durante la passeggiata stessa e da altri verificabile. Una risposta ancora è che il rapporto con il paesaggio deve essere coltivato sotto forma di educazione-insegnamento, così come lo si fa con l’arte o con una lingua straniera. Se il paesaggio non si sa riconoscere, perché non educati alla sua lettura, lo si può osservare ininterrottamente senza però riuscire a vederlo, così come può accadere nei confronti di un’opera d’arte o di una lingua sconosciuta.File | Dimensione | Formato | |
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