I saggi che compongono questo libro muovono dall’ambizione di riuscire a vedere il Sud al di là delle spiegazioni sommarie e con spirito scevro da moralismi. Il luogo comune da cui guardarsi è quello per il quale i mali del Sud sono conseguenze di tare ataviche che pertengono alla persistenza di una mentalità chiusa e diffidente. Una mentalità refrattaria, per una sorta di antica e invincibile “cocciutaggine”, alle norme di cooperazione e lealtà astratta che si richiedono in una società complessa; una mentalità incline, per tanto, all’opportunismo. Qui l’autore prova a offrire chiavi descrittive e interpretative diverse. Non l’omertà, non l’arretratezza culturale, non la religiosità tradizionale è ciò a cui fare riferimento per descrivere l’universo delle motivazioni dell’agire sociale degli abitanti del Sud, ma le specifiche forme che queste motivazioni assumono in un contesto che non è più quello della società contadina e semifeudale dell’oleografia del Mezzogiorno. Si potrebbe allora scoprire che il cosiddetto brodo di coltura della mafia, oggi, non è l’omertà ma l’illegalità diffusa come condotta razionale in contesti a elevata diffidenza; che l’abusivismo edilizio non è l’esito della concezione proprietaria contadina che sul podere rivendica piena potestà, ma calcolo economico e patrimoniale razionale; che non è una generica carenza di capitale sociale a generare i problemi tipici del Mezzogiorno, ma una specifica sfiducia o, peggio, diffidenza verso le istituzioni.
GUCCIARDO G (2008). CAPITALE SOCIALE E SENSO CIVICO NEL MEZZOGIORNO. CALTANISSETTA-ROMA : Salvatore Sciascia.
CAPITALE SOCIALE E SENSO CIVICO NEL MEZZOGIORNO
GUCCIARDO, Gaetano
2008-01-01
Abstract
I saggi che compongono questo libro muovono dall’ambizione di riuscire a vedere il Sud al di là delle spiegazioni sommarie e con spirito scevro da moralismi. Il luogo comune da cui guardarsi è quello per il quale i mali del Sud sono conseguenze di tare ataviche che pertengono alla persistenza di una mentalità chiusa e diffidente. Una mentalità refrattaria, per una sorta di antica e invincibile “cocciutaggine”, alle norme di cooperazione e lealtà astratta che si richiedono in una società complessa; una mentalità incline, per tanto, all’opportunismo. Qui l’autore prova a offrire chiavi descrittive e interpretative diverse. Non l’omertà, non l’arretratezza culturale, non la religiosità tradizionale è ciò a cui fare riferimento per descrivere l’universo delle motivazioni dell’agire sociale degli abitanti del Sud, ma le specifiche forme che queste motivazioni assumono in un contesto che non è più quello della società contadina e semifeudale dell’oleografia del Mezzogiorno. Si potrebbe allora scoprire che il cosiddetto brodo di coltura della mafia, oggi, non è l’omertà ma l’illegalità diffusa come condotta razionale in contesti a elevata diffidenza; che l’abusivismo edilizio non è l’esito della concezione proprietaria contadina che sul podere rivendica piena potestà, ma calcolo economico e patrimoniale razionale; che non è una generica carenza di capitale sociale a generare i problemi tipici del Mezzogiorno, ma una specifica sfiducia o, peggio, diffidenza verso le istituzioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.