Un criterio comune per valutare a lungo termine la sostenibilità di un ecosistema è di stimare le fluttuazioni della qualità edafica (del suolo) (Schoenholtz et al., 2000), infatti, il suolo rispecchia il metabolismo di un ecosistema poiché in esso si combinano tutti i cicli biogeochimici (Dylis, 1964). Sintetizzando un concetto espresso dalla Società di Scienze del Suolo Americana (Karlen et al., 1997), si può definire la qualità edafica come “la funzionalità di un suolo nel suo stesso ambiente, la capacità di sostenere la produttività vegetale ed animale e mantenere o migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua”. Un indicatore di qualità del suolo deve avere le seguenti caratteristiche (Doran e Zeiss, 2000): sensibilità alle diverse condizioni del suolo, affinità con i processi pedogenetici, utilità nel rilevare determinati processi dell’ecosistema, facilità di comprensione ed utilizzo, bassi costi. La qualità edafica può essere valutata usando un largo numero di indicatori, (chimici, fisici, biologici) in base alla scala e all’obiettivo dell’indagine (Gardi et al., 2003). Molto spesso la componente biologica del suolo, a causa della complessità e della carenza di tecniche semplici, è stata ignorata nella valutazione della qualità edafica a favore dei parametri chimico-fisici (Kennedy & Smith, 1995; Casamento & Massa, 1997). L’uso della pedofauna come bio-indicatore è funzione della stessa definizione di qualità del suolo che a sua volta dipende dalle differenti componenti, biotiche e abiotiche (Lindel at al. 1994), infatti essa contribuisce ai processi di umificazione, al ciclo dei nutrienti e ad altre numerose funzioni (Casella, 1993). La validità della pedofauna come “indicatore di qualità del suolo” si evidenzia nei lavori svolti da vari autori (Casamento & Massa, 1997; Dazzi et al., 1997; La Mantia, 2001; Grutta et al., 2001; Gardi et al. 2002; Gardi et al., 2003; Parisi et al., 2003; Parisi et al., 2005). La componente chiave della pedofauna è rappresentata dalla mesofauna edafica (organismi di dimensioni comprese tra 0,2 e 2mm, quali enchitreidi e microartropodi), infatti per questa comunità le quantità sia in termini di diversità specifica che di numero d’individui per specie sono notevoli, il ruolo nei processi pedogenetici è ampiamente riconosciuto, la superficie coperta durante il ciclo vitale è altamente rappresentativa del sito in esame, le informazioni sulla durata della vita e sulla composizione permettono di ottenere interessanti considerazioni ecologiche ed in fine molte specie, appartenenti a questo gruppo, sono già state ampiamente utilizzate come bioindicatori (Parisi et al. 2001). In generale, gli indici basati su gli invertebrati considerano la consistenza e la ricchezza delle popolazioni (Van Straalen, 1998; Jacomini et al., 2000). Più recentemente è stato elaborato l’indice QBS-ar (Qualità Biologica del Suolo- artropodi)(Parisi, 2001) che si basa sul seguente principio: migliore è la qualità del suolo maggiore sarà il numero di taxa appartenenti alla mesofauna bene adattati all’ambiente edafico. Il QBS-ar utilizza i microartropodi, inquadrabili nella mesofauna edafica, suddividendoli in diverse forme biologiche (Sacchi & Testard, 1971), con il duplice intento di valutare il livello d’adattamento alla vita edafica (Parisi, 1974) e superare le difficoltà legate all’identificazione tassonomica a livello di specie. Gli animali che vivono nel suolo presentano caratteri tipici, congruenti all’ambiente in cui essi vivono; tali caratteri sono ad esempio la riduzione o la perdita degli occhi (anoftalmia), la riduzione della pigmentazione secondo un gradiente legato alla profondità (depigmentazione), la riduzione delle appendici ed altre ancora. Valutando la presenza di questi caratteri e non richiedendo complesse e problematiche identificazioni tassonomiche a livello di specie, il QBS-ar risulta di facile l’utilizzo anche da personale non specializzato.
Grammatico, F., Calvo, S., Ottonello, D., Fici, S. (2007). Indice di Qualità Biologica del Suolo Indagini preliminari su ambienti costieri della Sicilia occidentale. In Il Comprensorio del Mela. Analisi e valutazioni sui primi dati di studio della qualità dell'aria (pp.1-5). Palermo : Copygraphic Gi.Va.
Indice di Qualità Biologica del Suolo Indagini preliminari su ambienti costieri della Sicilia occidentale
CALVO, Sebastiano;OTTONELLO, Domenico;
2007-01-01
Abstract
Un criterio comune per valutare a lungo termine la sostenibilità di un ecosistema è di stimare le fluttuazioni della qualità edafica (del suolo) (Schoenholtz et al., 2000), infatti, il suolo rispecchia il metabolismo di un ecosistema poiché in esso si combinano tutti i cicli biogeochimici (Dylis, 1964). Sintetizzando un concetto espresso dalla Società di Scienze del Suolo Americana (Karlen et al., 1997), si può definire la qualità edafica come “la funzionalità di un suolo nel suo stesso ambiente, la capacità di sostenere la produttività vegetale ed animale e mantenere o migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua”. Un indicatore di qualità del suolo deve avere le seguenti caratteristiche (Doran e Zeiss, 2000): sensibilità alle diverse condizioni del suolo, affinità con i processi pedogenetici, utilità nel rilevare determinati processi dell’ecosistema, facilità di comprensione ed utilizzo, bassi costi. La qualità edafica può essere valutata usando un largo numero di indicatori, (chimici, fisici, biologici) in base alla scala e all’obiettivo dell’indagine (Gardi et al., 2003). Molto spesso la componente biologica del suolo, a causa della complessità e della carenza di tecniche semplici, è stata ignorata nella valutazione della qualità edafica a favore dei parametri chimico-fisici (Kennedy & Smith, 1995; Casamento & Massa, 1997). L’uso della pedofauna come bio-indicatore è funzione della stessa definizione di qualità del suolo che a sua volta dipende dalle differenti componenti, biotiche e abiotiche (Lindel at al. 1994), infatti essa contribuisce ai processi di umificazione, al ciclo dei nutrienti e ad altre numerose funzioni (Casella, 1993). La validità della pedofauna come “indicatore di qualità del suolo” si evidenzia nei lavori svolti da vari autori (Casamento & Massa, 1997; Dazzi et al., 1997; La Mantia, 2001; Grutta et al., 2001; Gardi et al. 2002; Gardi et al., 2003; Parisi et al., 2003; Parisi et al., 2005). La componente chiave della pedofauna è rappresentata dalla mesofauna edafica (organismi di dimensioni comprese tra 0,2 e 2mm, quali enchitreidi e microartropodi), infatti per questa comunità le quantità sia in termini di diversità specifica che di numero d’individui per specie sono notevoli, il ruolo nei processi pedogenetici è ampiamente riconosciuto, la superficie coperta durante il ciclo vitale è altamente rappresentativa del sito in esame, le informazioni sulla durata della vita e sulla composizione permettono di ottenere interessanti considerazioni ecologiche ed in fine molte specie, appartenenti a questo gruppo, sono già state ampiamente utilizzate come bioindicatori (Parisi et al. 2001). In generale, gli indici basati su gli invertebrati considerano la consistenza e la ricchezza delle popolazioni (Van Straalen, 1998; Jacomini et al., 2000). Più recentemente è stato elaborato l’indice QBS-ar (Qualità Biologica del Suolo- artropodi)(Parisi, 2001) che si basa sul seguente principio: migliore è la qualità del suolo maggiore sarà il numero di taxa appartenenti alla mesofauna bene adattati all’ambiente edafico. Il QBS-ar utilizza i microartropodi, inquadrabili nella mesofauna edafica, suddividendoli in diverse forme biologiche (Sacchi & Testard, 1971), con il duplice intento di valutare il livello d’adattamento alla vita edafica (Parisi, 1974) e superare le difficoltà legate all’identificazione tassonomica a livello di specie. Gli animali che vivono nel suolo presentano caratteri tipici, congruenti all’ambiente in cui essi vivono; tali caratteri sono ad esempio la riduzione o la perdita degli occhi (anoftalmia), la riduzione della pigmentazione secondo un gradiente legato alla profondità (depigmentazione), la riduzione delle appendici ed altre ancora. Valutando la presenza di questi caratteri e non richiedendo complesse e problematiche identificazioni tassonomiche a livello di specie, il QBS-ar risulta di facile l’utilizzo anche da personale non specializzato.File | Dimensione | Formato | |
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