Il subalterno è lo schiavo soddisfatto, il servo che idolatra il padrone, la donna che perpetua il modello del patriarca, il marginale che finisce per odiarsi: colui che ha interiorizzato la visione del mondo del dominante e crede legittimo il suo stato di minorità. Egli, subendo la cosiddetta violenza epistemica, si fa complice di chi rende angusta la sua esistenza: le fonti del suo istinto sono inquinate, alterate le ragioni dei suoi desideri ed egli vuole contro il proprio interesse. I subalterni sono il neo delle rivoluzioni e la falla di ogni progresso: quella porzione di popolazione che ha partecipato ma non ha compreso, le cui condizioni di vita non sono cambiate, subordinati prima al despota e poi al liberatore. I subalterni sono quel residuo di umanità che la pubblicistica messaggera di un nuovo corso ha bisogno di dimenticare. Ma come si produce subalternità e cosa permette di affrancarsene? Il volume – analizzando il caso dei dalit in India (la storia politica del movimento dei paria) – giunge ad elaborare inediti strumenti concettuali per dar forma ad una teoria che parte dalla subalternità ma giunge ad una riclassificazione sociocognitiva del potere, scoprendo le innumerevoli figure intermedie tra servo e padrone, la contiguità di dominanti e dominati, le insidie del farsi portavoce dei subalterni.
BARTOLI C (2008). La teoria della subalternità e il caso dei dalit in India. COSENZA : Rubbettino.
La teoria della subalternità e il caso dei dalit in India
BARTOLI, Clelia
2008-01-01
Abstract
Il subalterno è lo schiavo soddisfatto, il servo che idolatra il padrone, la donna che perpetua il modello del patriarca, il marginale che finisce per odiarsi: colui che ha interiorizzato la visione del mondo del dominante e crede legittimo il suo stato di minorità. Egli, subendo la cosiddetta violenza epistemica, si fa complice di chi rende angusta la sua esistenza: le fonti del suo istinto sono inquinate, alterate le ragioni dei suoi desideri ed egli vuole contro il proprio interesse. I subalterni sono il neo delle rivoluzioni e la falla di ogni progresso: quella porzione di popolazione che ha partecipato ma non ha compreso, le cui condizioni di vita non sono cambiate, subordinati prima al despota e poi al liberatore. I subalterni sono quel residuo di umanità che la pubblicistica messaggera di un nuovo corso ha bisogno di dimenticare. Ma come si produce subalternità e cosa permette di affrancarsene? Il volume – analizzando il caso dei dalit in India (la storia politica del movimento dei paria) – giunge ad elaborare inediti strumenti concettuali per dar forma ad una teoria che parte dalla subalternità ma giunge ad una riclassificazione sociocognitiva del potere, scoprendo le innumerevoli figure intermedie tra servo e padrone, la contiguità di dominanti e dominati, le insidie del farsi portavoce dei subalterni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.