Il 1793 fu l’anno in cui l’istruzione fu riformata in Francia. Erano passati quattro anni dalla Rivoluzione e si imponevano nuovi criteri per l’insegnamento delle Scienze Naturali, che dovevano diventare la base di una nuova cultura, più attenta a tutti i viventi e meno antropocentrica. Come emblemi del passato, le Chiese venivano chiuse, o dedicate ad altre funzioni: così stava per succedere alla Chiesa di Saint Sulpice a Parigi che, dopo una grande festa popolare di inaugurazione, doveva diventare Tempio della Filosofia. Il periodo era assai turbolento e pericoloso, tanto che fu in seguito chiamato Terrore. Il Governo stesso temeva distruzioni e atti di vandalismo, soprattutto verso due splendide acquasantiere, costituite dalle due enormi valve di una conchiglia tridacna, donata a Francesco I (1494-1547) dalla Repubblica di Venezia. Inviò quindi la Commissione delle Arti, che, constatato che non era possibile rimuovere le conchiglie dai loro piedistalli di marmo senza che si producessero danni, decise di porre a guardia due funzionari, dopo aver apposto la scritta Rispetto per le proprietà nazionali ed aver redatto un documento di spiegazione, che ci resta. A nostro parere questo è uno dei primi esempi (forse addirittura il primo) del riconoscimento che i beni naturali; al pari dei beni artistici, debbono essere oggetto di tutela, ciò che è stato riconosciuto solo recentemente in molti paesi. Nel documento redatto, tra le firme dei membri della Commissione, si legge chiaramente il nome di Lamarck. A quel tempo il professore Jean Babtiste Lamarck (1744-1829), docente al Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi e famoso come botanico l’inventore della chiave dicotomica, che permette il facile riconoscimento delle piante), si occupava proprio della riforma dell’istruzione e si stava cimentando in una difficilissima impresa: la nuova classificazione degli animali, che divise in vertebrati (vertèbres) e invertebrati (sans vertèbres) nomi da lui stesso coniati. Oggi è noto che gli invertebrati, la maggior parte dei quali sono animali marini, rappresentano oltre il 90% di tutti gli animali (la percentuale esatta non è nota, dato che nuove specie si vanno ancora scoprendo), ma all’epoca era ancora in uso la classificazione dello svedese Carlo Linneo, che nel 1758 aveva diviso gli animali in due gruppi principali: animali a sangue rosso, cioè Mammiferi, Uccelli, Rettili e Anfibi, Pesci, e animali a pus freddo (in luogo del sangue), come Insetti e Vermi. Gli animali microscopici, che pure da tempo erano stati osservati, venivano addirittura messi in un regno a parte, chiamato Regno del Caos. I Molluschi, molti dei quali assai noti e addirittura collezionati per le loro bellissime conchiglie, erano considerati vermi con conchiglia, anche se già precedentemente molti studiosi, come il medico fiorentino e valente collezionista Niccolò Gualtieri, facevano rilevare l’insufficienza degli studi su questi animali (1744), tematica da noi approfondita proprio analizzando la sua ricca collezione. Fu proprio studiando i Molluschi, sia viventi che fossili (che trovava facilmente nel Bacino di Parigi) che Lamack arrivò, per primo, al concetto di trasformazione dei viventi, poi chiamata evoluzione, non come teoria (da qualcuno già ipotizzata), ma proprio come fatto scientifico, che la ragione deve giocoforza accettare alla luce di prove evidenti (11 maggio 1800, Discorso dell’anno VIII), ciò che lui chiamava la forza delle cose. Per tutta la vita, nelle numerose sue opere e soprattutto nella monumentale Histoire des animaux sans vertèbres (poi da tutti usata, Darwin incluso), ribadì questo concetto, per documentare il quale riteneva indispensabile non disperdere la sua immensa collezione di conchiglie, che avrebbe dovuto sempre rimanere a disposizione dei cittadini. E’ poco noto, ma questa collezione, per diverso tempo ritenuta dispersa, si trova oggi al Museo di Storia Naturale di Ginevra. Le opere di Lamarck non erano illustrate. Nel 1841 molte conchiglie (circa 400) furono però fatte raffigurare a cura del malacologo Benjamin Delessert, in una rara pubblicazione abbiamo ritrovato. Abbiamo esposto i risultati dei nostri studi in pubblicazioni e mostre itineranti e nel Progetto Homo/Habitat, che da anni ScientiArs e CIBM, in collaborazione col Comune di Livorno e con vari Enti, portano avanti per il miglioramento degli studi sull’evoluzione dei viventi.
ISOLANI, B., MANACHINI, B., DE RANIERI, S. (2009). 1793 - I BENI NATURALI DIVENTANO BENI CULTURALI. ??????? it.cilea.surplus.oa.citation.tipologie.CitationProceedings.prensentedAt ??????? Convegno nazionale AIAr Sistemi Biologici e Beni Culturali, Orto Botanco, Palermo.
1793 - I BENI NATURALI DIVENTANO BENI CULTURALI
MANACHINI, Barbara Rosy Ines;
2009-01-01
Abstract
Il 1793 fu l’anno in cui l’istruzione fu riformata in Francia. Erano passati quattro anni dalla Rivoluzione e si imponevano nuovi criteri per l’insegnamento delle Scienze Naturali, che dovevano diventare la base di una nuova cultura, più attenta a tutti i viventi e meno antropocentrica. Come emblemi del passato, le Chiese venivano chiuse, o dedicate ad altre funzioni: così stava per succedere alla Chiesa di Saint Sulpice a Parigi che, dopo una grande festa popolare di inaugurazione, doveva diventare Tempio della Filosofia. Il periodo era assai turbolento e pericoloso, tanto che fu in seguito chiamato Terrore. Il Governo stesso temeva distruzioni e atti di vandalismo, soprattutto verso due splendide acquasantiere, costituite dalle due enormi valve di una conchiglia tridacna, donata a Francesco I (1494-1547) dalla Repubblica di Venezia. Inviò quindi la Commissione delle Arti, che, constatato che non era possibile rimuovere le conchiglie dai loro piedistalli di marmo senza che si producessero danni, decise di porre a guardia due funzionari, dopo aver apposto la scritta Rispetto per le proprietà nazionali ed aver redatto un documento di spiegazione, che ci resta. A nostro parere questo è uno dei primi esempi (forse addirittura il primo) del riconoscimento che i beni naturali; al pari dei beni artistici, debbono essere oggetto di tutela, ciò che è stato riconosciuto solo recentemente in molti paesi. Nel documento redatto, tra le firme dei membri della Commissione, si legge chiaramente il nome di Lamarck. A quel tempo il professore Jean Babtiste Lamarck (1744-1829), docente al Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi e famoso come botanico l’inventore della chiave dicotomica, che permette il facile riconoscimento delle piante), si occupava proprio della riforma dell’istruzione e si stava cimentando in una difficilissima impresa: la nuova classificazione degli animali, che divise in vertebrati (vertèbres) e invertebrati (sans vertèbres) nomi da lui stesso coniati. Oggi è noto che gli invertebrati, la maggior parte dei quali sono animali marini, rappresentano oltre il 90% di tutti gli animali (la percentuale esatta non è nota, dato che nuove specie si vanno ancora scoprendo), ma all’epoca era ancora in uso la classificazione dello svedese Carlo Linneo, che nel 1758 aveva diviso gli animali in due gruppi principali: animali a sangue rosso, cioè Mammiferi, Uccelli, Rettili e Anfibi, Pesci, e animali a pus freddo (in luogo del sangue), come Insetti e Vermi. Gli animali microscopici, che pure da tempo erano stati osservati, venivano addirittura messi in un regno a parte, chiamato Regno del Caos. I Molluschi, molti dei quali assai noti e addirittura collezionati per le loro bellissime conchiglie, erano considerati vermi con conchiglia, anche se già precedentemente molti studiosi, come il medico fiorentino e valente collezionista Niccolò Gualtieri, facevano rilevare l’insufficienza degli studi su questi animali (1744), tematica da noi approfondita proprio analizzando la sua ricca collezione. Fu proprio studiando i Molluschi, sia viventi che fossili (che trovava facilmente nel Bacino di Parigi) che Lamack arrivò, per primo, al concetto di trasformazione dei viventi, poi chiamata evoluzione, non come teoria (da qualcuno già ipotizzata), ma proprio come fatto scientifico, che la ragione deve giocoforza accettare alla luce di prove evidenti (11 maggio 1800, Discorso dell’anno VIII), ciò che lui chiamava la forza delle cose. Per tutta la vita, nelle numerose sue opere e soprattutto nella monumentale Histoire des animaux sans vertèbres (poi da tutti usata, Darwin incluso), ribadì questo concetto, per documentare il quale riteneva indispensabile non disperdere la sua immensa collezione di conchiglie, che avrebbe dovuto sempre rimanere a disposizione dei cittadini. E’ poco noto, ma questa collezione, per diverso tempo ritenuta dispersa, si trova oggi al Museo di Storia Naturale di Ginevra. Le opere di Lamarck non erano illustrate. Nel 1841 molte conchiglie (circa 400) furono però fatte raffigurare a cura del malacologo Benjamin Delessert, in una rara pubblicazione abbiamo ritrovato. Abbiamo esposto i risultati dei nostri studi in pubblicazioni e mostre itineranti e nel Progetto Homo/Habitat, che da anni ScientiArs e CIBM, in collaborazione col Comune di Livorno e con vari Enti, portano avanti per il miglioramento degli studi sull’evoluzione dei viventi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.