LE MARIONETTE FUTURISTE M.Isabella Vesco La marionetta è stata considerata dalle avanguardie europee (fine XIX e inizio XX secolo) l’espressione di un nuovo linguaggio artistico scaturito dalla crisi della rappresentazione teatrale e pittorica. La marionetta ha quindi rappresentato una collaborazione tra pittura, teatro e cinema. I primi decenni del Novecento rappresentano la stagione più ricca di episodi destinati ad imprimere un segno duraturo sui destini della scena. Un primo passo, comune a tutti gli operatori teatrali del primo Novecento, è stato il rigetto delle formule tradizionali ancorate al naturalismo; conseguentemente troviamo la negazione della centralità della presenza umana e quindi la messa in discussione del protagonismo dell’attore, il quale è stato considerato, nel teatro tradizionale contemporaneo, elemento unico, indispensabile e dominante l’azione teatrale. L’abolizione o la riduzione del ruolo dell’attore vengono perseguite attraverso il ricorso alla marionetta o al costume plastico. Da Heinrich von Kleist a Gordon Craig, da Depero alla Exter, quasi la totalità degli esponenti delle avanguardie artistiche si è interessata con grande fervore ad un nuovo ruolo dell’attore e del danzatore, ipotizzando una nuova figura in grado di trascendere la figura umana. La marionetta, abbandonata la sua forma più tradizionale, diventa fonte di riflessione in quanto forma teatrale (per le teorie sull’attore), in quanto metafora tra umano e artificiale, in quanto oggetto (vedi uso di materiali diversi). In quest’ottica bisogna comprendere quanto è stato creato con il travestimento: il costume e la maschera modificano l’aspetto dell’attore e ne condizionano i movimenti; la figura umana scompare sotto il volume dei costumi plastici e quindi l’attore, a cui si toglie l’autonomia del movimento, è il mezzo nascosto da corazze. In questo caso l’attore assume una gestualità meccanica assimilabile al robot. Tale principio di disumanizzazione delle sembianze umane ha portato in seguito alla riscoperta e rivalutazione delle marionette Partendo da queste premesse ritroviamo due diverse soluzioni; due per essere estremamente sintetici, orientate a perseguire il medesimo obiettivo, cioè il superamento della messa in scena naturalistica: - il teatro che non rinuncia alla componente umana, anche se l’attore viene nascosto da costumi o travestimenti rigidi. - il teatro meccanico, cioè il teatro dove l’uomo attore viene sostituito dalla marionetta; Queste due soluzioni non sono consequenziali l’una all’altra. Depero, esponente importantissimo del futurismo italiano, è uno di quei maestri che inizialmente robotizza l’attore, in seguito lo abolisce, infine ritorna alla componente umana. Con i Balli Plastici Depero concepisce un uomo meccanizato e non una macchina umanizzata. La marionetta, con il suo retrogusto ludico, con il suo carattere primitivo, ha portato felicemente avanti un ripensamento sul fare teatro, sul fare danza, uscendo dalle sacche stantie del naturalismo, con esperimenti scenici ancora oggi sorprendenti e forse insuperati.
Vesco, M.I. (2007). Le marionette futuriste. ??????? it.cilea.surplus.oa.citation.tipologie.CitationProceedings.prensentedAt ??????? Il design del mediterraneo, Ex Deposito Locomotive Sant'Erasmo, Teatro Massimo, Biblioteca Casa Professa, Palazzo Tarallo, Expa, Fondazione Banco di Sicilia, Palab, Agorà.
Le marionette futuriste
VESCO, Maria Isabella
2007-01-01
Abstract
LE MARIONETTE FUTURISTE M.Isabella Vesco La marionetta è stata considerata dalle avanguardie europee (fine XIX e inizio XX secolo) l’espressione di un nuovo linguaggio artistico scaturito dalla crisi della rappresentazione teatrale e pittorica. La marionetta ha quindi rappresentato una collaborazione tra pittura, teatro e cinema. I primi decenni del Novecento rappresentano la stagione più ricca di episodi destinati ad imprimere un segno duraturo sui destini della scena. Un primo passo, comune a tutti gli operatori teatrali del primo Novecento, è stato il rigetto delle formule tradizionali ancorate al naturalismo; conseguentemente troviamo la negazione della centralità della presenza umana e quindi la messa in discussione del protagonismo dell’attore, il quale è stato considerato, nel teatro tradizionale contemporaneo, elemento unico, indispensabile e dominante l’azione teatrale. L’abolizione o la riduzione del ruolo dell’attore vengono perseguite attraverso il ricorso alla marionetta o al costume plastico. Da Heinrich von Kleist a Gordon Craig, da Depero alla Exter, quasi la totalità degli esponenti delle avanguardie artistiche si è interessata con grande fervore ad un nuovo ruolo dell’attore e del danzatore, ipotizzando una nuova figura in grado di trascendere la figura umana. La marionetta, abbandonata la sua forma più tradizionale, diventa fonte di riflessione in quanto forma teatrale (per le teorie sull’attore), in quanto metafora tra umano e artificiale, in quanto oggetto (vedi uso di materiali diversi). In quest’ottica bisogna comprendere quanto è stato creato con il travestimento: il costume e la maschera modificano l’aspetto dell’attore e ne condizionano i movimenti; la figura umana scompare sotto il volume dei costumi plastici e quindi l’attore, a cui si toglie l’autonomia del movimento, è il mezzo nascosto da corazze. In questo caso l’attore assume una gestualità meccanica assimilabile al robot. Tale principio di disumanizzazione delle sembianze umane ha portato in seguito alla riscoperta e rivalutazione delle marionette Partendo da queste premesse ritroviamo due diverse soluzioni; due per essere estremamente sintetici, orientate a perseguire il medesimo obiettivo, cioè il superamento della messa in scena naturalistica: - il teatro che non rinuncia alla componente umana, anche se l’attore viene nascosto da costumi o travestimenti rigidi. - il teatro meccanico, cioè il teatro dove l’uomo attore viene sostituito dalla marionetta; Queste due soluzioni non sono consequenziali l’una all’altra. Depero, esponente importantissimo del futurismo italiano, è uno di quei maestri che inizialmente robotizza l’attore, in seguito lo abolisce, infine ritorna alla componente umana. Con i Balli Plastici Depero concepisce un uomo meccanizato e non una macchina umanizzata. La marionetta, con il suo retrogusto ludico, con il suo carattere primitivo, ha portato felicemente avanti un ripensamento sul fare teatro, sul fare danza, uscendo dalle sacche stantie del naturalismo, con esperimenti scenici ancora oggi sorprendenti e forse insuperati.File | Dimensione | Formato | |
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