La Curia ha notevoli proprietà nel centro storico ed è uno degli attori forti che può avere un ruolo rilevante nel portare avanti la riqualificazione urbana attraverso il recupero e la valorizzazione del proprio patrimonio. Non può però comportarsi come una qualunque società immobiliare tendente a massimizzare i profitti senza tenere conto di alcune considerazioni di più ampio respiro. La prima considerazione è che la città storica nel suo complesso (anche se la proprietà immobiliare è pubblica o privata, concentrata o frazionata) appartiene alla comunità intera dei cittadini che vi leggono la propria storia attraverso le stratificazioni architettoniche dei palazzi delle chiese, dell’edilizia minuta, degli spazi aperti, delle rovine più o meno auliche, dell’archeologia urbana. Il vuoto creato in via Maqueda, nell'area della Curia pretende un nuovo approccio progettuale che dialoghi con la nuova spazialità, che valorizzi le preesistenze, anche ricollocando i reperti architettonici (se conservati), che appartengono alla memoria collettiva prima che alla Curia, che sfrutti sapientemente i salti di quota. L’idea migliore, ad avviso di chi scrive, sarebbe quella di indire un concorso di idee, finalizzato a realizzare una piazza-giardino, con piani di calpestio articolati e degradanti, e dopo avere valutato la consistenza e il valore dei locali a quota più bassa (cripte delle chiese preesistenti) prevedere eventualmente la realizzazione di un parcheggio sotterraneo, facilmente accessibile da piazza S. Onofrio. Si suggerisce alla Curia, che ha lo spessore e i requisiti adatti, di predisporre un programma organico di utilizzazione e valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare, anche avvalendosi della collaborazione dell’Università, che non farà mancare il proprio contributo.

Cannarozzo, T. (2009). "Una piazza giardino nell’area Quaroni" [Altro].

"Una piazza giardino nell’area Quaroni"

CANNAROZZO, Teresa
2009-01-01

Abstract

La Curia ha notevoli proprietà nel centro storico ed è uno degli attori forti che può avere un ruolo rilevante nel portare avanti la riqualificazione urbana attraverso il recupero e la valorizzazione del proprio patrimonio. Non può però comportarsi come una qualunque società immobiliare tendente a massimizzare i profitti senza tenere conto di alcune considerazioni di più ampio respiro. La prima considerazione è che la città storica nel suo complesso (anche se la proprietà immobiliare è pubblica o privata, concentrata o frazionata) appartiene alla comunità intera dei cittadini che vi leggono la propria storia attraverso le stratificazioni architettoniche dei palazzi delle chiese, dell’edilizia minuta, degli spazi aperti, delle rovine più o meno auliche, dell’archeologia urbana. Il vuoto creato in via Maqueda, nell'area della Curia pretende un nuovo approccio progettuale che dialoghi con la nuova spazialità, che valorizzi le preesistenze, anche ricollocando i reperti architettonici (se conservati), che appartengono alla memoria collettiva prima che alla Curia, che sfrutti sapientemente i salti di quota. L’idea migliore, ad avviso di chi scrive, sarebbe quella di indire un concorso di idee, finalizzato a realizzare una piazza-giardino, con piani di calpestio articolati e degradanti, e dopo avere valutato la consistenza e il valore dei locali a quota più bassa (cripte delle chiese preesistenti) prevedere eventualmente la realizzazione di un parcheggio sotterraneo, facilmente accessibile da piazza S. Onofrio. Si suggerisce alla Curia, che ha lo spessore e i requisiti adatti, di predisporre un programma organico di utilizzazione e valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare, anche avvalendosi della collaborazione dell’Università, che non farà mancare il proprio contributo.
2009
Cannarozzo, T. (2009). "Una piazza giardino nell’area Quaroni" [Altro].
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