"Normale", "conforme", "lecito". Un tempo era possibile comprendere e studiare la devianza attraverso queste definizioni. Categorie che oggi appaiono più che mai obsolete, come opache e sfuggenti si mostrano alle scienze sociali le nuove categorie che dovrebbero andare a sostituirle. Qui si parla di società contemporanea, di de-strutturazione, di ibridazione, di ordini giuridici molteplici, sovrapposti. Le interazioni quotidiane attingono da mappe normative la cui fonte è composita, eterogenea, intrecciata e dunque ambigua. Proprio l’intersecarsi fisico, spaziale, culturale dei vari ordini e ordinamenti normativi e delle svariate rappresentazioni del normativo evidenzia quanto, più che in precedenza, viviamo all’interno di reti di giuridicità che, spesso, ci obbligano a transizioni e trasgressioni. Il che non significa che sia scomparsa la differenza tra normale e deviante, ma sembra lecito domandarsi "quanto normale sia ancora il normale", "quanto deviante sia ancora il deviante" o, si permetta il paradosso, "quanto deviante sia (ancora) il normale". Come sostiene Schneider nell’introduzione, "la devianza non può essere compresa come la risposta dell’attore a norme giuridiche date, ma si deve intendere come una scelta, o una reazione, tra una molteplicità di possibili sistemi normativi". È questo l’intento del volume ed è in questa direzione che la ricerca dovrebbe muoversi: verso la necessità di ridefinire semanticamente la sociologia, dare alle scienze un linguaggio nuovo che fornisca ad esse i mezzi per tenere il passo, per non rimanere indietro rispetto alle rapide trasformazioni che segnano il nostro tempo. È questo un compito gravoso al quale però non ci si può sottrarre, perché solo accettando l’esigenza di una revisione sarà finalmente possibile capire fin dove si può parlare di normalità e di devianza e comprendere così i processi che caratterizzano gli ingranaggi della nostra società. Esiste ancora la differenza tra normale e deviante? Sono sufficienti oggi queste definizioni di fronte a una società ibrida e molteplice? Un libro che impone una riflessione e una riconfigurazione di ciò che comunemente si intende con i concetti di "controllo", "devianza" e "criminalità".

RINALDI C (2009). DEVIAZIONI. DEVIANZA, DEVIANZE, DIVERGENZE. ROMA : XL.

DEVIAZIONI. DEVIANZA, DEVIANZE, DIVERGENZE

RINALDI, Cirus
2009-01-01

Abstract

"Normale", "conforme", "lecito". Un tempo era possibile comprendere e studiare la devianza attraverso queste definizioni. Categorie che oggi appaiono più che mai obsolete, come opache e sfuggenti si mostrano alle scienze sociali le nuove categorie che dovrebbero andare a sostituirle. Qui si parla di società contemporanea, di de-strutturazione, di ibridazione, di ordini giuridici molteplici, sovrapposti. Le interazioni quotidiane attingono da mappe normative la cui fonte è composita, eterogenea, intrecciata e dunque ambigua. Proprio l’intersecarsi fisico, spaziale, culturale dei vari ordini e ordinamenti normativi e delle svariate rappresentazioni del normativo evidenzia quanto, più che in precedenza, viviamo all’interno di reti di giuridicità che, spesso, ci obbligano a transizioni e trasgressioni. Il che non significa che sia scomparsa la differenza tra normale e deviante, ma sembra lecito domandarsi "quanto normale sia ancora il normale", "quanto deviante sia ancora il deviante" o, si permetta il paradosso, "quanto deviante sia (ancora) il normale". Come sostiene Schneider nell’introduzione, "la devianza non può essere compresa come la risposta dell’attore a norme giuridiche date, ma si deve intendere come una scelta, o una reazione, tra una molteplicità di possibili sistemi normativi". È questo l’intento del volume ed è in questa direzione che la ricerca dovrebbe muoversi: verso la necessità di ridefinire semanticamente la sociologia, dare alle scienze un linguaggio nuovo che fornisca ad esse i mezzi per tenere il passo, per non rimanere indietro rispetto alle rapide trasformazioni che segnano il nostro tempo. È questo un compito gravoso al quale però non ci si può sottrarre, perché solo accettando l’esigenza di una revisione sarà finalmente possibile capire fin dove si può parlare di normalità e di devianza e comprendere così i processi che caratterizzano gli ingranaggi della nostra società. Esiste ancora la differenza tra normale e deviante? Sono sufficienti oggi queste definizioni di fronte a una società ibrida e molteplice? Un libro che impone una riflessione e una riconfigurazione di ciò che comunemente si intende con i concetti di "controllo", "devianza" e "criminalità".
2009
978-88-6083-027-2
RINALDI C (2009). DEVIAZIONI. DEVIANZA, DEVIANZE, DIVERGENZE. ROMA : XL.
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