I funghi, nonostante siano inseriti in un Regno a parte, sono stati riconosciuti come organismi utili per la definizione di alcune azioni nell’ambito della GSPC (Global Strategy for Plant Conservation). Con l’inserimento del termine generico di “lower plants groups” si è lasciata libera scelta ai Paesi che hanno aderito alla GSPC di valutare l’opportunità di estendere alle crittogame le azioni già in atto per le piante vascolari. Come evidenziato nel recente rapporto sullo “Stato della Biodiversità in Italia” (1) la diversità dei funghi è quantificabile in 4.296 basidiomiceti, tra cui 56 taxa con possibili caratteristiche di endemicità, 12 taxa esotici e 87 rari, minacciati e/o a rischio di estinzione. Una specie, Pleurotus nebrodensis (Inzenga) Quèl., è inserita nella Red List of Threatened Plants dell’IUCN. Si tratta ovviamente di dati parziali in quanto riferiti ad uno studio sul territorio italiano limitato ai Basidiomycetes mentre da una stima piuttosto approssimativa il numero dei funghi (Basidiomycetes, Ascomycetes e Zygomycetes) nel territorio nazionale dovrebbe ammontare a oltre 300.000 specie. Al contrario del nostro Paese, dove le rare azioni rivolte alla salvaguardia delle crittogame evidenziano un forte ritardo nel raggiungimento degli obiettivi dalla GSPC, nel Regno Unito, con il motto di “Saving the forgotten Kingdom”, sono state avviate concrete iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica verso il riconoscimento del fondamentale ruolo che essi svolgono negli ecosistemi. Traendo spunto dalle suddette esperienze (2, 3) è possibile proporre alla comunità scientifica italiana un “executive summary” articolato in tre punti: a) migliorare lo stato delle conoscenze sulla diversità fungina e sull’ecologia dei funghi al fine di avviare efficaci azioni di gestione sostenibile di tali risorse; b) incrementare nella società la consapevolezza dell’importanza dei funghi e stimolare la classe politica e gli enti finanziatori ad una maggiore attenzione verso le problematiche inerenti la conservazione dei funghi; c) sviluppare ulteriormente le conoscenze sui funghi e trasferire le informazioni alle future generazioni. In particolare le principali azioni da portare avanti nei prossimi anni dovrebbero consistere nel completamento della “Checklist dei Funghi Italiani”, in parte realizzata per conto del Ministero dell’Ambiente per la classe Basidiomycetes, nell’intraprendere ricerche mirate sull’ecologia delle specie; nell’avviare azioni di conservazione su specie e gruppi di importanza prioritaria; nell’identificare Important Plant Areas per i funghi; nel valutare i rischi ambientali derivanti dalla presenza di specie non native; nel proporre un uso sostenibile delle risorse fungine per quanto riguarda la raccolta per fini scientifici o alimentari; nell’aumentare la consapevolezza della necessità di proteggere le comunità fungine riconoscendo ad esse un ruolo fondamentale per il nostro benessere e la vitalità sociale, ambientale ed economica e nello stimolare una maggiore aggregazione e collaborazione tra i micologi universitari ed amatoriali attraverso la creazione di un network di organizzazioni che si occupano di conservazione dei funghi in Italia.

Venturella, G. (2009). I funghi nella Strategia Globale per la Conservazione delle Piante. In Le Scienze botaniche nella cultura e sviluppo economico del territorio (pp.21-21). Campobasso : Piera Di Marzio, Paola Fortini, G. Stefania Scippa.

I funghi nella Strategia Globale per la Conservazione delle Piante

VENTURELLA, Giuseppe
2009-01-01

Abstract

I funghi, nonostante siano inseriti in un Regno a parte, sono stati riconosciuti come organismi utili per la definizione di alcune azioni nell’ambito della GSPC (Global Strategy for Plant Conservation). Con l’inserimento del termine generico di “lower plants groups” si è lasciata libera scelta ai Paesi che hanno aderito alla GSPC di valutare l’opportunità di estendere alle crittogame le azioni già in atto per le piante vascolari. Come evidenziato nel recente rapporto sullo “Stato della Biodiversità in Italia” (1) la diversità dei funghi è quantificabile in 4.296 basidiomiceti, tra cui 56 taxa con possibili caratteristiche di endemicità, 12 taxa esotici e 87 rari, minacciati e/o a rischio di estinzione. Una specie, Pleurotus nebrodensis (Inzenga) Quèl., è inserita nella Red List of Threatened Plants dell’IUCN. Si tratta ovviamente di dati parziali in quanto riferiti ad uno studio sul territorio italiano limitato ai Basidiomycetes mentre da una stima piuttosto approssimativa il numero dei funghi (Basidiomycetes, Ascomycetes e Zygomycetes) nel territorio nazionale dovrebbe ammontare a oltre 300.000 specie. Al contrario del nostro Paese, dove le rare azioni rivolte alla salvaguardia delle crittogame evidenziano un forte ritardo nel raggiungimento degli obiettivi dalla GSPC, nel Regno Unito, con il motto di “Saving the forgotten Kingdom”, sono state avviate concrete iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica verso il riconoscimento del fondamentale ruolo che essi svolgono negli ecosistemi. Traendo spunto dalle suddette esperienze (2, 3) è possibile proporre alla comunità scientifica italiana un “executive summary” articolato in tre punti: a) migliorare lo stato delle conoscenze sulla diversità fungina e sull’ecologia dei funghi al fine di avviare efficaci azioni di gestione sostenibile di tali risorse; b) incrementare nella società la consapevolezza dell’importanza dei funghi e stimolare la classe politica e gli enti finanziatori ad una maggiore attenzione verso le problematiche inerenti la conservazione dei funghi; c) sviluppare ulteriormente le conoscenze sui funghi e trasferire le informazioni alle future generazioni. In particolare le principali azioni da portare avanti nei prossimi anni dovrebbero consistere nel completamento della “Checklist dei Funghi Italiani”, in parte realizzata per conto del Ministero dell’Ambiente per la classe Basidiomycetes, nell’intraprendere ricerche mirate sull’ecologia delle specie; nell’avviare azioni di conservazione su specie e gruppi di importanza prioritaria; nell’identificare Important Plant Areas per i funghi; nel valutare i rischi ambientali derivanti dalla presenza di specie non native; nel proporre un uso sostenibile delle risorse fungine per quanto riguarda la raccolta per fini scientifici o alimentari; nell’aumentare la consapevolezza della necessità di proteggere le comunità fungine riconoscendo ad esse un ruolo fondamentale per il nostro benessere e la vitalità sociale, ambientale ed economica e nello stimolare una maggiore aggregazione e collaborazione tra i micologi universitari ed amatoriali attraverso la creazione di un network di organizzazioni che si occupano di conservazione dei funghi in Italia.
Settore BIO/02 - Botanica Sistematica
Settore BIO/03 - Botanica Ambientale E Applicata
17-set-2009
Congresso nazionale della Società Botanica Italiana Onlus
Campobasso
16-19 settembre 2009
104
2009
309
Venturella, G. (2009). I funghi nella Strategia Globale per la Conservazione delle Piante. In Le Scienze botaniche nella cultura e sviluppo economico del territorio (pp.21-21). Campobasso : Piera Di Marzio, Paola Fortini, G. Stefania Scippa.
Proceedings (atti dei congressi)
Venturella, G
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/38636
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