Le commedie di Plauto custodiscono un'enorme ricchezza, di contenuti culturali, temi, linguaggio. A disvelarla occorre da sempre l'analisi accurata degli 'elementi' particolari, dove si annida il segno individuante dell'autore e spesso il senso intero della sua scrittura scenica. Testimone di un successo ineguagliato, ottenuto con un'alta qualità letteraria, questo teatro offre all'indagine una molteplicità di spunti interessanti. Il volume prova a coglierne alcuni, proponendo una serie di studi che sviluppano un discorso critico omogeneo. Alla creatività fantastica e verbale delle immagini brillanti (nota agli antichi, che evocavano in proposito le Muse) si riconosce un metodo: l'invenzione di nomi 'parlanti', le simbologie animali degli insetti 'parassitici', le battute elaborate intorno ai castighi per lo schiavo imbroglione o alla 'perdita della faccia' per Sosia discoprono una stretta parentela al piano unitario dell'opera, determinandone l'intera coerenza. Tale insieme di metafore e intreccio ha la dignità di una poetica, che si dichiara nella parodia e persino nella farsa mimica. Viene perciò in discussione la mediazione culturale tra Grecia e Roma, evidente nell'atteggiamento verso le novità del simposio o della filosofia, dei comportamenti familiari e delle donne in commedia. Dalle singole interpretazioni apparae così qualche ragione non superficiale mediante cui è sapientemente costruito il divertimento comico.
PETRONE, G. (2009). Quando le muse parlavano latino. Studi su Plauto. Bologna : Pàtron editore.
Quando le muse parlavano latino. Studi su Plauto
PETRONE, Giovanna
2009-01-01
Abstract
Le commedie di Plauto custodiscono un'enorme ricchezza, di contenuti culturali, temi, linguaggio. A disvelarla occorre da sempre l'analisi accurata degli 'elementi' particolari, dove si annida il segno individuante dell'autore e spesso il senso intero della sua scrittura scenica. Testimone di un successo ineguagliato, ottenuto con un'alta qualità letteraria, questo teatro offre all'indagine una molteplicità di spunti interessanti. Il volume prova a coglierne alcuni, proponendo una serie di studi che sviluppano un discorso critico omogeneo. Alla creatività fantastica e verbale delle immagini brillanti (nota agli antichi, che evocavano in proposito le Muse) si riconosce un metodo: l'invenzione di nomi 'parlanti', le simbologie animali degli insetti 'parassitici', le battute elaborate intorno ai castighi per lo schiavo imbroglione o alla 'perdita della faccia' per Sosia discoprono una stretta parentela al piano unitario dell'opera, determinandone l'intera coerenza. Tale insieme di metafore e intreccio ha la dignità di una poetica, che si dichiara nella parodia e persino nella farsa mimica. Viene perciò in discussione la mediazione culturale tra Grecia e Roma, evidente nell'atteggiamento verso le novità del simposio o della filosofia, dei comportamenti familiari e delle donne in commedia. Dalle singole interpretazioni apparae così qualche ragione non superficiale mediante cui è sapientemente costruito il divertimento comico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.